GROTTAMMARE – Di seguito una nota del Comune di Grottammare a firma dell’assessore all’Inclusività sociale, Monica Pomili.

L’amministrazione comunale ha deciso di trovare risorse proprie nel bilancio, di circa 14.500 euro,  affinché nessuno resti solo in questo momento di emergenza sociale, dove è emersa una nuova povertà. Grottammare ha ricevuto dallo stato 106.385,15 euro per supportare con i buoni spesa le famiglie in difficoltà economica. Abbiamo costruito un bando in grado di fotografare con precisione lo stato di bisogno delle famiglie, prendendo in considerazione molti fattori: il reddito (inclusa l’eventuale diminuzione subita), il capitale, l’eventuale presa in carico dei Servizi Sociali, la composizione del nucleo, i figli (a carico o meno), gli anziani, i disabili, la presenza di patologie croniche e il tipo di abitazione (proprietà, mutuo, comodato), con particolare attenzione per i senza fissa dimora. Infine, nell’ assegnazione dei buoni è stata data priorità ai nuclei che non disponevano di ulteriori forme di sostegno.

La realtà che ci siamo trovati davanti è ben diversa dalle percentuali e dagli algoritmi con cui sono stati distribuiti i soldi ai Comuni italiani. Sicuramente, è un grande aiuto, ma con la cifra erogata dal Governo, non si riesce a soddisfare completamente tutte le richieste che abbiamo ricevuto, 573 di cui accettate 431.

L’Amministrazione comunale, anche questa volta, scende in campo con tutte le forze per tendere il più possibile la mano alle famiglie. Questo sostegno va ad aggiungersi alle altre iniziative già messo in atto come la raccolta fondi e la colletta alimentare della spesa SOSpesa in atto in circa venti esercizi commerciali della città.

L’ufficio Servizi sociali ha svolto un grandissimo lavoro, operando anche in modalità smart-working. E’ stato velocissimo ad avviare la procedura per raccogliere le domande e liquidare agli aventi diritto i buoni spesa. Ha erogato e dato risposta prima di Pasqua a 111 famiglie.

Questa emergenza ci ha portato a incontrare molti cittadini che non avevano mai fatto ricorso ai Servizi sociali: di fatti poco più di 30 famiglie erano già in carico ai servizi; la maggior parte delle domande è pervenuta da nuclei che non hanno mai avuto contatti con i servizi e soprattutto famiglie giovani, perché purtroppo le famiglie della nuova generazione, una su due, vivono nella precarietà lavorativa. Ecco spiegato come mai sono molte le domande arrivate per accedere ai buoni spesa.