In aggiornamento a quanto scritto sopra in relazione al videomessaggio di Vito Verdecchia, aggiungiamo poi un suo aggiornamento successivo che ci era sfuggito in prima battuta.

“In giornata anche l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) ha emanato la prima circolare che fornisce i primi chiarimenti anche se occorreranno ancora alcuni giorni prima di poter rendere operativa la macchina organizzativa (anche perché per la misura più immediata che è quella dei 25 mila euro bisognerà capire quando è come si pronuncerà la Commissione Europea).

Sintetizzo alcuni chiarimenti contenuti nella circolare Abi:
– Sace interviene a garanzia delle Pmi solo nel caso in cui le stesse avessero esaurito il loro plafond massimo con Mediocredito Centrale. I beneficiari al 31 dicembre 2019 non dovevano essere classificati in difficoltà finanziaria e al 29 febbraio 2020 non dovevano essere deteriorati
Finanziamenti Sace: durata massima 6 anni di cui al massimo due di preammortamento.
Importo massimo erogabile il maggiore tra questi due importi: 25% fatturato per l’anno 2019 (come risultante da ultimo bilancio approvato ovvero dalla dichiarazione fiscale) o doppio dei costi del personale per l’anno 2019 (come risultanti dal bilancio o dai dati certificati qualora l’impresa non avesse ancora il bilancio approvato). Destinazione sostenimento: costi del personale, investimenti o capitale circolante
Costo della garanzia Sace pari a quello anticipato già stamattina 4,25% Pmi 8,50% le altre imprese.
Copertura garanzia dal 70% al 90%.
Per Sace “con successivo decreto del Mef possono essere disciplinate ulteriori modalità attuative ed operative ed eventuali elementi e requisiti integrativi.

Operazioni con Mediocredito Centrale (settore Piccole e medie imprese)
ART 13 del DECRETO LIQUIDITÀ Estensione della garanzia al 90% previa autorizzazione della Commissione Europea (fino a quando non verrà concessa l’autorizzazione resta 80%)
Riassicurazione del 100% dell’importo garantito dal Confidi (idem come sopra resta al 90%)
Possono beneficiare della garanzia anche posizioni deteriorate o inadempienti probabili ma solo se lo status si è conclamato dopo il 31 gennaio.
Ditte individuali e Pmi: possono beneficiare di operazioni fino a max 25% fatturato desumibile dall’ultimo bilancio depositato con un limite di 25 mila con accesso diretto a garanzia Mcc al 100% (previa autorizzazione della Commissione europea ) con rilascio garanzia automatico e gratuito e senza valutazione del Fondo. La banca potrà erogare il finanziamento con la sola verifica formale del possesso dei requisiti senza attendere l’esito dell’istruttoria del gestore del fondo medesimo. La durata del finanziamento può arrivare fino a 72 mesi di cui i primi 24 di preammortamento . Il tasso sarà calcolato sulla base del rendistato.

Novità importante portata da questo decreto anche nelle regioni come le Marche dove fino a certi importi non è consentito l’accesso diretto a Mcc per le misure contenute all’articolo 13 le banche possono muoversi in accesso diretto e non occorre l’intervento del Confidi.

RIPATRANSONE – Lunedì sera il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte insieme ad altri ministri ha annunciato in conferenza stampa l’approvazione di un decreto con il quale lo Stato Italiano, sotto varie forme, garantisce i prestiti alle imprese italiane fornite dalle banche. Il decreto è poi stato pubblicato soltanto giovedì.

Su questo decreto e su una precedente iniziativa del governo nel mese di marzo (garanzie per 25 miliardi che, magicamente e con un moltiplicatore keynesiano monstre genererebbero un giro d’affari per 350 miliardi) si sono generate molte aspettative ma anche molta confusione. Alimentata, ci duole dirlo, anche da parte della stampa nazionale e anche da molti politici di alto livello.

Non solo i ministri e parlamentari: negli ultimi giorni abbiamo sentito presidenti di regione elogiare il governo che ha “messo sul piatto 750 miliardi“, il che equivarrebbe ad un deficit pubblico di quasi il 50% del Pil, o a 10 mila euro a testa per ogni italiano, bambini compresi. Capite che non è così, ed è grave che tra governo, stampa e rappresentanti istituzionali venga diffusa questa falsa informazione che si trasformerà, poi, in delusione.

Per questo motivo ci sembra utile la testimonianza di Vito Verdecchia, direttore generale della Banca di Ripatransone e del Fermano, il quale ha espresso la sua opinione in un video attraverso su Facebook che proponiamo sotto.

Le misure relative alle piccole e medie imprese sono contenute all’articolo 1 del decreto. Da questo emerge che l’importo da erogare alle Piccole e medie imprese, che non potrà superare i 25 mila euro deve essere calcolato sulla base del dato del fatturato desumibile o dai dati di bilancio del 2019 o dalla dichiarazione fiscale dello stesso anno. Qui c’è un primo aspetto critico perché come esperienza sappiamo che per avere dati di consuntivo relativi all’esercizio precedente per le piccole imprese bisogno aspettare una fase molto avanzata del 2020.

Altro elemento: la garanzia Sace, istituto che erogherà una garanzia fino a 200 miliardi. Questa garanzia ha comunque un costo, totale del 4,25% sulla durata del finanziamento, spalmato nei sei anni del prestito, partendo dallo 0,50% fino ad arrivare all’1%, quindi avrà un costo.

Io non voglio entrare nel merito del provvedimento anche se dal mio punto di vista ci sono elementi discutibili, ma dico che prima di fare proclami e di scaricare la responsabilità sul sistema bancario e di far capire che siamo pronti con i 25 mila euro nel cassetto per i clienti, sarebbe stato meglio, da parte dei politici e anche i politici locali che hanno detto che adesso tocca alle banche. 

Nel momento in cui il documento viene pubblicato possiamo calcolare la tempistica di concessione della relativa garanzia. Per cui chi in questi giorni ci sta telefonando, tra commercialisti e clienti, occorre dire che dobbiamo capire come funziona il provvedimento. Pochi proclami e cerchiamo di capire come funziona il tutto”.

 

 

 

Gepostet von Vito Verdecchia am Mittwoch, 8. April 2020