SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Socializzazione e crescita culturale. Questi gli obiettivi di uno sport praticabile da tutti. Si è chiuso il 17 dicembre, con la consegna degli attestati da parte del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, il primo corso per “advisor paralimpici” promosso dal Cip in collaborazione con la Scuola dello Sport.

La definizione “paralimpico” è stata istituzionalizzata dal Cip nel 2018 ed inserita anche nel vocabolario Treccani, in precedenza veniva utilizzata relativamente agli atleti che partecipavano alle Paralimpiadi. Ma da lì si è innescato un moto di innovazione ed estensione che ha portato sempre più italiani a usare l’aggettivo paralimpico anche per indicare qualsiasi persona diversamente abile che pratichi sport. Le parole sono importanti: può sembrare una frase scontata e retorica, ma non lo è. È il parlante che “fa” la lingua, e attraverso le sue scelte linguistiche può contribuire a trasformare la sensibilità collettiva: scegliere parole inclusive, positive e non scontate, rispettose e non offensive, significa dunque vivere con consapevolezza e rispetto all’interno di una comunità.L’adozione del termine paralimpico ha dunque dato voce ad un mutamento di percezione che era ormai maturo, testimoniando l’importanza dello sport come strumento di inclusione e crescita culturale.

Il primo corso in assoluto per “advisor paralimpico” è nato con l’obiettivo di offrire gli strumenti fondamentali per conoscere ed operare nel mondo dello sport paralimpico, in questa prima edizione è stata aperta ad un numero ristretto di partecipanti, circa 40 da tutta Italia, e tra questi ha visto la partecipazione del Professor Roberto Ciferni della società sambenedettese “Stella del Mare” che tanto sta facendo nel mondo dello sport per disabili.

Il corso di formazione, cominciato agli inizi di novembre, ha visto il contributo dei migliori dirigenti e professionisti che operano in questo ambito, dall’ambito medico-sanitario alla preparazione paralimpica, dal settore giuridico a quello comunicativo dato che lo sport paralimpico richiede conoscenze specifiche a 360 gradi.

“Lo sport paralimpico richiede conoscenze specifiche, ed una formazione all’altezza del delicato compito. Siamo contenti della risposta che abbiamo avuto sia in termini di partecipazione che di qualità delle docenze, oltre che dei partecipanti. Questo è solo il primo passo al quale ne seguiranno tanti altri” dichiara Pancalli.

“E’ stato un bel corso e molto impegnativo – afferma Ciferni – Ho potuto apprendere tante nuove nozioni che spero di riportare nella nostra società sportiva al servizio dei tanti ragazzi disabili che si avvicinano per la prima volta allo sport. Per operare nel mondo della disabilità ci vuole molta competenza e sensibilità, oltre che energie per abbattere i vari stereotipi che ci troviamo spesso a combattere. Per il 2020 ho un nuovo progetto in cantiere e mi auguro di poterlo realizzare quanto prima, significherebbe che tanti nuovi ragazzi avranno l’opportunità di cambiare la propria vita in meglio, attraverso lo sport. Come diciamo sempre, tutti possono fare la differenza”.