FERMO – Non ne poteva davvero più di vedere quell’uomo, ogni giorno, sotto la sua abitazione o nei pressi dell’attività commerciale presso la quale lavora.

Non ce la faceva più a sopportare ancora quel soggetto che la seguiva, a distanza, in auto nei suoi tragitti da casa al lavoro e nei suoi spostamenti.

Si sentiva in difficoltà nel vederlo entrare nel negozio e restare qualche minuto con scuse futili, per poi uscirne stazionando per ore nei pressi ma ben in vista, senza fare nulla.

Era ormai terrorizzata dalle continue telefonate di quella persona che arrivavano in negozio e sul suo cellulare, certa di non avergli dato il suo numero.

Era stata costretta a farsi accompagnare al lavoro dal figlio più grande, cambiando spesso strada ma controllando se fossero seguiti da quell’auto che ormai temeva di vedere in ogni momento, perdendo la sua tranquillità ed il sonno.

Ma nei primi tempi, sperando che quell’uomo capisse che doveva smetterla, non aveva presentato querela nei confronti del suo persecutore: anzi aveva tentato di parlargli, ma l’uomo le aveva risposto in malo modo, ingiuriandola.

Anche il marito ed il figlio avevano tentato di dissuaderlo, affrontandolo nei pressi dell’abitazione, ma lo stalker aveva risposto loro con superficialità, addirittura offendendoli, senza che i familiari reagissero per non aggravare la situazione.

Giunta alla convinzione che niente e nessuno potessero farlo desistere, la donna ha presentato la querela, trattata dalla Autorità Giudiziaria fermana la quale, avvalendosi della Squadra Mobile della Questura, acquisiva ogni utile elemento investigativo per incastrare quel soggetto alle sue responsabilità, con filmati ripresi dalla donna e dai suoi familiari e con le testimonianze di persone che avevano assistito alle molteplici fasi delle vessazioni.

L’uomo, un 50enne fermano, che veniva indagato per il reato di atti persecutori, è stato subito sottoposto dalla Autorità Giudiziaria alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna, ai suoi familiari alla loro abitazione ed all’attività lavorativa della vittima, oltre al divieto di comunicare, in qualsiasi modo, con la donna ed i suoi congiunti.

La misura è stata notificata pochi giorni fa, ma l’uomo non ha compreso la gravità delle proprie azioni e questa mattina è stato ritrovato dalla Polizia di Stato nei pressi dell’attività commerciale della sua vittima.

Infatti, gli operatori della Questura in servizio per il controllo del rispetto delle disposizioni per il contenimento epidemiologico da Coronavirus, a conoscenza del provvedimento cautelare al quale il soggetto è sottoposto, hanno notato la sua presenza a poche decine di metri da uno dei luoghi ai quali non poteva avvicinarsi e, dopo aver fermato l’autovettura sulla quale viaggiava, hanno proceduto alla perquisizione dell’uomo e del veicolo, al termine della quale sequestravano un punteruolo con manico in legno per calzolai, un bastone in legno di lunghezza superiore ad un metro e due paia di forbici, oltre a documenti ricollegabili con le attività persecutorie in precedenza attuate.

L’uomo è stato denunciato in stato di libertà per l’inosservanza del provvedimento cautelare del divieto di avvicinamento e per il porto di oggetti atti ad offendere.