ANCONA – Forze dell’ordine, enti, privati e volontari riuniti per fare il punto dei lavori e approfondire le prossime azioni d’intervento per aumentare la sicurezza pubblica, tutelare l’ambiente e la biodiversità. L’occasione è stata data, oggi, mercoledì 19 febbraio, dalla mattinata formativa che si è svolta nella sala Li Madou della Regione Marche promossa nell’ambito del progetto Life Strade.

L’innovativo protocollo d’intervento per la gestione degli incidenti tra veicoli e fauna selvatica che ha coinvolto, fin dall’inizio, tre regioni, Marche, Umbria, Toscana e cinque province, Pesaro e Urbino, Perugia, Terni, Grosseto, Siena. Due anni di lavoro che si sono tradotti nella progettazione e sviluppo di un sistema unico in Europa, a cui hanno fatto seguito interventi mirati, elaborazione di metodologie, adozione di strumentazioni all’avanguardia, campagne di sensibilizzazione, manuali di buone pratiche, un protocollo di gestione e monitoraggio fra le tre regioni, un’APP che permette a chiunque trovi un animale sulla strada di segnalarlo con foto e coordinate GPS.

“Questo convegno rappresenta un’occasione per coinvolgere aspetti positivi e criticità – ha detto l’assessore alla Caccia e Pesca Sportiva della Regione Marche – di un progetto innovativo, dai risultati tangibili, che ha coinvolto l’intero comparto legato alla sicurezza stradale e alla tutela dell’ambiente. Comparto che, come ente regionale, cerchiamo di sostenere con altri strumenti, come il “Piano Faunistico Venatorio Regionale” approvato ieri dall’Assemblea Legislativa delle Marche, che sarà il riferimento normativo per i prossimi 5 anni e che è stato frutto, proprio come Life Strade, di un percorso partecipato e bipartisan”.

Ad esporre alla platea presente i risultati e la prosecuzione del progetto è stato Luca Convito funzionario esperto della Regione Umbria che ha sottolineato come il protocollo adottato rappresenti un caso di “successo attualmente ripreso ed esportato in altre regioni italiane e in tre paesi d’Europa. Il valore aggiunto apportato da Life Strade, l’alta tecnologia adottata, ha ridotto notevolmente il numero degli incidenti stradali causati dall’attraversamento degli animali. Ma c’è ancora tanto da fare. L’Umbria sta ad esempio potenziando i sistemi di rilevamento collocati lungo gli assi viari con telecamere termiche che monitorano fino a 200 metri di carreggiata”.

A testimoniare la combinazione di intenti e professionalità attivata da Life Strade è stata Alessandra Traetto funzionaria della Provincia di Pesaro e Urbino, che ha esposto alcuni dati relativi al territorio: “Nella provincia abbiamo attivato due impianti a Montecalvo in Foglia e uno lungo la SP3 di Acqualagna-Cagli. Nel primo caso l’utilizzo della tecnologia Life Strade ha evitato più del 97% degli incidenti dovuti all’attraversamento di animali, nel secondo oltre il 95%. La Comunità Europea prevede che le attività previste dal protocollo rimangano operative fino al 2022. Per questo è importante sia che gli enti coinvolti continuino a rivolgere attenzione al progetto, sia che gli stessi riescano a attirare nuovi partner”.

Proprio come fatto per la Provincia marchigiano che, dopo la riorganizzazione degli enti locali, ha ottenuto il supporto del brand urbinate Benelli Armi.

L’azienda – ha detto Silvia Vitoria Micheli, comunicazione e marketing Benelli Armi Spa – rivolge, da sempre, la sua attenzione al ‘green’ e, in particolare, all’ambiente in cui è inserita. Per questo motivo che abbiamo subito accolto la richiesta della Provincia di Pesaro e Urbino di diventare partner di Life Strade per l’anno 2018/2019. Il protocollo presentato oggi agli addetti ai lavori tutela la fauna selvatica e previene i sinistri stradali con un sistema pionieristico capace di tracciare linee d’intervento in Italia e in Europa e di conquistare risultati rilevanti per la salvaguardia delle zone interessate. Il primo anno di collaborazione ha fornito buoni propositi per la continuazione del progetto, da valutare i termini nel futuro”.

Futuro che è “già iniziato” per due nuovi territori nazionali e tre europei e che ha utilizzato l’esperienza acquisita dal protocollo Life Strade per implementare (dal 2018 fino al 2023) il nuovo progetto Life Safe-Crossing: “Si tratta di un trasferimento di buone pratiche con un focus ancor più incentrato sulla tutela della biodiversità in Italia – ha precisato Simone Ricci, coordinatore tecnico del progetto di Agristudio Srl – nel Parco Nazionale della Majella e nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il progetto sarà attuato anche in Spagna, Grecia e Romania. Qui installeremo, ora che sono state individuale le aree in cui intervenire: 27 impianti del sistema ‘Life Strade’, potenziati con riflettori attivi; 100 sottopassi con piccole opere in muratura e interventi sulla vegetazione. Abbiamo previsto una cartellonistica elaborata con la performante tecnica del neuromarketing ed elaborato interventi di natura informativa come videogame per i giovani, gadget, convegni, campagne formative per scuole guida. Ad accompagnare il passaggio del protocollo Life Strade nelle altre zone italiane e straniere è la provincia di Terni (partner del nuovo ‘Life’ insieme ad altre 12 tra enti pubblici e privati)”.

La mattinata è proseguita con l’ intervento di Massimo Pensalfini del CRAS – Centro di Recupero degli Animali Selvatici regionale sul “Recupero degli animali selvatici nelle Marche” focalizzato sugli obiettivi del centro: quello “conservazionistico e quello didattico a cui fa riferimento l’intensa attività di implementazione delle casistiche rilevate negli interventi effettuati presso la banca dati regionale per la quale sono previste convenzioni con l’Università di Camerino, di Urbino, dell’istituto zooprofilattico e della polizia provinciale”.

A mostrare poi un caso di studio che sarà tenuto in considerazione, come modello operativo, dalla Regione, è stato poi Carlo Nardi, tecnico faunistico che ha presentato la “Mappa del rischio” elaborata nel territorio di Macerata, nella quale si evidenziano le aree a maggior pericolosità: “Un progetto da potenziare implementando nuovi dati, caratterizzati da una geolocalizzazione più curata, mettendoli in rete per una condivisione, in tempo reale, di tutti gli organismi coinvolti nella sicurezza stradale”.

 Una necessità sottolineata da Daniele Sparvoli, responsabile dell’Osservatorio Faunistico della Regione Marche e moderatore della giornata formativa che ha evidenziato come “la Regione continuerà a coordinare i rapporti con i vari organismi di gestione e controllo, informare i portatori di interesse dei risultati raggiunti da Life Strade, come ad esempio il coinvolgimento di tutte le autoscuole regionali nella prossima primavera, promuovere giornate formative e, appunto, continuare a popolare la banca dati regionale nella quale confluiscono anche i dati sul rinvenimento di animali morti a causa di incidenti stradali e non solo segnalati anche dai cittadini tramite l’APP “Life Strade” che permette di inviare fotografie ed informazioni al sistema includendo le coordinate della posizione”.