SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I consiglieri di opposizione Rosaria Falco e Marco Curzi, appartenenti al Gruppo Misto, scrivono un lungo comunicato, che in seguito vi riportiamo integralmente, dipingendo una situazione di “semi paralisi” come la chiamano loro per diversi servizi all’interno degli Uffici Comunali di San Benedetto.

A partire dal servizio Stato Civile che opera nella delegazione di Porto D’Ascoli in cui, da quanto riportano Falco e Curzi, un dipendente comunale ha perfino segnalato alla Prefettura la carenza di personale e la “paralisi” del servizio “chiedendo anche all’Amministrazione di trasferire un dipendente a Porto D’Ascoli, a costo zero per l’ente, in modo da ovviare alle criticità. Una proposta ignorata” dicono adesso i due consiglieri.

Per i politici d’opposizione, poi, la recente riorganizzazione firmata da Piunti a dicembre “ha aggravato ulteriormente la situazione”. E non solo della delegazione di Porto D’Ascoli a sentire le parole dei due.

“Per il Servizio di Assetto del Territorio, riceviamo segnalazioni frequenti da cittadini esasperati che, da circa due mesi, a causa di un’assenza per malattia, non riescono ad avere autorizzazioni relative non solo a pratiche edilizie, ma persino a tutte le occupazioni di suolo pubblico – scrivono introducendo anche un altro problema ce sarebbe nato a seguito della riorganizzazione di dicembre: “Il servizio riscossioni coattive e stato trasferito al Servizio Sanzioni e contenzioso della dottoressa Sandroni ed al Dirigente De Berardinis. Appare chiara l’irrazionalità di tale nuova distribuzione: il servizio riscossione coattiva e logicamente collegato al servizio tributi, in quanto oltre il 90% delle entrate da riscuotere coattivamente è costituito da tributi, quindi si realizza una sorta di dicotomia delle stesse poste tra due Servizi di due differenti settori, creandosi di inevitabilmente facili disguidi e lungaggini per i cittadini” scrivono Falco e Curzi.

I quali arrivano anche a evocare situazioni di repressione all’interno degli Uffici: “Trapelano di recente, dalle ultime vicende che coinvolgono l’annunciato stato di agitazione, addirittura tentativi di reprimere o silenziare i diritti sindacali e la legittima espressione delle istanze e delle esigenze dei dipendenti, a scapito dei doveri di collaborazione e della necessaria serenità sul posto di lavoro, che l’Amministrazione ha invece il dovere di garantire”.

 

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QUI IL COMUNICATO INTEGRALE

 

“Partiamo dalla recente vicenda di Carlo Merli, il dipendente comunale che opera della delegazione di Porto d’Ascoli, che per due anni ha rivolto all’Amministrazione comunale segnalazioni orali e scritte, in cui evidenziava una situazione di criticità del servizio da lui gestito, per il quale una sola persona non è sufficiente. Dopo aver provato a proporre anche soluzioni temporanee, constatato che poco o nulla veniva fatto per ovviare al problema lamentato, si risolveva ad inviare la lettera di segnalazione alla Prefettura, come logico seguito a tali segnalazioni e ad una situazione personale di esasperazione e frustrazione.

Il lavoro da svolgere relativamente al servizio di Stato Civile è andato infatti via via sempre crescendo: sono molti di più gli stranieri, e di conseguenza numerose attribuzioni di cittadinanza, con dati e documenti spesso incompleti ed imprecisi da reperire e completare per la procedura, poi gli atti di morte, gli incombenti matrimoniali, le pratiche di separazione e divorzio da effettuare dinanzi all’Ufficiale di Stato civile, competenza introdotta di recente, che comporta un surplus di lavoro, inoltre le Disposizioni Anticipate di Trattamento (testamento biologico), che danno esecuzione ad un decreto legge, e comportano il caricamento di una lunga serie di dati sulla banca dati telematica, insomma, tutte le azioni e gli atti che scandiscono la vita dei cittadini.  Tutto questo carico di lavoro comporta seri problemi, in caso di adempimenti indifferibili, se l’unico responsabile del servizio incorre in un malattia o in un sinistro, cosa peraltro già accaduta.

