Rebus Sanità Picena. La mia intervista a Luciano Agostini, ex parlamentare e oggi responsabile regionale Pd della sanità picena, ha generato un vespaio e prodotto (strano ma vero) la reazione di due persone al di fuori della militanza politica, Claudio Maria Maffei e Nicola Baiocchi. Strano ma vero perché la cosa più importante che ha detto Agostini è stata quella di voler incontrare i sindaci di San Benedetto e Ascoli Piceno per trovare insieme una localizzazione diversa da Pagliare se ai due rappresentanti delle città capofila picene non sta bene. Un problema che si aggiunge a quelli che un esperto di sanità come Maffei  ha elencato con chiarezza nelle sue considerazioni.

È vero perché non è difficile trovare una spiegazione al loro silenzio. Conferma che dietro alle dichiarazioni più o meno recenti di Marco Fioravanti e di Pasqualino Piunti c’è un unico obiettivo, quello di perdere tempo e non fare nulla perché consapevoli che un accordo non possono trovarlo. Il loro interesse verso i propri concittadini è solo elettorale quindi campanilistico e non frutto di un ragionamento logico e per il miglioramento della sanità picena. Altrimenti avrebbero colto al volo l’invito di trovare un luogo che vada bene ad entrambi visto che è ancora possibile cambiare la destinazione Spinetoli. Almeno per dare una svolta alla marea di chiacchiere fatte fino ad oggi.  Il nocciolo della questione è tutto qui, tutto il resto è chiacchiericcio e interesse propagandistico personale-elettorale.

Come dimostrano le considerazioni inviate alla nostra redazione da Claudio Maria Maffei e Nicola Baiocchi, entrambi liberi da logiche elettorali.

Logica elettorale, ci mancherebbe, che riguarda anche Luciano Agostini ma, se la sua intenzione di cambiare Pagliare è semplicemente strategica, l’unico modo per capirlo è quello di accettare l’invito. Se Piunti e Fioravanti non accettano, è l’ennesima dimostrazione che l’ex onorevole è molto più furbo di loro perché sa che i due Primi Cittadini (appunto il vero nocciolo della questione) sono in un angolo buio dal quale non sanno come uscirne. Non si spiegherebbe altrimenti il nomignolo ‘Lu lope’ (il lupo) che la città di Offida ha affibbiato all’ex sindaco e parlamentare.

Ecco le considerazioni del medico anconetano Maffei e del sambenedettese Baiocchi

CLAUDIO MARIA MAFFEI: “Nell’intervista Luciano Agostini da politico avvertito qual è non è potuto andare oltre una dichiarazione importante ma generica: il nuovo ospedale dell’Area Vasta 5 è una opportunità da non perdere. Non gli importa dove, ma gli importa che venga fatto. Su tutto il resto anche lui paga la mancanza di analisi sia di tipo economico che di tipo organizzativo a distanza di oltre tre anni e mezzo dal primo comunicato stampa della Regione e di Ceriscioli sul nuovo Ospedale del Piceno, comunicato che risale al marzo 2016. A distanza di quasi quattro anni nulla si sa sulle due  questioni fondamentali il cui chiarimento (scelta del sito a parte, che dovrebbe avvenire dopo) dovrebbe essere preliminare rispetto a qualunque confronto pubblico sul tema (confronto che in questa confusione diventa tanto acceso quanto sterile):

  1. cosa succede degli ospedali di San Benedetto ed Ascoli dopo la costruzione del nuovo ospedale del Piceno;
  2. i costi stimati del nuovo ospedale e del mantenimento in funzione dei due attuali ospedali nel periodo necessario alla costruzione del nuovo.

Sul primo punto (il destino degli Ospedali di San Benedetto ed Ascoli) Ceriscioli nell’estate del 2018 presentò ai sindaci delle slide in cui si davano dei numeri e delle ipotesi sul nuovo ospedale e sui due “vecchi”: le strutture di San Benedetto ed Ascoli sarebbero stati trasformati in ospedali di comunità. Oggi il nuovo Piano in corso di approvazione parla invece di “destino” da decidere ancora tra sindaci e Giunta. Quindi l’ospedale nuovo si farebbe e quelli vecchi …boh? Vedremo! Si fornisce poi nel nuovo Piano l’esempio di Fano dove accanto al nuovo ospedale di Marche Nord rimarrebbe un ospedale (quello attuale) con Pronto Soccorso, terapia intensiva, lungiodegenza, riabilitazione, chirurgia d’urgenza, ecc. Questo non sarà possibile per l’ospedale di Fano (l’accordo col sindaco è valido elettoralmente, ma per nulla credibile sul piano tecnico) e non sarà possibile né per San Benedetto né per Ascoli.

