SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una lunga riunione, durata oltre due ore, quella che è andata in scena nel pomeriggio fra i vertici di Picenambiente (presenti l’ad Leonardo Collina e il presidente Francesco Chincoli) e i consiglieri comunali di due commissioni: Affari Generali e Bilancio. Domani (venerdì), infatti, il consiglio comunale voterà la periodica razionalizzazione delle partecipate: lo stesso voto che, riavvolgendo il nastro delle cronache politiche sambenedettesi, un anno fa di questi tempi fece partire la lunga battaglia per il controllo pubblico della società dei rifiuti, votato all’unanimità dal consiglio comunale a dicembre 2018 ma contestato da Picenambiente che alla fine, a novembre scorso, ha ottenuto dal Tar l’annullamento dell’atto del consiglio che la riconduceva fra le fattispecie che la Legge Madia qualifica come società a controllo pubblico.

IL CONTROLLO PUBBLICO DI PICENAMBIENTE FA ANCORA DISCUTERE. “Siamo sempre stati pienamente convinti che la società non fosse a controllo pubblico, il Tar l’ha confermato con una sentenza che sta facendo giurisprudenza e anche tre pronunciamenti della Corte dei Conti vanno nello stesso senso” sostiene in apertura dei lavori il presidente Francesco Chincoli. La riunione, però, assume subito toni infuocati come infiuocata è stata la partita Picenambiente negli ultimi mesi e diventa un confronto serrato fra l’amministratore delegato Leonardo Collina e alcuni consiglieri di opposizione, fra tutti De Vecchis, Falco, Capriotti e Mandrelli, fra i più agguerriti sul fronte Picenambiente nell’ultimo anno. “Non potete chiedere a noi questioni che non ci competono, che sono volontà politiche” risponde Collina quando alcuni consiglieri fanno notare che i soci pubblici, con un patto parasociale che poi è una delle chiavi di volta della sentenza del Tar di novembre, potrebbero effettivamente controllare la società (“Cosa rimane al pubblico se controllo e gestione della società sono dei soci privati?” Si chiede in tal senso  Giorgio De Vecchis). Nel video un passaggio delle discussioni sul controllo pubblico, in particolare il confronto fra De Vecchis e Collina col consigliere che sostiene che lo Statuto della società parli di controllo pubblico rafforzato, trovando in Collina una posizione opposta.

Altre discussioni le alimenta Tonino Capriotti che sempre sul fronte controllo pubblico e conseguenze che avrebbe potuto avere chiede se ci sia la giusta trasparenza nei bandi e nelle forniture della ditta e se sia giusto che le assunzioni non avvengano per concorso pubblico “nonostante Picenambiente gestisca 11 milioni di euro di Tari che il Comune di San Benedetto le versa ogni anno” dice il consigliere di Italia Viva. “Noi adempiamo a tutti gli obblighi di trasparenza che ci impone la legge e anzi, facciamo di più” risponde Collina “e per le forniture di beni e servizi applichiamo i modelli di trasparenza in analogia con gli enti pubblici, ma questo non fa di noi un ente pubblico” prosegue l’amministratore delegato, che respinge pure i primi attacchi sul servizio: “Il controllo del Comune sul servizio che eroghiamo dipende solo dalla convenzione stipulata con l’ente, sarebbe lo stesso indipendentemente dal controllo pubblico della società”.

I consiglieri Curzi, Falco, De Vecchis e Mandrelli

INVESTIMENTI: C’E’ UN PROGETTO DA 23 MILIONI PRESENTATO ALL’ATA. La discussione passa poi sulla questione investimenti, con De Vecchis che denuncia una serie di ritardi (la questione fu oggetto anche di un’infuocata conferenza stampa qualche mese fa, clicca qui) sul completamento del piano industriale della società trovando in Collina spiegazioni di tipo burocratico, perlopiù lungaggini dovute alle funzioni dell’Ata provinciale (assemblea territoriale d’ambito) nella spiegazione dell’Ad (la potete trovare integralmente nel video di seguito) e a questo punto i vertici della partecipata aprono una finestra sugli investimenti dei prossimi anni: hanno infatti presentato all’Ata un progetto da 23 milioni per un nuovo impianto di compostaggio anaerobico e trattamento meccanico biologico a Relluce (potrebbe far risparmiare 2 milioni l’anno) e potrebbero avere l’ok dallo stesso organo a inizio 2020 per l’atteso ammodernamento dell’impianto di Spinetoli.

BILANCI E SERVIZIO. In conclusione altre scintille si registrano quando si parla di servizio, pulizia dei mezzi e dei cassonetti (“abbiamo centinaia di segnalazioni di cittadini su quello che non funziona” dicono in coro Rosaria Falco e Flavia Mandrelli) mentre lo stesso Collina fa alcune precisazioni sul bilancio 2019 di Picenambiente: “Non so da dove arrivano le notizie ma il bilancio di quest’anno non sarà in perdita, si va verso un pareggio da quello che vediamo dagli ultimi forecast (previsioni ndr)” commenta l’Ad che in ogni caso ammette che la società nell’ultimo esercizio ha dovuto fronteggiare alcuni aumenti di costi, dovuti anche alla revoca della gestione delle macerie da parte della Regione: “Con accuse quasi delinquenziali ma senza che ci siano state conseguenze penali e con appena 5mila euro di sanzioni a nostro carico” lo sfogo dell’amministratore riguardo la famosa procedura di revoca del trattamento delle macerie del sisma 2016 intentata mesi fa da Ancona ai danni della ditta e di cui si parlò molto sui giornali.

Alcune immagini della riunione. Presente (foto sotto) anche l’ex presidente della partecipata Catia Talamonti (sostituita da Chincoli in estate), seduta in commissione accanto al consigliere di maggioranza Pierfrancesco Troli