SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è tenuta, nel tardo pomeriggio di ieri, una videoconferenza tra i medici sportivi delle 60 squadre di serie C, alla quale hanno partecipato anche il presidente della LegaPro, Francesco Ghirelli, e il dottor Francesco Braconaro, rappresentante dei medici della serie C. Per la Sambenedettese era presente in collegamento il dottor Mauro Persico. Di seguito le sue parole sul sito ufficiale della Samb.

Durante l’incontro sono emerse tutte le perplessità che avevo già condiviso con i dottori Paolo Verdecchia e Mario Capriotti (gli altri due medici che fanno parte dello staff medico rossoblu ndr). Innanzitutto, tutti i colleghi delle società rappresentate, hanno ribadito l’impossibilità di attuare i protocolli sanitari così come erano stati proposti. Un aspetto fondamentale per garantire la salute degli atleti, quello dei tamponi ripetuti e le analisi sierologiche, sono di difficile applicazione per la maggior parte delle squadre di serie C. Ma anche altri aspetti, come l’eventuale isolamento della squadra per lunghi periodi di tempo, presuppongono un impegno organizzativo ed economico, di non facile soluzione.

“A tutto ciò si aggiunga il fatto che l’attuale protocollo, che dovrà comunque essere ancora validato e approvato dalle autorità competenti, a tutt’oggi, anche per i limiti delle conoscenze scientifiche che purtroppo non hanno ancora consolidate certezze, non sono in grado di garantire al 100% la salvaguardia della salute dei calciatori. E’ inutile ricordare quanto tutti i giorni ci sentiamo ripetere: il rischio zero non esiste ed i calciatori rappresentano una categoria ad alto rischio di contagio. Ammettendo quindi che ci sia anche la possibilità di mettere in pratica queste disposizioni, non abbiamo prove sufficienti che si possa evitare il contagio tra gli atleti” continua il dottore.

Per queste ragioni tutti ci siamo trovati d’accordo nell’esprimere la nostra contrarietà a riprendere allenamenti collettivi e campionato, viste le attuali condizioni. Tale posizione è  la conseguenza anche dell’aspetto delle responsabilità medico-legali, sicuramente molto rilevante, nel caso un calciatore risultasse positivo e contagiasse un compagno o un avversario.

Al momento la responsabilità civile e penale ricadrebbe innanzitutto sulla società, che rappresenta il datore di lavoro, ma poi anche noi medici saremmo parte in causa. Su questo punto si è poi aperta la discussione sulla attuale figura del medico sociale; figura che, a questi livelli, non ha ancora un inquadramento ben delineato, sia nella società di appartenenza che a livello federale; non essendo legato, nella stragrande maggioranza dei casi, da alcun contratto né con la società né con la Federazione.

A fronte quindi di un’attività quasi sempre su base volontaristica, in tale situazione il medico sarebbe soggetto ad una enorme responsabilità, anche penale, oltreché civile, con rischi che nessuno si sentirebbe di correre. La call conference si è chiusa con l’auspicio da parte di tutti che sin da adesso bisogna lavorare per poter ripartire la prossima stagione, in condizioni di assoluta sicurezza per tutti. Il Presidente Ghirelli, da parte sua, ha assicurato che si sarebbe subito attivato con il legale della LegaPro, per risolvere i problemi medico-legali e, dopo aver avuto la versione definitiva e approvata del protocollo, di inviarla a tutti, per discuterla quanto prima in un’altra call conference”