SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sugli effetti nel nostro territorio dell’emergenza Coronavirus, non solo sanitaria ma anche economica e sociale, interviene il Presidente dell’Associazione ‘Famiglie Numerose’ della Provincia di Ascoli Piceno Rolando Di Matteo.
“La nostra associazione conta seicento famiglie iscritte con tre o più figli. Di queste una parte, circa una trentina, usufruisce mensilmente di aiuti provenienti dal Banco Alimentare. I divieti di muoversi da un comune all’altro ci hanno costretto a sospendere le distribuzioni. Sono già due mesi che molte famiglie non possono più ricevere nulla” afferma.
In attesa dei buoni spesa dei comuni o di altre forme di intervento, Di Matteo fa sua la petizione lanciata del Presidente Nazionale dell’Associazione Mario Sberna per estendere l’introduzione, con il prossimo decreto, di un assegno straordinario per ciascun figlio anche ai figli con più di tredici anni: “L’assegno non può essere limitato ai soli figli minori di quattordici anni, questo significherebbe mettere in grave difficoltà le famiglie, non solo quelle numerose, con ragazzi più grandi e a rischio povertà”.
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“…I divieti di muoversi da un comune all’altro ci hanno costretto a sospendere le distribuzioni. Sono già due mesi che molte famiglie non possono più ricevere nulla…”
Fornire ai volontari dell’Associazione un’autorizzazione a spostarsi durante la raccolta e la distribuzione dei prodotti sarebbe stato complicato ?
Le auto dei volontari del Banco alimentare se fossero state fermati dalle forze dell’ordine non solo non avrebbero dovuto subire sanzioni ma avrebbero dovuto essere “scortate” in modo da velocizzare e non limitare il loro compito.
Si parla spesso a livello nazionale e locale in modo assiduo delle multe agli spostamenti e dei relativi controlli, ma molto poco delle difficoltà economiche e generali delle famiglie e dei singoli cittadini. La questione dei buoni pasto dati qui a S.Benedetto a meno della metà dei richiedenti è una vergogna, ma evidentemente fa poco notizia dato che in rapporto alle suddette questioni trova spazio in rapporto 1 a 10.
Qualcuno, anche su questo giornale, afferma che noi italiani dobbiamo imparare a difendere l’interesse e i bisogni della Comunità e non quello dei singoli cittadini. Questa affermazione rappresenta una pericolosa trappola mentale, perché se invece iniziassimo a sommare i SINGOLI e li considerassimo per il loro TOTALE, ci accorgeremmo che stiamo parlando di una MOLTITUDINE di persone che sarebbe estremamente riduttivo definire Comunità, dato che numericamente parlando più appropriata sarebbe la definizione di POPOLO. (Leggo) dati ISTAT 2018 : 5 milioni di italiani in povertà assoluta, 9 milioni in povertà relativa. Basta far in modo che questa FOLLA sia individualmente… Leggi il resto »