RIPATRANSONE – Da un’idea dell’illustratore Matteo Pericoli, il Comune di Ripatransone e l’Istituto Comprensivo promuovono un’iniziativa che vuole offrire a tutti, ed in particolare ai giovanissimi alunni ripani, la possibilità di utilizzare il disegno come strumento di rappresentazione della realtà osservata dalla finestra in questo periodo di isolamento dalla quotidianità.
“Ora che siamo davvero tutti a casa, la finestra delle nostre stanze si trasforma in punto di contatto col mondo. Un contatto che protegge e separa, ma che allo stesso tempo unisce”, afferma Pericoli. “Questo buco nel muro, al quale eravamo abituati già prima e al quale probabilmente dedicavamo poca attenzione, ora è improvvisamente diventato un’imponente inquadratura su un momento, un grande e strano momento che stiamo vivendo insieme dall’interno delle nostre case e delle nostre individualità”.
Il Sindaco Alessandro Lucciarini De Vincenzi e la Preside Gaia Gentili hanno raccolto questa proposta invitando le classi della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria di Primo Grado a disegnare quanto osservato dalle finestre della propria abitazione.
I disegni verranno raccolti attraverso We School, la piattaforma di e-learning a cui l’IC ha aderito a seguito della sospensione delle lezioni. Si tratta di uno strumento cosiddetto di “flipped school” che favorisce la continuità scolastica tra docenti e studenti ed offre una valida occasione per ripensare il ruolo dell’educazione in un’epoca di forte digitalizzazione della quotidianità.
Digitale e manuale, dunque, in un connubio che vuole permettere ai giovanissimi ripani di esprimersi attraverso strumenti “analogici” e condividerne i contenuti sfruttando le tecnologie del web. I lavori raccolti andranno poi a comporre una mostra che verrà allestita non appena l’emergenza sarà terminata.
“Un momento come questo rallenta i nostri tempi e ci offre la possibilità di soffermarci su dettagli prima invisibili ai nostri occhi”, afferma il Sindaco Alessandro Lucciarini. “Invitiamo i nostri ragazzi a sfruttare questi giorni per illustrare la nostra città che ora possiamo osservare soltanto dalle nostre finestre, magari immaginandola sulla base dei ricordi delle nostre consuetudini. Ne uscirà una rappresentazione plurale che darà ancor più senso alle nostre singole storie personali di cittadini e che potremo poi osservare come un ricordo al termine dell’emergenza, perché TUTTO ANDRÀ BENE”, conclude il Sindaco.
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Contest.. We School… flipped school… ma dov’è andata a finire la nostra bella lingua ITALIANA ! Se l’intenzione è quella di promuovere l’Arte facciamolo non dimenticando che in questo ambito l’Italia è stata – in parte lo è ancora – una immensa Maestra. Non dimentichiamoci i testi, i libretti, delle più grandi composizioni operistiche liriche… una tradizione che continua a resistere alle mode, alle nuove tendenze e alle intrusioni… alle INFEZIONI ! Provate a cantare UT (DO)… RE … MI… FA… SOL… LA… SI… DO Ora provare a cantare C… D… E… F… G… A… B… C Sono le vocali… Leggi il resto »
Hai ragione Riego.
Visto che ormai tutti lo cantano in continuazioe, a quando l’inno italiano in lingua inglese o in chissà quale altro idioma?
Giovanni purtroppo neppure conoscere l’Italiano basta se non sei cosciente di ciò che stai cantanto. Un Inno non è una canzone… tra una strofa e l’altra non dovresti pronunciare Tan, taran, taran, o Pam, param Paran.. Non è una filastrocca… Un inno è poesia in musica, una preghiera, oggi non necessariamente sacra. Un Inno va interpretato … per interpretare devi essere consapevole del testo che stai cantando… anche se non sei intonato. Ma non basta mettersi la mano sul petto per riuscirci, come non basta battersi il petto per riconoscere sinceramente d’aver commesso un errore. Anzi il gorilla, per istinto… Leggi il resto »