Con l’ultima riorganizzazione-lampo di dicembre, immediatamente esecutiva e senza previsione di alcun affiancamento, né di un periodo dedicato al graduale passaggio di consegne, la situazione si è aggravata ulteriormente: nell’ufficio dello stato civile del comune erano fino ad allora in organico tre dipendenti di fascia D e uno di fascia C. A seguito degli spostamenti effettuati sono rimasti tre dipendenti di fascia C ed un solo dipendente di fascia D, unico iscritto all’albo degli ufficiali di stato civile e in grado di svolgere tali funzioni, con dequalificazione eccessiva dell’ufficio e difficoltà rilevantissime nello svolgimento in tempi accettabili di tutto il lavoro al servizio dei cittadini. Dall’anagrafe nel contempo è stata trasferita la dottoressa Santarelli di fascia D, mandata nel settore Assetto del Territorio, pur se il dirigente non aveva richiesto personale, tantomeno tanto qualificato come quest’ultima, la quale oltretutto è abilitata ed iscritta all’albo degli Ufficiali di Stato Civile: qualifiche, competenze acquisite e anzianità di servizio completamente ignorate e vanificate, in quanto nel nuovo settore di destinazione (Assetto del Territorio), la stessa non ci risulta avere alcuna competenza, ed occorreranno anni per acquisirla.

I responsabili del servizio di Stato Civile inviavano quindi formale proposta all’Amministrazione per cercare di ovviare alla semi paralisi, proposta inviata anche al Prefetto, in cui si chiedeva di destinare la Santarelli agli uffici dello Stato Civile, onde ovviare al sottomansionamento dell’ufficio e ripristinarne la piena operatività, inviando uno degli addetti di fascia C in organico allo stesso presso la delegazione di Porto d’Ascoli, ad ausilio di Carlo Merli, tutto ciò a costo zero per l’Ente ed ai soli fini dell’efficientamento.

Tale proposta è stata completamente ignorata, e l’ufficio sembra versare in una situazione critica, dovuta non ai dipendenti ma a decisioni che prescindono (anzi, vanno in senso opposto) assolutamente da ogni finalità di efficienza operativa, con grave disagio per i responsabili degli uffici, ma soprattutto per i tantissimi cittadini che abbisognano dei delicati servizi forniti da questo settore.

Parliamo di un servizio che, per l’eccellenza e professionalità con cui era gestito, era preso a punto di riferimento, con i propri atti, per moltissimi Comuni anche fuori Regione, e che ora ha difficoltà ad assolvere alle proprie funzioni.  Le decisioni sulla riorganizzazione del personale sono assunte, da tempo e spesso, senza alcun rispetto per le abilitazioni e le competenze conseguite a spese dell’Ente, e senza che si comprendano i reali motivi di decisioni irrazionali, anche se voci concordi sussurrano di conflitti e rivalità anche datati, ed addirittura di “lesa maestà” nei confronti di soggetti dotati di un’autorità non meglio identificata, ma che sicuramente incuterebbero timore, a quanto parrebbe con il deprecabile beneplacito da parte dell’Amministrazione, che invece di avere riguardo all’efficienza dei servizi ai cittadini, asseconderebbe le lotte e i dissidi interni, quando dovrebbe porvi fine una volta per tutte, sanzionando pesantemente i responsabili.

Per restare poi sui disservizi più macroscopici lamentati, relativamente al Servizio di Assetto del Territorio, riceviamo segnalazioni frequenti da cittadini esasperati che, da circa due mesi, a causa di un’assenza per malattia, non riescono ad avere autorizzazioni relative non solo a pratiche edilizie, ma persino a tutte le occupazioni di suolo pubblico che in questa stagione vanno rinnovate: infatti nel nostro Comune, da sempre forse, occorre che il dirigente istruisca personalmente tali pratiche e prepari il provvedimento di autorizzazione, quando potrebbe essere tranquillamente incaricato altro soggetto, per lasciare al dirigente responsabile solo la firma finale dei procedimenti. In tal modo si alleggerirebbe il lavoro di un soggetto già titolare di incombenze fondamentali e gravose, liberandolo dall’impiegare il suo tempo in pratiche, spesso banali e ripetitive, ma che comunque portano denaro alle casse comunali.

