SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito una nota di Piergiorgio Giorgi, Comunità Sant’Egidio, giunta in redazione.

Il sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti chiami a partecipare al tavolo dell’emergenza i rappresentanti  del Terzo Settore.

Come primo aiuto alle popolazioni in difficoltà economica a causa del Corona virus in questi giorni sui Comuni italiani si è riversata una pioggia di denari provenienti per  4.300.000.000 euro dal Fondo di Solidarietà comunale, che è stato anticipato di qualche mese, e per 400.000.000 euro dall’intervento della Protezione Civile. A San Benedetto del Tronto sono arrivati 296.000 euro. L’emergenza ci impone di spenderli secondo criteri di equità, giustizia sociale e di umanità. L’auspicio e la preoccupazione siano che questi fondi, sotto forma di buoni spesa, vengano recapitati a chi ne ha veramente  bisogno. Che la necessità di fare in fretta non si traduca in scelte non corrispondenti ai reali bisogni della nostra comunità.

Il Premier Giuseppe Conte in conferenza stampa ha più volte sottolineato la necessità di operare in stretto contatto con le organizzazioni di volontariato. Pertanto sarebbe opportuno che anche a San Benedetto del Tronto la politica  chiamasse a partecipare al tavolo dell’emergenza chi più di tutti è esperto, competente e conosce i bisogni e le fragilità della nostra comunità: il Terzo settore. Senza nulla togliere alla grande professionalità degli operatori del sociale del nostro Comune, sono le associazioni  di volontariato ad arrivare dove l’amministrazione non riesce. E si tratta sempre dei casi più spinosi, più difficili da trattare, più toccanti da un punto di vista umano. C’è un mondo, quello degli ultimi, degli invisibili che sfugge alle maglie dei servizi sociali. Si tratta degli homeless, degli irregolari, di anziani soli che non arrivano a fine mese, di famiglie senza lavoro e con figli che non riescono a pagare le bollette, l’affitto di casa o a comprare i libri di scuola, a fare spesa. Alcune di queste persone non possono rivolgersi ai servizi sociali, altre scelgono di non farlo perché si vergognano. C’è una grande dignità nella povertà.

Chi più ha bisogno spesso meno chiede. Gli invisibili sono intercettati da quello straordinario lavoro capillare fatto sul territorio dalle Caritas parrocchiali e dalle associazioni di volontariato. Al sicuro delle sedi di queste realtà del Terzo settore c’è un’umanità che si apre e che rivela tutta la sua fragilità. Stabilire un rapporto con chi ha bisogno inizialmente non è mai  facile. Bisogna vincere resistenze dovute alla diffidenza, alla paura, al vissuto che si superano con un ascolto paziente fatto con il cuore e con la competenza. Qui le persone prima di trovare un sostegno materiale trovano un sostegno morale, umano e si sentono accolte trovando conforto alla loro solitudine. Tra i poveri e i volontari nascono spesso rapporti di amicizia per cui chi opera nel sociale torna a casa con un’inquietudine e un’angoscia dovute al fatto di sapere che un amico vive in una condizione d’indigenza spesso drammatica e di difficile soluzione.

A tal proposito mi tornano in mente le parole che Papa Francesco in visita alla Comunità di Sant’Egidio di Roma pronunciò il 15 giugno del 2014:Chi guarda il Signore, vede gli altri. Anche voi avete imparato a vedere gli altri, in particolare i più poveri; e vi auguro di vivere quello che ha detto il Prof. Riccardi, che tra voi si confonde chi aiuta e chi è aiutato. Una tensione che lentamente cessa di essere tensione per diventare incontro, abbraccio: si confonde chi aiuta e chi è aiutato. Chi è il protagonista? Tutti e due, o per meglio dire, l’abbraccio. Nei poveri è presente Gesù, il quale si identifica con loro. San Giovanni Crisostomo scrive: “Il Signore si accosta a te in atteggiamento di indigente…” Siete e rimanete una Comunità con i poveri.” Ecco io sono convinto che queste parole valgano per tutte le realtà del Terzo settore di San Benedetto del Tronto. Ieriho contattato diverse associazioni di volontariato della mia città, a partire dalle più rappresentative, come ad esempio la Caritas, Sulle ali dell’amore, La Coccinella, Il Germoglio, Ora et labora, la Casa famiglia della Parrocchia di Cristo Re, Insieme per la  Solidarietà, La Cooperativa Sociale Lella 2001 nella veste di esponente della Comunità di Sant’Egidio di Andrea Riccardi per fare uno screening della situazione attuale, per  conoscere  come stanno affrontando questa emergenza virus e quante sono le persone di cui si stanno occupando. La risposta è stata unanime: il numero dei residenti in difficoltà è aumentato. Accanto ai casi noti si sono aggiunti individui e famiglie che fino ad un mese fa riuscivano ad andare avanti e che oggi, non potendo lavorare, non riescono a mettere insieme un pasto. Tra questi vi sono anche i lavoratori in nero che sono totalmente privi di ogni forma di tutela. La richiesta di pacchi alimentari, di buoni pasto e di prodotti per l’igiene personale e della casa è aumentata.

Al sindaco Piunti oggi si chiede di rimettere al centro dell’agire politico i cittadini non solo riaprendo il Front Office dei servizi sociali, garantendo agli operatori la sicurezza di cui necessitano, ma soprattutto di chiamare al tavolo dell’emergenza le realtà associative del Terzo settore che operano nel nostro comune al fine di individuare  i criteri di destinazione dei buoni spesa di concerto con i servizi sociali e con le forze politiche. Al Terzo settore venga inoltre fornita la possibilità di inoltrare al Comune le richieste provenienti dalle persone in difficoltà che spesso non dispongono né delle conoscenze, né dei mezzi per accedere ai servizi comunali.