SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Obiettivo 29 maggio. Sarebbe questa la data in cui le attività imprenditoriali balneari dovrebbero ripartire in quella che sarà una stagione segnata dall’emergenza coronavirus. Le linee guida diffuse in giornata dalla Regione Marche e discusse in videoconferenza questo pomeriggio sono state oggetto di analisi e contro-proposte da parte dei rappresentanti di categoria.

Per la Riviera delle Palme hanno portato delle indicazioni i due sambenedettesi Sandro Assenti, presidente di Confesercenti Ascoli Piceno, e Giuseppe Ricci, presidente di Itb Italia.

Afferma Assenti: “Abbiamo accolto con piacere il fatto che la regione voglia partire già il 29 anticipando le decisioni del governo. Ho parlato con l’assessore al Turismo Moreno Pieroni spiegando che, alla luce di quanto sta avvenendo, i nostri stabilimenti saranno di fatto ospedalizzati. Accettiamo alcune norme con consapevolezza, capiamo che avremo tantissime misure restrittive e tanta burocrazia. Altre indicazioni della Regione sono invece da integrare”.

Ad esempio, “emerge la richiesta di una figura nuova, uno steward che avrà compiti importanti come misurare la temperatura, sanificare i bagni, controllare le distanze. Per noi è un costo mai previsto e inoltre parliamo di una riduzione degli incassi che stimiamo nel 60%, perché termina l’attività serale e il distanziamento riduce la clientela sia in spiaggia che in bar e ristoranti della metà. Dunque chiediamo che sia la Regione a farsi carico di questa spesa nei 1500 chalet marchigiani. Altrimenti alcune strutture rischiano davvero di non riuscire ad aprire”.

“Ci auguriamo inoltre che il governo recepisca le linee guida della Regione Marche con una applicazione coordinata a livello nazionale, perché non possiamo permetterci eccessive diversità tra le regioni. Sono convinto che in una stagione balneare così breve, anche se con il caldo il virus dovesse essere bloccato, non ci sarà modo di modificare i protocolli in questo momento allo studio, anche per motivi organizzativi. Dunque le decisioni del mese di maggio saranno valide per i mesi a venire” continua Assenti.

Altri temi sono quello delle spiagge libere (“Siano controllate o dai bagnini di salvataggio o dai vigili urbani”), la richiesta di “formazione specifica per titolari e dipendenti”, una “cartellonistica da realizzare in tempi brevi e uguale per tutti”.

“Abbiamo chiesto che la sanificazione di sdraio e lettini possa essere fatta a freddo, perché con acqua a 60 gradi si richiedono macchinari costosissimi – aggiunge il presidente di Confesercenti – Per la distanza tra gli ombrelloni chiediamo che sia di 4 metri per quattro metri”.

“C’è poi un problema fino ad ora poco valutato sia per ristoranti che per stabilimenti balneari: è chiaro che le famiglie sono a prescindere vicine dentro casa e possono non rispettare la distanza di sicurezza anche fuori. Noi però non possiamo sapere con certezza se le persone vivono insieme, e non possiamo impedire che siano a distanza ridotta se lo vogliono. Dunque servirà una specie di autocertificazione da parte del cliente con la quale noi titolari siamo esentati da qualsiasi responsabilità” conclude Assenti.

“La prossima settimana ci incontreremo con l’assessore al Turismo Pieroni e cercheremo di fare il punto della situazione, anche nella speranza che il governo ci dia indicazioni nazionali – commenta Giuseppe Ricci, presidente di Itb Italia – Le distanze prospettate tra gli ombrelloni ci sono parse a tutti troppo penalizzanti, inoltre c’è il tema delle spiagge libere dove occorrerà qualche forma di vigilanza per evitare che le regole a cui siamo soggetti non vengano rispettate altrove”.

“Poiché la stagione avrà inizio a fine maggio, sto proponendo di prolungare la stagionalità dei 7 mesi fino alla fine di dicembre, così chi ha il ristorante magari potrà tentare di recuperare a fine anno. Ma abbiamo un problema di costi e ricordo che il Codice della Navigazione prevede il canone demaniale ricognitorio in caso di calamità naturale, quindi una riduzione al 50% o al 10% di quanto dovuto. Anche sulla Tari abbiamo bisogno di aiuto da parte dei comuni, considerando anche la ridotta produzione di rifiuti” continua Ricci.

“Non possiamo trasformarci in dottori o sceriffi – aggiunge – Non possiamo prendere il nome di chiunque arriva e registrarlo. Abbiamo un compito che è ben diverso, se servono dei controlli li facciano le autorità preposte. Per quanto riguarda la distanza tra gli ombrelloni, quella proposta dalla Regione, 4,5 metri per 5, ci sembra eccessivamente penalizzante e non consentirebbe di fatto a molte strutture nemmeno di aprire. Noi crediamo che 12 metri quadri per ombrellone siano una misura idonea, quindi un 4×3 o anche diversa disposizione ma con lo spazio fisso a 12 metri quadri. Con un limite di persone che possano essere in quello spazio” conclude.