SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il personale dei Servizi sociali del Comune di San Benedetto ha oramai ultimato il lavoro di esame delle oltre 2200 domande pervenute in risposta al bando per l’assegnazione dei buoni spesa finanziati dai circa 297 mila euro trasferiti dallo Stato.
L’imponente lavoro istruttorio ha permesso di verificare la sussistenza dei requisiti previsti dal bando per 1670 domande. Di queste, 1012 sono state utilmente collocate in graduatoria sulla base delle somme disponibili e per ognuna di esse è stato individuato, sulla base della vicinanza alla residenza anagrafica, uno dei 13 esercizi commerciali che avevano manifestato la disponibilità a partecipare all’operazione attraverso l’emissione di carte prepagate.
L’importo dei buoni varia in base alla composizione del nucleo familiare: 200 euro per le famiglie composte da 1 o 2 persone, 300 euro per quelle composte da 3 o 4 persone, 400 euro per le famiglie composte da 5 o più persone.
“Già il venerdì precedente la Pasqua erano state contattate le prime 164 famiglie collocate in cima alla graduatoria per invitarle a ritirare i buoni – dice l’assessore alle politiche sociali Emanuela Carboni – nel giro di un paio di giorni al massimo, a tutti i beneficiari sarà indicato il supermercato a cui rivolgersi. Non abbiamo ancora assegnato una piccola parte della somma trasferitaci dallo Stato perché vanno esaminate alcune decine di domande per valutare se rientrano nei parametri del bando: in caso affermativo, anch’esse potranno essere soddisfatte a breve. Vorrei rinvolgere un sentito ringraziamento a tutti quei dipendenti che hanno lavorato senza sosta per arrivare il più presto possibile all’assegnazione dei buoni cercando da un lato di verificare le dichiarazioni presentate per non premiare i furbi, che purtroppo non sono mancati, dall’altro per chiedere le integrazioni e i chiarimenti necessari a non penalizzare chi ha effettivo bisogno”.
“Con i soldi a disposizione era il massimo che potevamo fare in questa fase – aggiunge il sindaco Pasqualino Piunti – valuteremo in che modo soddisfare le domande ammesse che non è stato possibile finanziare. I Comuni, come noto, sono in una condizione di estrema difficoltà e ho già posto in sede Anci il problema di come garantire la prosecuzione dei servizi essenziali. Tra questi, mi pare evidente che ci sia il sostegno alle famiglie in difficoltà e ci attendiamo dal Governo una risposta rapida e convincente”.
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Ottimo lavoro, ma per me era troppo alta la soglia di partenza (1800 euro di reddito nel mese di marzo e fino a 10mila euro di giacenza in banca) che ha allargato troppo la platea. A queste condizioni era chiaro che i soldi non sarebbero bastati. Giustamente poi una graduatoria ha premiato i più bisognosi, ma per me con 1800 euro guadagnati a marzo e 10.000 euro in banca non esiste che lo stato (e quindi la comunità) ti debba pagare 200 euro di spesa… Se si fosse adottato, ad esempio, il criterio di Acquaviva che ha fissato il reddito… Leggi il resto »