SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Come giudicare se un sistema turistico nel suo complesso stia ben funzionando garantendo l’ottimizzazione sia finanziaria che ambientale, sociale, urbanistica? Gli studi a tal proposito sono tanti ma nel profluvio di considerazioni che ogni anno accompagna la pubblicazione dei dati sull’andamento turistico, va notato come manchino gli elementi di base, almeno nel Piceno, per comprendere lo stato di fatto e quindi pensare ai possibili scenari e alle azioni da intraprendere per migliorare.
Ne abbiamo già parlato qui, quando ci siamo sforzati di far capire come l’analisi territoriale da Cupra (o Massignano) a San Benedetto (e perché no, Monteprandone ma almeno anche Martinsicuro, in Abruzzo) sia appesantita da piccole divisioni amministrative quando il sistema turistico è unico.
Servirebbero dati e indicatori, facili da elaborare e da comprendere, a patto che esistano delle banche dati iniziali. Purtroppo poco esiste, al di là del lavoro statistico dell’Osservatorio Regionale del Turismo. Chi quindi vuole bene al Piceno, alla Riviera delle Palme e al Turismo, amministrazioni pubbliche per prime, dovrebbero attivarsi per la produzione di piccoli report annuali che garantirebbero una comprensione maggiore del fenomeno e anche della stima del fatturato.
Per ora gli indicatori a disposizione sono solo questi: arrivi turistici; presenze turistiche (pari al numero di arrivi moltiplicato per notti di pernottamento); ripartizione degli stessi tra italiani e stranieri e tra alberghi ed esercizi extra-alberghieri. Non è preso in considerazione il pur considerevole volume degli appartamenti privati, difficilmente rilevabile, né ovviamente il turismo pendolare. Si ha una ulteriore valutazione del numero dei posti letto ripartita per tipologia di struttura ricettiva. Non abbiamo – magari esistono ma non sono di pubblica consultazione, ci sembra – informazioni circa la mensilità di arrivi e presenze, elemento essenziale: trattandosi di stazioni balneari confrontare alcuni dati su base annuale non fornisce risposte utili.
Quali sono gli indicatori che servirebbero?
a) rapporto tra presenze turistiche (mensili) e popolazione residente.
b) rapporto tra presenze turistiche (mensili) e capacità ricettiva (numero posti letto): anche questo sarebbe utile su scala mensile, quando, almeno d’estate, tutta la capacità ricettiva è disponibile essendo hotel e strutture turistiche tutte aperte.
c) dati ambientali, come rapporto tra presenze turistiche (mensili) e consumo di acqua (mensile), produzione di rifiuti (mensile) e altri indicatori (ad esempio rapporto tra presenze turistiche e reati nei mesi estivi rispetto all’inverno).
Per esprimere comunque un giudizio sulla bontà o meno dei flussi turistici, sarebbe importante intanto conoscere qual è la capacità di ospitare turisti nel periodo di punta.
In attesa dei dati del 2019, confrontiamo infatti quanto avvenuto tra il 2014 e il 2018 (dati Osservatorio Regionale Turismo) a San Benedetto, Grottammare, Cupra e Senigallia per avere un dato di paragone. Qui la tabella di sintesi.
Quando parliamo di “Città Grande”, si consideri che da sola Senigallia è estesa quasi due volte la somma delle tre città picene menzionate: 117 chilometri per Senigallia, 70 per San Benedetto, Cupra e Grottammare. Il che conta e obbliga a considerare la Riviera delle Palme una unica destinazione turistica (molti turisti della zona sud di Grottammare pensano di essere a San Benedetto mentre non è raro che chi sia a Porto d’Ascoli creda di essere in un altro comune rispetto a San Benedetto: questo per testimoniare che alcuni desueti frazionamenti amministrativi creano solo debolezza e non ricchezza attrattiva).
SAN BENEDETTO Nel 2018 aveva complessivamente 10.331 posti letto, di cui 3.131 nell’extra-alberghiero e 6.879 nell’alberghiero (86 strutture): un posto letto turistico ogni 4,6 residenti (abitazioni private escluse). Di questi sono 1138 i posti letto negli alberghi a 4 stelle, 3.838 a tre stelle, 633 a due stelle, 29 ad una stella, 1241 in “residenze turistico alberghiere”, 436 campeggi, 184 in “alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale”, 29 in agriturismi, 599 in case per ferie, 1416 in “altri esercizi ricettivi”, 321 in bed and breakfast.
Nel 2018 le presenze turistiche (poi aumentate di quasi il 4% nel 2019) sono state 749.654. Non avendo i dati mensile, per avere una idea di grandezza della densità di occupazione dei posti letto esistenti, possiamo dire che se i 10.331 posti fossero sempre pieni, servirebbero 72 giorni. Ovvero dal 1° giugno all’11 agosto, mentre per il resto dell’anno il settore recettivo non produrrebbe un centesimo di fatturato.