Ma nessuno ha ancora voluto modificare questo assetto illogico per favorire la snellezza dei procedimenti, perpetuandosi, in caso di imprevisti, un disservizio rilevante, in aggiunta al pregiudizio economico in capo all’Ente.

Parliamo dell’Ufficio riscossione coattiva crediti tributari e non tributari: con una determina di riorganizzazione del settembre 2019 le funzioni venivano trasferite dal servizio tributi al servizio Pianificazione Strategica e Controllo di Gestione di Mariagrazia Villa, poi dall’inizio di dicembre, mentre il servizio partecipate è passato alla dottoressa Villa, il servizio riscossioni coattive e stato trasferito al Servizio Sanzioni e contenzioso della dottoressa Sandroni ed al Dirigente De Berardinis.

Appare chiara l’irrazionalità di tale nuova distribuzione: il servizio riscossione coattiva e logicamente collegato al servizio tributi, in quanto oltre il 90% delle entrate da riscuotere coattivamente è costituito da tributi, quindi si realizza una sorta di dicotomia delle stesse poste tra due Servizi di due differenti settori, creandosi di inevitabilmente facili disguidi e lungaggini per i cittadini, che devono confrontarsi con due diversi sportelli per avere un’unica informazione relativamente ad una ingiunzione di pagamento: dove risiederebbe l’efficientamento in tali decisioni?

Continuano poi a perpetuarsi nei meandri della Casa Comunale delle situazioni inspiegabili quanto aberranti: ci risulta da tempo, ed è cosa risaputa, di una dipendente comunale con qualifica dirigenziale D3 (la massima qualifica retributiva) diversi corsi e qualifiche all’attivo nell’ambito della cultura, e competenze maturate e accumulate nell’Ente nei settori Cultura e Sport e nel Servizio Anagrafe, confinata nel servizio Urbanistica al Suap, senza alcuna mansione assegnata, con soppressione della sua posizione organizzativa, nonostante due sentenze di merito in suo favore per demansionamento (che è oggi in talune modalità è considerato una forma di mobbing), che la hanno vista vittoriosa.

Questa situazione è indecorosa e scandalosa e costituisce un ennesimo comportamento repressivo (i cui motivi non ci sono ben chiari, dato che la dipendente, comprensibilmente, rifiuta per timore di darci ogni delucidazione), volto ad umiliare e ridurre al silenzio ed all’impotenza soggetti dotati di potenzialità e competenze, ma evidentemente scomodi a qualcuno, che si arroga il diritto di annullare finanche la personalità dei dipendenti, col beneplacito di questa incompetente e connivente amministrazione e con gravi danni economici per le casse pubbliche, poiché si paga uno stipendio senza che alla dipendente stessa venga permesso di fare altro che stare chiusa in un ufficio e talvolta magari fare delle fotocopie. Inconcepibile.

Ci occuperemo presto di altre vicende interne al Comune, riteniamo che l’efficienza della macchina comunale infatti sia precisa competenza e dovere di chi amministra, in quanto è direttamente proporzionale alla qualità e quantità dei servizi di cui i cittadini hanno diritto e bisogno di usufruire, ed oltretutto è pagata interamente con i soldi pubblici, dunque un uso arbitrario o improprio si ritiene possa integrare perfettamente un grave danno erariale.

E’ ora che questo clima di timore di possibili ritorsioni venga alla luce, abbiamo difeso il dirigente De Berardinis per le ripercussioni negative e le connessioni della sua vicenda con interessi pubblici rilevanti (questione Picenambiente), ma il problema è molto più diffuso e si estende ad ogni Settore e ad ogni Ufficio. Trapelano di recente, dalle ultime vicende che coinvolgono l’annunciato stato di agitazione, addirittura tentativi di reprimere o silenziare i diritti sindacali e la legittima espressione delle istanze e delle esigenze dei dipendenti, a scapito dei doveri di collaborazione e della necessaria serenità sul posto di lavoro, che l’Amministrazione ha invece il dovere di garantire. A proposito, ci chiediamo che fine abbia fatto il famoso Consigliere di Fiducia che doveva tutelare dagli abusi il personale? Che fosse solo un proclama era quasi una certezza comunque, non riponiamo alcuna illusione in questi amministratori”.