SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Corsa dei Due Mari a rischio causa coronavirus. E anche la Classicissima Milano-Sanremo. Il mondo del ciclismo, già a dura prova per i casi di positività al Covid-19 registrati nella tour degli Emirati Arabi dal Uae Team , si trova di fronte alla diffusione del contagio in Italia e al decreto del governo che impone lo svolgimento delle gare sportive a porte chiuse in tutto il territorio nazionale. Ovviamente il ciclismo, sport all’aria aperta e sulla strada, non può rispettare questo impegno.

Ma sono i medici delle principali squadre del World Tour (ovvero le formazioni più importanti del mondo che hanno diritto e dovere di partecipare alle competizioni più rilevanti) che, unitamente, hanno chiesto l’annullamento delle corse ciclistiche del mese di marzo in programma in Italia: le Strade Bianche in Toscana (arrivo a Siena), la Tirreno-Adriatico, in partenza l’11 marzo a Lido di Camaiore e con tappa finale a San Benedetto del Tronto il 17 marzo, e la Milano-Sanremo, il 21 marzo.

La notizia è stata rilanciata da molti giornali specializzati nel ciclismo e rimbalza dalla stampa belga che ha diffuso il comunicato firmato. Inoltre la decisione odierna del governo di chiudere tutte le scuole d’Italia fino al 15 marzo (anche se il Ministro dell’Istruzione sta prendendo tempo) rende abbastanza improbabile che la corsa si possa svolgere regolarmente.

Ad ogni modo i medici della Lotto Soudal Cycling Team (Belgio), il Team Jumbo-Visma Cycling (Olanda), il Team Sunweb (Germania), EF Pro Cycling (Stati Uniti), Team Baharain McLaren (Qatar), CCC Team (Polonia), Team Ineos (Gran Bretagna) e di altri sette gruppi avrebbero chiesto l’annullamento delle tre corse: “Il coronavirus può avere un impatto sulla salute dei corridori” scrivono

La fonte sono i giornali del Belgio che hanno pubblicato il comunicato (si leggano www.rtbf.be, LeSoir). 

La decisione finale spetterà ovviamente alla Federazione Italiana Ciclismo ma è chiaro che la situazione non è semplice da gestirsi alla luce di questa richiesta.

Tra gli altri punti accennati dai medici:

“Se le gare dovessero disputarsi, dovrebbe essere garantita la ‘capacità diagnostica’. La domanda è quindi se l’intera squadra debba essere messa in quarantena e per quanto tempo. La gara verrebbe completamente decapitata. L’organizzazione non ha ancora annunciato un piano in tal senso” scrivono, aggiungendo: “In caso di incidente, un corridore dovrà probabilmente essere portato in un ospedale fuori dall’Italia. Gli ospedali italiani sono nel bel mezzo di un periodo di epidemia e il carico di lavoro è molto elevato”.

Anche perché il tutto potrebbe impedire la partecipazione al Giro e al Tour. Coronavirus permettendo.