SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il tempo delle calde giornate di sole è ormai alle porte. Quest’anno, però, dubbi e preoccupazioni caratterizzano gli stati d’animo dei gestori degli stabilimenti balneari. Se e quando si potrà dare il via alla stagione estiva è questione ancora molto incerta. Dopo aver ascoltato alcuni albergatori della Riviera delle Palme, spostiamo il nostro approfondimento soltanto qualche metro più in là, sul fronte spiaggia.

Sandro Assenti, Presidente di Confesercenti Turismo Piceno Giuseppe Ricci, Presidente dell’Itb (Imprenditori Turistici Balneari), hanno espresso i loro pareri su come sarà l’estate ormai prossima, d’accordo sul fatto che saranno necessari specifici accorgimenti per salvaguardare la salute dei bagnanti.

Una buona notizia riguarda un quesito posto da Assenti: se fare il bagno al mare sia pericoloso. La risposta è arrivata dalla virologa Patrizia Bagnarelli dell’ospedale Torrette di Ancona, la quale ha spiegato che il virus non sopravvive all’acqua, per cui il bagno è assolutamente consentito.

Restano però dubbi circa la data di inizio della stagione estiva: “Una data certa di riapertura non esiste, al momento non siamo assolutamente nelle condizioni. Ovviamente il trittico dei tre weekend Pasqua, 25 aprile e 1° maggio è saltato” dichiara il Presidente di Confesercenti.

In caso di riapertura degli stabilimenti, tuttavia, saranno certamente necessarie particolari misure igieniche a causa della capacità del virus di sopravvivere nell’aria: “La salute sarà sicuramente al primo posto – scrive Assenti sulla sua pagina facebook – L’emergenza sanitaria ce lo impone. Però se si parla di una seconda fase, dove dovremo convivere con il virus, occorre secondo me predisporre un protocollo comportamentale condiviso per provare a riaprire le nostre strutture balneari: distanze di sicurezza, ombrelloni larghi, mascherine, addetti alla sanificazione continua in spiaggia e nei servizi igienici, schermi protettivi”.

“Immaginare San Benedetto con la spiaggia chiusa (per non parlare degli hotel) è come immaginare un mare senza pesci – afferma il Presidente di Confesercenti – Inventiamoci per quest’anno un nuovo modo di andare in spiaggia. Dobbiamo provarci”.

L’incertezza circa la data di possibilità di riapertura degli stabilimenti è espressa anche da Giuseppe Ricci: “Al momento siamo chiusi e non ci sono prospettive. C’è preoccupazione da parte di tutti i balneari, a livello nazionale. L’estate è già compromessa: questa situazione, che coinvolge tutti a livello mondiale, metterà in difficoltà i turisti esteri. Anche le famiglie del Nord, dove tra l’altro vi sono gli eventi luttuosi più gravi, non avranno nemmeno lo spirito di venire qui in vacanza”.

Il Presidente Itb informa di aver mandato una lettera a Conte perché lo Stato venga incontro al settore turistico balneare, per cercare quantomeno di permettere ai balneari di presidiare le spiagge.

“Una delle richieste è che le rate in scadenza dei mutui – ad esempio per la ristrutturazione dello stabilimento – vengano posticipate alla fine della prossima estate. Quello che incassi durante l’estate è ciò di cui campi fino all’estate dopo. Se non ci sono incassi non mangi. Per questo chiediamo a comuni, Regione e Stato che vengano abbassate anche le tasse, come quella sui rifiuti, dato che non ne produrremo molti. Inoltre, si chiede che i canoni per le concessioni balneari vengano rapportati al canone ricognitorio, pari al 10%. Quindi anche la tassa regionale dovrebbe essere adeguata”.

Per quanto riguarda le misure di sicurezza che saranno adottate nel momento della riapertura degli stabilimenti, Ricci propone: “Credo che occorra che ciascun ombrellone abbia uno spazio di 14-16 metri quadri, con non più di tre persone. Sul servizio di ristorazione, l’idea che ho è quella di far sedere due persone su un tavolo da quattro, quattro su un tavolo da otto e così via, adoperando piatti, bicchieri e posate monouso, fatti di materiale riciclabile”.

“L’augurio che faccio a tutti i concessionari balneari è di tenere duro – conclude Ricci – Allo Stato chiedo di darci la possibilità di continuare il nostro lavoro e, infine, per l’ultima volta chiedo di mettere fine alla tortura data dalla direttiva europea Bolkestein, erroneamente portata avanti dal 2006 dallo Stato italiano”.