SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La pubblicazione dei dati sui flussi turistici del 2019 da parte del nostro giornale (la fonte è l’Osservatorio Regionale sul Turismo, anche se i dati ancora devono essere certificati e potrebbero subire piccole variazioni) ha dato origine a numerose discussioni e valutazioni. Proprio per evitare quello che avviene solitamente da parte delle Amministrazioni Comunali, ovvero conferenze stampa spot con le quali si commenta l’andamento degli ultimi 12 mesi confrontati ai precedenti 12, un anno fa avevamo rielaborato tutta la serie storica disponibile, partendo dall’ultimo dato confrontabile che abbiamo trovato, ovvero il 2000.

Nonostante questo, e nonostante vi sia stata una evidente cesura sui flussi turistici nel 2016 a causa del terremoto e dunque il confronto pluriennale sia quanto mai necessario per comprendere quello che sta accadendo e inserirlo in un contesto più ampio, le discussioni, purtroppo, si concentrano sul dato secco, sintetico: presenze 2019 vs. presenze 2018.

Cercheremo, dunque, di ampliare l’orizzonte e anche indicare, umilmente, alcuni limiti dell’attuale analisi dei flussi turistici perché al momento non esistono – o almeno, se ci sono non sono di pubblica divulgazione, il che è equivalente – banche dati certificate, indicatori di pressione, di qualità, di stagionalità che consentano di avere un quadro chiaro di quello che avviene nel Piceno.

Per motivi di lavoro ne avevo elaborati alcuni all’inizio dei Duemila e ho rielaborato le serie storiche un anno fa, anche se un giornalista dovrebbe divulgare dati già assestati e non rielaborarli: per quello esistono, a vario titolo, le Istituzioni.

Presto, ad ogni modo, forniremo dei dati che aiutaranno a capire cosa sta davvero avvenendo nel Turismo Piceno.

SAN BENEDETTO E LA SUA CENTRALITA’ Nel 2019 la tendenza nel Piceno è stata di una notevole crescita delle presenze, magari aiutata dal bel tempo nella stagione estiva, ma sicuramente dal recupero successivo al crollo seguito al terremoto nel 2016: infatti anche Ascoli, pur tra chiaroscuri, sembra abbia terminato la sua parabola discendente e sia cresciuta di oltre l’8%, anche se è ancora a meno della metà delle presenze rispetto al 2015.

San Benedetto è passata dalle 792.817 del 2015 (si escludono gli appartamenti privati) alle 749.954 del 2018 e alle 777.407 del 2019: possiamo dire che la discesa del biennio 2016-17 è stata, almeno, recuperata.

Grottammare invece è passata dalle 306.793 del 2015 alle 260.101 del 2018 (-9,5% sul 2017) alle 298.645 del 2019. Idem a San Benedetto.

Cupra Marittima dalle 237.000 del 2017 alle 214.619 del 2018 (-10%) alle 279.936 del 2019.

Questi dati ci dicono, ovviamente, che le tre città, e tutto il Piceno, non sono slegate le une dalle altre dal punto di vista turistico e che San Benedetto, da sola, vale quasi la metà delle presenze di tutta la provincia (1.636.629 in tutto).

Anche se oggi spesso i turisti cercano magari la struttura turistica più adatta, in termini di qualità e prezzo, alle loro esigenze (digitando magari hotel+adriatico su Google), non vi è dubbio che San Benedetto sia la località regina almeno da Senigallia fino alla Puglia.

Vedendo l’andamento di quanto accaduto dopo il terremoto, abbiamo visto anche come San Benedetto abbia recuperato più celermente delle altre città, le quali hanno continuato a perdere turisti anche nel 2018, per colmare la lacuna, tutto d’un colpo, nel 2019.

Quando si commenta una crescita dello 0,4% del settore alberghiero cittadino, inoltre, va considerato ulteriormente la chiusura di storici hotel (come l’Hotel Persico), cosa che va ad influire sul numero di presenze alberghiere le quali, nonostante tutto, non hanno mostrato flessioni. Come spiega poi il presidente dell’Assoalbergatori Gaetano De Panicis, la conversione di un hotel in residence non compensa dal punto di vista delle presenze, in quanto gli hotel affittano camere e i residence appartamenti.

Vogliamo dire che le buone performances di Grottammare e Cupra non possono essere lette in contrasto con quanto avviene a San Benedetto ma semmai in simbiosi, avendo le Amministrazioni comunali singole poco potere per influenzare da un anno all’altro le presenze turistiche (altrimenti dovremmo dar loro la colpa per le difficoltà riscontrate anche nel 2018 mentre San Benedetto era ancora in crescita).

Certo è che lo sforzo delle Amministrazioni può invece influire, più che con iniziative spot annuali, nell’insieme dell’andamento turistico, ma per dare un giudizio pur parziale occorrerebbe almeno far trascorrere un mandato. Ma se, poniamo, Grottammare o Cupra Marittima divenissero ulteriormente attrattive tanto da richiamare un numero di turisti notevole che non trovassero neppure posto nelle strutture ricettive locali (turisti, dunque, che non vogliono semplicemente “mare” o “adriatico” su Google ma, proprio, “mare+grottammare” o “adriatico+cupra“), la prima località che verrebbe interessata positivamente sarebbe San Benedetto. E viceversa. Senza dimenticare l’influenza di Martinsicuro e Alba Adriatica.

Sarebbe infatti necessario che, una volta conclusa l’esperienza del Consorzio Turistico Riviera delle Palme e posta sotto un interrogativo la situazione dei Sistemi Turistici Locali individuati dalla Regione Marche, le Amministrazioni comunali iniziassero una interazione seria e coordinata, senza sprechi di risorse e sciocchi individualismi, coinvolgendo le associazioni turistiche cittadine.

Perché capiamo pure certe resistenze mentali nel considerare unica una città che tale è nonostante i vecchi confini amministrativi che la segmentano, ma almeno una collaborazione a partire da una banca dati comune aggiornata e brochure ed eventi comuni sarebbe quanto mai auspicabile.

 

 

Turismo, San Benedetto sorride: +3,6%. Bene gli Esercizi Complementari, alberghi così così

Turismo, che balzo a Grottammare. Presenze totali +14,8%, alberghi +17,5%

Anche Cupra risponde alla grande: presenze +30%, benissimo i camping, bene gli alberghi