SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si torna a parlare di sanità e ospedale unico. La posizione del comune di San Benedetto, espressa nella Commissione riunita nel pomeriggio del 21 gennaio, è chiara e definita: si farà ricorso al Tar a seguito della delibera della giunta regionale del 30 dicembre, in cui si avvalora la scelta della Regione Marche della costruzione di un nosocomio di primo livello nell’area di Spinetoli – Colli del Tronto.

Ad annunciare la volontà di impugnare la delibera regionale è il sindaco Pasqualino Piunti, che riassume l’iter che ha condotto necessariamente a tale decisione: “Abbiamo votato all’unanimità un documento, passato anche ad altre amministrazioni che sono contrarie alla localizzazione dell’ospedale a Pagliare. Questo era l’oggetto della mozione portata alla conferenza dei sindaci ed è stata oggetto di un esposto. Abbiamo diffidato la regione a prendere decisioni che non fossero coerenti con quello che noi, a rigore di legge, sostenevamo. La regione, con la delibera del 30 dicembre, va da tutt’altra parte, ribadendo la volontà della collocazione dell’ospedale a Pagliare”.

“A questo punto il comune deve andare avanti, resistere e impugnare questa delibera davanti al Tar” afferma Piunti, riassumendo le motivazioni che conducono al ricorso: “Il bacino di utenza e il relativo disagio che si potrebbe creare impone che non si possa accettare la delibera. Inoltre, i parametri stabiliti dal decreto ministeriale, sui flussi turistici e fattori di rischio, sono tutti stravolti da questo progetto. Nella delibera, poi, si legge che non ci sarebbero rischi geologici: a fronte di controlli, invece, tali rischi non vengono totalmente esclusi, in quanto territorio a rischio medio di esondazioni”.

Inoltre, il sindaco sottolinea i punti di debolezza della delibera regionale del 30 dicembre, in cui vi sarebbe un richiamo reiterato alla conferenza dei sindaci, “non rappresentativa della volontà dei cittadini”, e alle delibere dei consigli comunali di Spinetoli e Colli, dove di fatto le amministrazioni si impegnano perché il progetto veda la luce.

“Tutte le motivazioni del ricorso – annuncia il primo cittadino – saranno ribadite direttamente a Ceriscioli che, dopo aver negato una visita in città, ha dato disponibilità di un incontro ad Ancona il giorno precedente all’approvazione del Piano Socio-Sanitario, cioè il 3 febbraio”.

“Nel frattempo – aggiunge la consigliera Rosaria Falco – abbiamo ricevuto segnali allarmanti sulla diagnostica, dei disservizi che mettono a rischi la salute. Hanno deciso di chiudere e spostare un’eccellenza come la nostra diagnostica. Vogliono far credere ai cittadini che l’ospedale non funzioni per chiuderlo”.

Il consigliere Giorgio De Vecchis sottolinea come la zona di San Benedetto sia la più penalizzata delle Marche, rivolgendo una critica al sistema Asur, definito “distante dal territorio, con una giunta che si interfaccia solo con Ancona”.

“Ad Ancona, con 101 mila abitanti, a fronte dei 104 mila abitanti della nostra fascia costiera, quanti ospedali ci sono? E a noi vogliono togliere l’unico che abbiamo?” domanda De Vecchis.

Sulla carenza dei servizi al Madonna del Soccorso interviene il presidente del comitato Nicola Baiocchi, che informa sulla situazione del centro trasfusionale dell’ospedale: “Per un flacone di sangue occorre chiedere a un medico che al pomeriggio non c’è più, così che da San Benedetto si debba chiamare Ascoli per richiedere i flaconi d’urgenza. È un’assurdità, dati i codici rossi che arrivano ogni giorno al Pronto Soccorso”.

“Inoltre – conclude Baiocchi – nel Piano Socio-Sanitario ci dovrebbe essere una chiara un’analisi costi/benefici e questa analisi non esiste”.