SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’effetto della diffusione del coronavirus inizia a mostrare i primi segnali al di là dell’ambito strettamente sanitario. E sono gli aspetti legati all’economia quelli a richiedere gli interventi più urgenti a fronte delle decisioni restrittive che l’emergenza sta imponendo in tutta Italia e non solo.

Si stanno mobilitando anche i titolari degli asili nido privati (sistema integrato 0-6) della Regione Marche , interessati, come tutte le altre scuole d’Italia, dai provvedimenti di chiusura sia regionali che governativi, per ora in vigore fino al prossimo 15 marzo. Circa 130 strutture marchigiane che in questi giorni hanno creato una sorta di coordinamento regionale per sensibilizzare le istituzioni circa la loro situazione.

Ne abbiamo parlato con Biancamaria Ruffini, coordinatrice e titolare del centro per l’infanzia “La Casetta Incantata” di via del Palladio, a San Benedetto. Insieme a lei fanno parte del coordinamento, per quello che riguarda la Riviera delle Palme, l’Asilo nido domiciliare Casa Jasmine, il Magico Mondo di Tata (nido domiciliare), Centro per l’Infanzia Baby Azzurro, Baby World centro per l’infanzia San Benedetto.

Ci spiega Biancamaria Ruffini: “A seguito delle ordinanze e dei decreti, noi asili nido privati siamo chiusi anche se sosteniamo lo stesso le spese di gestione, come fossimo aperti. A questo si aggiunge che i bambini, invece di essere da noi, sono a casa con i loro genitori”.

I titolari degli asili nido privati marchigiani, così, hanno preparato una lettera per sensibilizzare i vertici della Regione Marche: “La nostra proposta è quella di sostenere le famiglie, attraverso un rimborso spese. In questo modo i costi affrontati dalle famiglie sarebbero più sostenibili dalle stesse e si eviterebbero problemi agli asili privati”.

“Anche fossero soltanto 15 giorni di chiusura, noi ci troveremmo in difficoltà. Alla lunga invece saremmo costretti a chiudere. Per il momento, da qualche giorno, abbiamo creato un coordinamento marchigiano, ma non è escluso che nei prossimi giorni non nasca un dialogo con le strutture delle altre regioni d’Italia nella speranza che anche il governo tenga presente la situazione che rischia di crearsi. Stiamo avendo una buona interlocuzione con alcuni enti locali, come il Comune di San Benedetto, però il livello delle decisioni è quello regionale e quello nazionale” conclude.