Ricapitoliamo.

1. Il governo Conte emette domenica 23 febbraio un primo decreto legge sull’emergenza coronavirus.

2. Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli lunedì annuncia una sua ordinanza, ma durante la presentazione in conferenza stampa Conte lo chiama e gli chiede di attendere. Ceriscioli accetta.

3. Martedì Ceriscioli partecipa ad una videoconferenza con tutti i presidenti di Regione in collegamento con il governo.

4. Martedì sera Ceriscioli emette nuovamente l’ordinanza del giorno prima, valida fino al 4 marzo.

5. La sera stessa il Governo Conte annuncia l’impugnazione dell’ordinanza.

6. Il sindaco di San Benedetto Piunti intanto, raro o forse unico esempio marchigiano, recepisce l’ordinanza regionale emettendo una ordinanza comunale con lo stesso contenuto. Valida fino al 4 marzo.

7. Giovedì pomeriggio il Tar accoglie la richiesta di sospensiva del governo sull’ordinanza Ceriscioli.

8. Due ore dopo Ceriscioli emette nuova ordinanza. Valida fino al 29 febbraio.

9. Il sindaco di San Benedetto Piunti è costretto a revocare l’ordinanza comunale altrimenti nella Repubblica Indipendente di San Benedetto le scuole (e tutto il resto) resterebbe chiuso oltre il 29 febbraio.

Coronavirus, anche San Benedetto costretta a due ordinanze

10. Ci siete o vi siete persi?

11. Ma il problema è davvero il coronavirus?