SAN BENEDETTO DEL TRONTO – #andràtuttobene, #restiamoacasa, #rispettiamotuttileregoleeinsiemevinceremo.

Questi, diciamo, sono stati gli hashtag e gli slogan più gettonati dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Tutti uniti per sconfiggere il Covid-19. C’è chi lo sconfigge restando a casa il più possibile e rispettando le regole, c’è chi lo combatte e sconfigge stando in prima linea e direttamente sul campo come gli operatori sanitari.

Una guerra, come l’hanno definita in molti, che si sta appunto combattendo in tutta Italia. Dal Nord, al Centro e al Sud. L’Unità italiana tanto decantata per una nobilissima causa. Si è tutti uguali: nella sofferenza quando sentiamo di persone malate o decedute, nel sollievo quando cominciamo a vedere che le misure emanate per contrastare il contagio cominciano a fare effetto.

Tutti uniti. O quasi. Poi capita che nel Web, però, ci si divida. Ed è successo ieri, 6 aprile, quando c’è stata una manifestazione di solidarietà all’ospedale Mazzoni di Ascoli, “solidarietà e vicinanza agli operatori sanitari e non dell’ Area Vasta 5, impegnati nella difficile lotta all’epidemia da Covid-19″ come specificato nella nota diffusa dalla stessa Area Vasta 5.

Ed infatti, nell’articolo di ieri, io stesso avevo specificato nel titolo (Covid-19, omaggio e Inno di Mameli per gli operatori sanitari del Piceno e non solo) l’obiettivo della manifestazione. Ma nel Web si è scatenato, comunque il putiferio.

“L’ospedale Covid sta a San Benedetto, che c’entra Ascoli?”, “Ecco, sempre ad elogiare Ascoli ma il Coronavirus se lo stanno beccando i sambenedettesi, manifestazione indelicata” sono solo due dei commenti più gettonati, e fra i meno coloriti, di protesta insorti sui Social.

Certo, in Riviera è stato scelto il nosocomio dove ospitare e curare i pazienti colpiti dal Covid-19 ma non credo che i medici ed infermieri di Ascoli si occupino di cose frivole. E comunque ci sono due considerazioni da fare, a mio parere, prima di fare delle polemiche inopportune e al quanto stucchevoli.

1) La manifestazione, come già detto prima era per tutti gli operatori sanitari del Piceno. Tutti. Nessuno escluso.

2) Non ci sono operatori sanitari di serie A e serie B. Ognuno di loro lotta e fa tutto il possibile per curare le persone malate. Pazienti affetti anche da altri mali, non solo il Coronavirus. Gli omaggi e gli elogi al personale sanitario, interessato in queste battaglie quotidiane, andrebbero fatti più spesso e non solo ieri a mio avviso.

Dispiace leggere sui Social di discussioni che sanno tanto del solito campanilismo che spesso fa sorridere perché fatto con leggerezza e goliardia e altre volte è molto amaro perché sa di speculazione, politica e non, in un momento in cui tutti siamo richiamati all’unità. Poi è chiaro che ci saranno temi politici da approfondire dietro a queste manifestazioni oppure perché ad Ascoli non sono stati invitati tutti i rappresentanti comunali del Piceno ma tempo al tempo. In questo momento si parla di omaggio ed elogio per coloro che sono impegnati sul fronte sanitario in tutto il Piceno e, ovviamente, nell’Italia intera.

Inoltre molti di quelli che si sono sentiti offesi per la manifestazione di Ascoli sono gli stessi che erano indignati per la scelta di San Benedetto come ospedale Covid-19: “Ci vogliono appestare in Riviera, vergogna, se li tenessero in Ascoli i malati” oppure “Ecco, ora faranno sicuramente l’Ospedale Unico in Ascoli, una mossa fatta ad arte quella di portare i malati di Coronavirus a San Benedetto”. Commenti che si commentano, ahimè, da soli. Ma se non è così, allora lo scrivo io. Queste considerazioni sono frutto di ignoranza e superficialità.

Giovedì 9 aprile ci sarà una manifestazione anche al Madonna del Soccorso di San Benedetto per omaggiare nuovamente TUTTI gli operatori sanitari dell’Area Vasta 5. Non so se questa iniziativa era già in programma oppure è stata decisa in seguito.

Sicuramente sui Social scoppieranno nuove polemiche, anzi già c’è ne sono: “Eh, vogliono tappare il buco fatto”, “E’ tardi, il danno è ormai fatto”. Insomma ai naviganti di Internet pare che non vada mai bene niente ma questo era già appurato prima dell’emergenza Covid-19.

Sono convinto che i Social abbiano portato tanti pregi e opportunità ma anche, nello stesso tempo, tanta ignoranza e maleducazione. Ma questa è un’altra storia.

Ribadisco, quindi, il concetto espresso precedentemente. Sarebbe meglio evitare queste polemiche banali in un momento storico come questo dove siamo chiamati tutti insieme ad affrontare, ognuno come può, una vera emergenza che è già storia e che le future generazioni studieranno a scuola.

Io un giorno racconterò ai miei figli di come ognuno di noi ha dato un contributo per sconfiggere il Coronavirus e non di come mi sia arrabbiato “perché hanno scelto di omaggiare un ospedale invece di un altro” gridando allo scandalo e al becero campanilismo. Cosa, tra l’altro, non vera.

E chiudo ringraziando tutti, ma proprio tutti, gli operatori sanitari del Piceno e di tutta Italia. Coloro che stanno curando i pazienti affetti da Coronavirus ma anche quelli alle prese con altre malattie gravi di cui ci siamo scordati, forse, dell’esistenza.

Restiamo a casa, certo. Ma restiamo anche umani.