SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Intenso scambio di riflessioni in sala consiliare con cittadini, rappresentanti delle istituzioni e ragazzi del Liceo Scientifico “Rosetti” in occasione della celebrazione della Giornata della Memoria.

Coordinati dalla dirigente Stefania Marini e dalle insegnanti Mariella Giammarini e Adelia Micozzi, gli studenti, con l’aiuto di brani di film e documentari, lettura di passi di Primo Levi e Elie Wiesel, riflessioni personali, esecuzione di brani musicali, hanno condotto i presenti, tra cui rappresentanti istituzionali, delle forze dell’ordine, di associazioni combattentistiche e d’arma , in un vero e proprio viaggio nella memoria dell’Olocausto e, più in geneale, nell’odio e nell’intolleranza i cui semi continuano purtroppo a germogliare.

Eseguiti, sempre a cura dei ragazzi del “Rosetti”, alcuni brani musicali.

In apertura, il sindaco Pasqualino Piunti ha ringraziato la scuola per il prezioso contributo offerto alla città, tutte le autorità intervenute e ha sottolineato: “Quest’anno ricorrono i 20 anni dalla promulgazione della legge che istituisce il Giorno della Memoria. Dopo 20 anni il rischio che si possa trasformare in un semplice dovere istituzionale, se non in vuota retorica, è sempre alto. Perciò l’Amministrazione comunale si è posta l’interrogativo di come evitare questo pericolo, dando un senso vivo e vitale al ricordo di quella tragedia dell’umanità. Da lì è partito il confronto con il mondo della scuola che, nonostante le difficoltà di cui soffre, conserva sempre una vitalità, una voglia di approfondire, interrogarsi, proporre che non sempre si rinviene nel resto della società. Da un confronto, in particolare, con il Liceo Scientifico “Benedetto Rosetti”, con la sua dirigente e con gli insegnanti che hanno svolto specifici lavori nelle classi quinte, è nata l’idea di un momento pubblico come questo, imperniato su un colloquio aperto e informale”.

“Il taglio che si è voluto dare alla celebrazione di quest’anno – ha concluso il sindaco – è infatti quello di approfondire il tema di quanto, del ricordo di ciò che è accaduto nei campi di sterminio, si sia effettivamente consolidato nel sentire collettivo e in quale forma”.