Sul secondo punto Luciano Agostini (politico che ho avuto modo di apprezzare quando ho lavorato in Regione) afferma che Baiocchi “come fa a sapere se i costi sono congrui se non si sa come verrebbe realizzato il nuovo ospedale. Il progetto comparativo si può fare soltanto con il progetto sotto mano”. E Agostini conclude: “Oggi sulla base di cosa, Baiocchi dà certi numeri?”. Rigiriamo la domanda ad Agostini: e come fa allora la Regione  a dare i  numeri se il progetto non c’è?

Purtroppo l’incertezza su questi due punti paralizza il processo decisionale e costringe Agostini a dichiarazioni generiche. Fra l’altro il nuovo Piano in corso di approvazione subordina la costruzione dei nuovi ospedali alla disponibilità di analisi da sottoporre ad un vaglio preliminare da parte della Commissione consiliare competente. Analisi che mancano per l’area del Piceno. O quelle già fatte sono sufficienti? E se sono già state fatte perché non vengono messe a disposizione del territorio?

Visto che siamo a fine legislatura è verosimile che tutte le dichiarazioni di questo periodo, comprese quelle di Agostini (in una certa misura di buon senso) valgano più come programma elettorale che non come programma operativo. Per quello i tempi mi pare non ci siano più. Quello che non è stato fatto in quattro anni, come si può farlo in quattro mesi?” 

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NICOLA BAIOCCHI: è stato chiesto ad Agostini perché il costo (200-250 milioni) sia così elevato : «Costa quasi come il mega nosocomio che si sta per realizzare a Milano …».

Per me Baiocchi inventa ‘sciocchezze’ una dietro l’altra. Lo dimostri”.

Il 26 giugno 2019 il dottor Livini, Direttore dell’AV4 afferma che “il costo per un posto letto è di 150.000 euro mentre il costo al m2 è di 1.750 euro. Sono costi di mercato, reali”. Prendendo anche lo studio del 2017 dell’IRES (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Piemonte” sull’edilizia ospedaliera si ottengono cifre similari. Ora pochi calcoli: Fermo 40.000 m2: 70 milioni; Macerata 70.000 m2: 134 milioni; Policlinico di Milano: 23.000 m2: 135 milioni più infrastrutture varie: totale 201 milioni, come riportato sul sito ufficiale del Policlinico. Ospedale Universitario Sant’Anna di Pisa: ho solo i posti letto, 1.600, che confrontati con quelli di Milano danno 240 milioni. A questi si deve aggiungere il costo per l’Università. Sul sito ufficiale è prevista una spesa di 240+130 milioni.

Continua Agostini: “ma non voglio esimermi dal dare spiegazioni. Il costo dipende dall’offerta che verrà fatta”.

Offerta per fare cosa, con quale progetto? Il costo dipende dal progetto: dopo arrivano le offerte. Vado ad un’asta, faccio l’offerta e dopo mi mostrano l’oggetto?

Agostini: “La Regione Marche ha scelto di utilizzare il Project Financing, come previsto dal nuovo codice degli appalti. E anche perché accorcia il tempo di realizzazione”.

Sulla base di quali criteri? Per il nuovo Policlinico di Milano, iniziato nel 2019, si prevede finito nel 2022. Quello di Pisa, iniziato nel novembre 2019, si prevede finito nel 2023.

Agostini: “Poste alcune regole decise dalla Regione, il Project funziona così: viene presentata un’offerta che va valutata. Nel nostro caso la valutazione va fatta sui posti letto, al netto delle cose private: 500/550 posti porterebbero ad una spesa di 180-200 milioni. L’importo è commisurato sempre al tipo di offerta”.

