COLPO DI GRAZIA! Fa veramente ridere ma anche piangere quando sta succedendo nella sanità picena. Un mese fa (16 marzo 2020) fu deciso, con l’assenso di tutti, che il “Madonna del Soccorso” doveva diventare ospedale Covid-19 e nient’altro, trasferendo in Ascoli quei reparti e servizi (Neurologia, Ginecologia, Oncologia e Centro Trasfusionale eccetera) rimasti a San Benedetto dopo lo smantellamento avvenuto gradatamente nel ventennio precedente. Praticamente il colpo di grazia.

Tutti dissero che era giusto, visto che un “Lazzaretto” deve essere isolato. Lo dissi anch’io ma oggi, alla luce di quanto è accaduto e che magari qualcuno aveva furbamente previsto, non ne sono più convinto visto che sono appena 37 i ricoverati a causa della pandemia. Come minimo fu una previsione sbagliata come lo è stata la “splendida idea” di Luca Ceriscioli di spendere 10-12 milioni per un ospedale provvisorio a Civitanova, che non serve più, ancor prima che entri in funzione. Insomma gli altri reparti portati in Ascoli potevano tranquillamente restare a San Benedetto. Dove, invece, addirittura pare che si vogliano trasferire adesso ‘intensivi’ da altre provincie marchigiane. Visto che di posti liberi ce ne sono… in abbondanza.

Il dubbio che il motivo del ‘colpo di grazi al Mds’ era un altro, oggi sorge spontaneo: pare, infatti, che non si trovi chi prese quella decisione, insomma uno scarica barile assurdo. E qui casca l’asino: ritorna in ballo l’inefficienza, la scarsa capacità, l’egoismo di tutta o quasi la classe politica, sambenedettese in particolare, che continua ad essere soggetta ai voleri, non di Ceriscioli, ma dei loro colleghi del capoluogo, che sanno fare gli interessi dei loro concittadini molto meglio di Piunti & C.

Ma è possibile che nessuno si domandi perché i sindaci dell’est del Piceno si sono fatti prima declassare e oggi spolpare (un mese fa definitivamente) il “Madonna del Soccorso”. Adesso il sindaco di San Benedetto del Tronto sta protestando perché rivuole gli ultimi reparti perduti. Con chi non si è capito. Luca Ceriscioli avrà le sue colpe (vedi i 10-12 milioni  inutili per Civitanova, per i quali nessun politico di destra o di manca ha detto una parola, chiedetevi perché) ma sicuramente non quella di avvantaggiare la sanità ascolana rispetto a quella costiera. Non avrebbe altrimenti dato l’indirizzo di rendere uguali gli ospedali di San Benedetto e Ascoli e di costruirne uno nuovo e moderno di Primo Livello a metà strada. Fatti non chiacchiere.

Insomma il territorio di San Benedetto e dintorni è  in mano ad amministratori pubblici poco oculati. Vedi Pasqualino Piunti che alza la voce (anche stavolta purtroppo senza ottenere risultati ma solo per salvare l’immagine? Staremo a vedere) per riavere un ospedale mutilato negli anni (come siamo ridotti!) e non per dare pari dignità alle due città capofila del Piceno. Come vorrebbero i numeri che ritengono matura la nascita di un capoluogo denominato Ascoli-San Benedetto. In altri parti d’Italia l’aggregazione è stata fatta per molto meno. Metterebbe a posto tante cose

Tornando alla Sanità, nel caso fosse impossibile (come pare) avere nel Piceno due nuovi ospedali di Primo Livello, il sindaco di San Benedetto del Tronto dovrebbe porre questa semplice ma strategica domanda ai suoi cittadini: “Se doveste scegliere tra un unico ospedale di Primo Livello in Ascoli o uno nuovo e unico di Primo Livello a ‘metà strada’, cosa fareste? Specialmente alla luce degli ultimi avvenimenti, sono certo che risponderebbero: a metà strada.

L’altra possibilità è quella di arrendersi alla realtà che vede già il “Mazzoni” con tutti e quasi i reparti necessari e il “Madonna del Soccorso” senza più nulla, altro che salvato. Non mi meraviglierei altresì se, fra qualche tempo, verrà chiesto dalla classe politica ‘nostrana’ di accettare l’attuale situazione. Magari con la scusa che i soldi non ci sono più e andare a nascere (per esempio) ad Ascoli è il male minore. Alla faccia del comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”.