SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Ballarin continua a far discutere. La Soprintendenza regionale infatti, come è noto, ha vincolato alcune porzioni del muro ovest dell’ex stadio della Samb Calcio, in quanto risalenti al 1929-30. Per la ricognizione e per il mantenimento della muratura, l’Amministrazione Comunale ha impegnato 200 mila euro.

Di seguito pubblichiamo le riflessioni di un cittadino.

“Il bisogno del passato non è altro che una ricerca di sicurezza effettuata dalla nostra società”(Seppilli  antropologo)

E’ quindi un fatto storico, cioè temporaneo, non universale e non è nemmeno un fatto di validità generale per tutti i membri della nostra società.

Di tanto in tanto nella nostra società, e quindi anche nella nostra città, gruppi di persone si attribuiscono una capacità e una sensibilità specifica nella individuazione di particolari argomentazioni o fatti che debbono assurgere a valori storici universali (ossia per tutti i componenti della città)

Niente di più sbagliato.

Quella che vuole apparire come una elite culturale sentendo il bisogno di aggrapparsi a qualche manifestazione concreta del passato dimostra innanzitutto uno stato di crisi: il ricercare questo contatto, significa innanzitutto averlo perso, e il ricercarlo a livello materiale significa surrogare quello che non si ha più sul piano concettuale.

Il passato e i suoi componenti materici, sono forme prive di contenuto e non rappresentano la storia che è un fatto concettuale ma forme svuotate che rappresentano un peso .un vincolo che blocca le iniziative e non porta a sbocchi futuri.

Ma in tale visione il passato, tutto il passato e il vicino e lontano, snaturati ed insignificanti entrano così a far parte della nostra vita di tutti i giorni costituendo così le forme svuotate di ogni contenuto.

Tali concetti vengono oggi utilizzati per giustificare i lavori di “restauro” del muro ovest del Ballarin, muro privo di dignità costruttiva o artistica che diverrà così una catena in più nello studio delle prospettive urbane che vengono appesantite immotivatamente.

Serve comunque solo a giustificare una incapacità di azione culturale locale e una soggiacenza totale alle retrograde e superate attribuzioni di potere conferite ai rappresentanti dei beni culturali.