Come dice Livini “L’importo è commisurato ai prezzi di mercato”. Nel documento di piano presentato dalla IV Commissione si legge: “Per quanto riguarda la costruzione di nuove strutture ospedaliere è da prevedere, inoltre, la predisposizione di un’accurata analisi costi/benefici, da sottoporre al vaglio della Commissione assembleare competente, sulla costruzione /ammodernamento /manutenzione delle strutture sanitarie regionali prima di avviare l’iter di nuove costruzioni”.  Agostini apre bocca ma non ci fa vedere i dati dell’analisi costi/benefici. Già 200 milioni sono un’enormità, 250 addirittura una follia. Più di Milano!

Non trascrivo perché fuori tema la parte riguardante la cardiologia nella quale il dottor Baiocchi polemizza sulla risposta di Agostini alla mia domanda: “Significa che a Milano fanno le cose al risparmio, sarebbe strano…” e lui risponde: “Non lo so mentre so che Baiocchi spesso dice inesattezze come quando riferì che a San Benedetto l’Utic non c’era e nemmeno il reparto di cardiologia”. Avranno modo di parlarne quando li faremo incontrare davanti alle nostre telecamere, visto che la richiesta è stata accettata da entrambi.

Continua Agostini: «Poi, come fa a sapere [Baiocchi] se i costi sono congrui se non si sa come verrebbe realizzato il nuovo ospedale. Il progetto comparativo si può fare soltanto con il progetto sotto mano… Oggi sulla base di cosa, Baiocchi dà certi numeri?”

Allora è inevitabile chiedersi come fanno Casini, Agostini e Ceriscioli a parlare di 200-250 milioni. Intanto vorremmo capire chi stabilisce il progetto se il privato o la Regione. Una risposta a questo ce l’ha data la signora Casini quando, il 2 gennaio, ha affermato a Spinetoli:

Siamo in una fase in cui aspettiamo un progetto di eventuali promoter. Se non dovesse arrivare la Regione andrà avanti con un progetto suo. Il costo? È ancora in fase di stima ma si pensa tra i 200 e i 250 milioni di euro”.

Capite ora che certamente esiste un progetto in Regione ma lo tengono nascosto! Ce lo facciano vedere così possiamo fare anche noi i conti.

Non trascrivo le considerazioni di Baiocchi sulla frase di Agostini “Il dottor Maffei lo conosco molto bene, è uno che ci capisce anche se spesso è stato critico per alcune decisioni della Regione”. Perché ci ha pensato lo stesso medico anconetano a rispondere.

Agostini: “Se San Benedetto, come del resto Fano, per le sue caratteristiche ha bisogno di integrare o mantenere qualcosa, questo è il momento giusto”.

Quali caratteristiche, quali dati? C’è uno studio? Niente, solo chiacchiere come ricorda Maffei: “Questo pastrocchio [Fano] è il frutto, per usare il linguaggio degli atti, del combinato disposto tra prepotenza della politica e latitanza della tecnica a livello regionale e carenza di monitoraggio a livello centrale”.

 “… è chiaro che San Benedetto deve avere il Pronto Soccorso. Lotteremo per avere i codici rossi al Madonna del Soccorso anche se esiste il problema della Rianimazione”.

Il responsabile regionale della sanità del PD ha capito che il PS senza Rianimazione è un grosso problema! Sarà il caso che qualcuno gli spieghi che sono necessari anche Medicina, Chirurgia, Ortopedia la Medicina come è scritto nel DM 70. Con quali posti letto resta un mistero. “Chiaramente “codici rossi” anche per il ’Mazzoni’?. L’ospedale di Ascoli non ha le stesse necessità di quello di San Benedetto”.

Su questo passaggio Baiocchi aggiunge:  significa che il “Mazzoni” non chiuderà mai.

(Mi intrometto: non mi pare che in qualche riga dell’intervista si legga che, invece, il “Madonna del Soccorso” chiuderà, anzi dalle affermazioni di Agostini si evince il contrario. Giusto per chiarire.

Nella nota di Baiocchi, a proposito di un ospedale di Primo Livello su due plessi da lui indicato tempo fa come possibile soluzione e la conseguente risposta provocatoria di Agostini, “Mi divertirei se sull’argomento sanità accettasse un confronto con il sottoscritto davanti alle telecamere”. la sua risposta è “Accetto pienamente l’invito, con telecamere e pubblico, e spero che si faccia presto”.

Si farà. Nella circostanza daremo loro la possibilità di confrontarsi anche su altri argomenti che evitiamo di trascrivere qui.