SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Né il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli né il direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani sapevano nulla relativamente alle motivazioni dei corposi trasferimenti previsti dai diversi ospedali Covid della Regione al Madonna del Soccorso”: lo scrivono Nicola Baiocchi e Rosaria Falco del “Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso”, in merito all’incontro avvenuto in mattinata tra il sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, i consiglieri comunali Gianni Balloni e Giorgio De Vecchis e lo stesso Milani, oltre che di altri medici dell’ospedale.

“Sembra anche che non esista alcuna richiesta di trasferimento dei pazienti firmata da qualche medico, quasi come se i trasferimenti li avesse richiesti l’Area Vasta 5 stessa: sarà così?” scrivono Baiocchi e Falco.

“Si sarebbe quindi reiterata la situazione verificatasi verso la metà di marzo, quando vennero trasferiti all’improvviso e nottetempo pazienti Covid dal Pesarese: anche allora tutta la direzione sanitaria mostrò di cadere dalle nuvole, e già questa pantomima possiamo definirla vergognosa – continuano – Nel contempo ci giunge notizia che un altro nuovo apparecchio destinato ad effettuare gli esami sierologici per la diagnosi del Covid, è stato mandato naturalmente al Mazzoni”.

“Infine ci risulta che la Regione, in persona del direttore generale dell’Asur, abbia ricordato la richiesta già avanzata (quando?) di inviare entro oggi venerdì 17 aprile il piano richiesto a tutti gli ospedali per le operazioni di ripristino della normale attività” aggiungono.

“A questo punto vogliamo sapere da quanto tempo il dottor Milani ha ricevuto tale richiesta, che non è stata mai menzionata nelle sue frequenti apparizioni, se tale piano sia pronto e in via di sollecita presentazione, e cosa accadrebbe se non fosse presentato nei termini: vorrebbe significare che il ripristino non interessa all’Area Vasta5? Che si preferisce che il Madonna del Soccorso resti ospedale Covid a tempo indeterminato? Non vorremmo mai dover dare credito a queste ipotesi, ma crediamo che tutta la popolazione costiera abbia pieno diritto di sapere quali siano precisamente le modalità e le tempistiche del programmato ritorno di reparti, attrezzature (comprese tutte quelle del centro trasfusionale di cui abbiamo già trattato), personale e servizi nel nostro ospedale” si legge nella nota.

E ancora: “Chiediamo infine se si sia programmata l’istituzione di un apposito reparto di malattie infettive dedicato non solo ai futuri inevitabili casi Covid dei prossimi mesi, ma anche a prevenire future espoliazioni del nostro ospedale in occasione di malaugurate nuove epidemie. Se invece si vuole istituire tale reparto ad Ascoli (ci sembra che la sistemazione della palazzina annessa al Mazzoni vada in questo senso), vorrà dire che il centro dedicato, nel caso di necessità, sarà necessariamente individuato in quel di Ascoli Piceno”.