GROTTAMMARE Nel 2018 i posti letto erano 4.335 di cui 1.570 extra-alberghieri e 2.765 alberghieri (28 strutture): un posto letto ogni 3,7 residenti (il che indica mediamente una incidenza del fatturato turistico in rapporto alla popolazione più alto). Posti letto così ripartiti: 374 in hotel a 4 stelle, 1.004 in 3 stelle, 231 a 2 stelle, 1.156 in “residenze turistico-alberghiere”, 960 in campeggi, 197 in “Alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale”, 46 agriturismi, 36 case per ferie, 300 in “altri esercizi ricettivi”, 228 in bed and breakfast, 4 in altri alloggi privati.
In rapporto alle presenze turistiche del 2018 (poi notevolmente aumentate nel 2019), queste sarebbero state “colmate” con 60 da tutto esaurito: dal 1° giugno al 30 luglio. Questo significa ad esempio che Grottammare aveva, nel 2018, molto più margine di crescita rispetto a San Benedetto (possiamo stimare che questo dato sia salito a circa 68-69 giorni nel 2019).
CUPRA MARITTIMA Nel 2018 i posti letto erano 5885 (ma quasi il doppio nel 2014), di cui 5252 complementari e 633 alberghieri (12 strutture). Dunque una altissima densità in rapporto agli abitanti: 0,91 residenti ogni posto letto turistico, anche se il dato è gonfiato dai camping. Di questi 41 nei 4 stelle, 327 nei 3 stelle, 126 nei 2 stelle, 4.714 nei camping, 56 nei villaggi turistici, 76 in appartamenti privati gestiti in forma imprenditoriale, 100 negli agriturismi, 21 in case per ferie, 327 in “altri esercizi ricettivi”, 34 nei bed and breakfast.
Se i 5.885 posti letto fossero sempre pieni, le presenze del 2018 sarebbero state raggiunte in 36,4 giorni: dal 1° giugno al 6 luglio (possiamo stimare questo dato salito a circa 57 giorni nel 2019).
SENIGALLIA Nel 2018 i posti letto erano 13.269, di cui 6.245 extra-alberghieri e 7.024 alberghieri (questo dato superiore di poco a San Benedetto) con 82 strutture ricettive alberghiere. Nel 2018 le presenze complessive furono 921.994, di cui 334.210 extra-alberghiere e 587.784 alberghiero (questo dato inferiore a San Benedetto, nel 2018 645.578 negli alberghi).
Se tutti i posti letto fossero sfruttati, il turismo senigalliese nel 2018 sarebbe durato 69,5 giorni: poco meno che a San Benedetto, indice di una intensità di sfruttamento comunque abbastanza simile ma con un potenziale da sfruttare ancora maggiore.
COSA CI DICONO QUESTI DATI Ci confermano come San Benedetto dovrebbe essere la città a più alta densità di turismo in relazione ai posti letto, quindi a maggiore occupazione e più difficile crescita. Differenza colmata da Grottammare e Cupra nel corso del 2019, dopo il crollo post-sisma, a testimonianza di come il riempimento di San Benedetto sia trascinatore dell’intero sistema, e non viceversa. Ciò significa che una politica oculata condivisa converrebbe a Grottammare e Cupra per alleviare la dipendenza da San Benedetto (subita) e usufruire del brand evidentemente più ricercato.
COME ERA NEL 2014 Si nota come a Grottammare e Senigallia il numero di alberghi non sia cambiato, e a Senigallia neanche il numero di posti letti alberghieri: probabilmente grazie a piani urbanistici comunali che impediscono il cambio di destinazione d’uso. Perdono invece San Benedetto e Cupra, dove diminuiscono anche i posti letto alberghieri (a Cupra anche quelli extra-alberghieri).
Aumentano però sia a San Benedetto (molto) che Grottammare (così come a Senigallia) i posti letto extra-alberghieri, ma soltanto a San Benedetto la somma registra una variazione consistente dei posti letto totali (+602). Questo vuol dire che, nonostante la contrazione alberghiera, la città sta lentamente aumentando la propria potenzialità turistica al di fuori degli hotel.
Tranne Cupra, che ha recuperato i livelli pre-sisma, si registra una contrazione delle presenze sia a San Benedetto che a Grottammare che a Senigallia.
Ma qui si entra in un “sistema” che non è più quello cittadino e neanche di comprensorio ma quello regionale: ricordiamo che nel 2018, rispetto al 2013, le presenze nella Regione Marche erano scese di oltre il 45%. Nessuno può fare miracoli, Regione Marche?
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Caro Pierpaolo, quando si insediò questa amministrazione proposi l’elaborazione mensile (almeno per il periodo di alta stagione) ma l’assessore non era favorevole (probabilmente non sapeva cosa farsene)! Se non c’è la cultura del dato ma solo quella dei proclami per generare consenso non avremo mai la forza .
Per le considerazioni sull’analisi dei dati c’è da dire che la diminuzione dei posti letti è l’emblema della crisi del settore, al di là della densità turistica