SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ stato sottoscritto ieri 19 dicembre, nella sede sambenedettese dell’Università di Camerino, il documento d’intenti che condurrà alla sottoscrizione del Contratto di Zona Umida della Sentina.

Il protocollo rende operativo il Comitato promotore che dovrà mettere in moto un processo partecipativo per arrivare al Contratto di Zona Umida, strumento essenziale per dare attuazione ai piani di gestione dell’area, in particolare al Piano di gestione del rischio alluvioni e del Piano di gestione delle acque.

Hanno apposto la loro firma i rappresentanti di Comune di San Benedetto del Tronto (presente con l’assessore all’ambiente Andrea Traini), Regioni Marche e Abruzzo, Province di Ascoli  e Teramo, AATO 5, comune di Martinsicuro, Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, CIIP, LIDA Marche, Guardie Ecologiche Volontarie di Ascoli Piceno, associazioni Sentina e Selva Giurata, Capitaneria di porto, UNICAM, Legambiente, LIPU, ARPAM.

Il documento è frutto di un processo di concertazione sviluppatosi tra Enti ed attori locali, promosso dal Comune di San Benedetto del Tronto sin dal luglio 2019 e sviluppatosi nell’ambito del progetto europeo CREW (Coordinated Wetland managementin Italy-Croatia cross border region), cofinanziato dal Programma Interreg Italia – Croazia. 

“Evidenzio con piacere la grande adesione al documento d’intenti che abbiamo registrato in occasione della firma – dice soddisfatto l’assessore Andrea Traini – è la dimostrazione che il percorso partecipativo che abbiamo avviato sin dalle prime fasi del progetto sta dando preziosi risultati. Ed è questo il modo di agire che seguiremo anche in futuro, ovvero coinvolgere costantemente tutti i soggetti pubblici e privati che hanno dato la loro adesione con l’obiettivo di concordare politiche condivise di miglioramento della qualità ambientale della Sentina e di prevenzione del rischio attraverso la pianificazione e la programmazione strategica integrata. La Sentina è sottoposta a diverse minacce, la cui portata va ben oltre le capacità del Comune e della Riserva – conclude Traini – ad iniziare dall’erosione costiera che incide fortemente sullo stato di conservazione della duna e dalla riduzione dell’estensione delle aree umide, dovuta anche alla forte pressione antropica ai margini dell’area e alla scarsità delle piogge nel periodo estivo. Solo con un  lavoro congiunto è possibile affrontarle”.