SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito la replica di Pier Giorgio Giorgi al precedente articolo, con, di seguito, la nostra ulteriore risposta. Non abbiamo capito, ad ogni modo, se quello che scrive Giorgi è un pensiero personale, che ovviamente rispettiamo, o se è la linea condivisa dal partito o da una sezione del partito sambenedettese, la qual cosa avrebbe altro peso.

Pier Giorgio Giorgi, di seguito integrale e poi ulteriori puntualizzazioni in breve

Gentilissimo Pierpaolo Flammini,
in riferimento al commento alla mia nota sul Centro Agroalimentare, vorrei fare alcune precisazioni a cui mi auguro vorrai dare giusto risalto.
Quando si legge una disposizione di legge, è forse il caso di non leggere una riga sì ed una no. Il primo comma dell’art. 24 della legge “Madia” prevede che : “ Le partecipazioni detenute, direttamente o indirettamente, dalle amministrazioni pubbliche alla data di entrata in vigore del presente decreto in società non riconducibili ad alcuna delle categorie di cui all’articolo 4, ovvero che non soddisfano i requisiti di cui all’articolo 5, commi 1 e 2, o che ricadono in una delle ipotesi di cui all’articolo 20, comma 2, sono alienate o sono oggetto delle misure di cui all’articolo 20, commi 1 e 2. A tal fine, entro il 30 settembre 2017, ciascuna amministrazione pubblica effettua con provvedimento motivato la ricognizione di tutte le partecipazioni possedute alla data di entrata in vigore del presente decreto, individuando quelle che devono essere alienate. L’esito della ricognizione, anche in caso negativo, è comunicato con le modalità di cui all’articolo 17 del decreto-legge n. 90 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114. Le informazioni sono rese disponibili alla sezione della Corte dei conti competente ai sensi dell’articolo 5, comma 4, e alla struttura di cui all’articolo 15.”
Come giustamente evidenziato da te, il quinto comma prevede che il diritto di voto si perda decorso un anno dalla ricognizione straordinaria, che per legge doveva essere fatta entro il 30/09/2017 e di conseguenza la perdita del diritto di voto, da parte della Regione Marche, del Comune di San Benedetto del Tronto, del Comune di Monteprandone e delle due provincie di Ascoli Piceno e Fermo decorre dal 01/10/2018 e non riguarda il periodo precedente.

Pertanto, dovrai convenire che la partecipazione della regione Marche e di Anna Casini all’Assemblea dei soci fino al 01/10/2018 era del tutto legittima.
Per dirla tutta, la precedente normativa prevedeva in capo agli enti l’onere della liquidazione della quota. La Legge Madia dà un indirizzo diverso e stabilisce l’applicazione della disciplina civilistica prevista per l’ipotesi di recesso del socio ( art. 2437 ter e seguenti ) ponendola a carico della società. E’ quindi compito del CdA procedere alla vendita delle quote, se questo non attiva la procedura, il socio giustamente mette in mora il Cda (vedi lettera Regione Marche del 06/12/2019).

Purtroppo il Caap fino ad oggi ha svolto “attività tipica di una società immobiliare che gestisce spazi destinati agli operatori dell’agroalimentare”, aggiungerei anche di gestione del condominio tra i vari soggetti proprietari e conduttori insediati nel centro e quindi non ha posto in esse alcuna attività di sostegno del settore agroalimentare, salvo l’evento con ripercussioni nazionali, nel corrente anno, de “ Il sabato del contadino “. Dunque, per una disposizione di Legge che ritengo debba essere osservata da tutti, si tratta di una partecipazione che gli enti pubblici debbono dismettere in quanto il Caap non rientra nelle società ammesse dal citato Testo Unico sulle partecipate (art 4) .
Poi ognuno è libero di trovare soluzioni diverse per aggirare le disposizioni di legge, con una mozione si può partecipare ad una assemblea, anche quando prima si è deliberata la dismissione (comune di San Benedetto del Tronto mozione Balloni), si può evitare una variazione dello statuto con una variazione alla Camera di Commercio ed infine si può anche dire che l’attività di fiere e mercati costituisce l’attività prevalente nei ricavi del Caap.
Vorrei suggerire al tal proposito che forse la soluzione migliore è quella di cambiare la Legge, che ahimè non compete al Consiglio Regionale delle Marche, ed ai Consigli comunali di San Benedetto del Tronto e di Monteprandone, ma al Parlamento della Repubblica Italiana.
Voglio infine aggiungere un invito alla lettura dell’art. 2437 ter e 2437 quater del Codice Civile: non vi sarà alcuna cessione a cifre ridotte.
Un caro saluto
Pier Giorgio Giorgi

 

Ringrazio Pier Giorgio per la replica, credo che quanto scritto nell’articolo sia già sufficiente. Mi rispiego.
1) Nessuno credo abbia mai messo in dubbio la “legittimità” della partecipazione di Anna Casini a quella assemblea. Dunque ribadire la “legittimità” di quella partecipazione è cosa giusta ma non cambia la nostra analisi. Se Giorgi trova dichiarazioni contrarie, le pubblicheremo.

2) C’è partecipazione e partecipazione. In quella assemblea, con la legge già citata già approvata, è stato fornito un indirizzo politico di un socio nonostante una perdita poi, in quell’anno, di 849 mila euro. Forse sono ignorante dei tempi di azione politico-amministrativa, quanto meno credo riguardino almeno l’orizzonte di una legislatura, quindi quello che si indica nel 2017 dovrebbe valere almeno fino al 2020. Anna Casini inoltre non fa cenno, da quel che ricordo nella mia lettura (se sbaglio ti prego di correggermi) alla legge Madia, alla possibilità di futura liquidazione e neppure all’alienazione.

Nella conferenza stampa del Consiglio di Amministrazione  è  il 25 settembre 2017 con una delibera di giunta la Regione ha scritto di voler “alienare le quote”. Pubblicheremo anche eventuali ulteriori osservazioni in merito a questo aspetto.

3) La decisione è politica e non tecnica. Altrimenti credo che possiamo richiedere le dimissioni in blocco di tutti i nostri politici e lasciare spazio ai dirigenti, considerando che in questi mesi stiamo scoprendo, dopo i fatti di San Benedetto, che in Regione possono alienare una partecipata senza voto del Consiglio regionale. Come ho già scritto nell’articolo, “salvo in ogni caso il potere di alienare la partecipazione“. Questo “potere” non mi risulta sia stato ipotizzato: se dovessero emergere degli atti o documenti in cui questo tentativo è stato esperito dopo le parole della Casini nel 2017, ti prego di mettermene a conoscenza. L’assessore regionale Cesetti in Consiglio Regionale ha detto che per evitare la liquidazione del Caap serve un atto del Consiglio Regionale, che evidentemente non vuole o non vorrebbe; inoltre lo stesso Cesetti, un collega di Anna Casini, evidentemente ha il quadro ben chiaro di come si agisce quando “si vuole”, riferendosi alle aziende Cosmo e Meccano che prima la Regione voleva dismettere ma poi “hanno fatto la legge” e sono oggi partecipate. https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/14/riforma-madia-consiglio-di-stato-decreto-bis-su-partecipate-consente-a-governatori-di-decidere-quali-salvare/3450918/

4) Le tue critiche al Consiglio di Amministrazione sono legittime dal tuo punto di vista. Certo, se i bilanci non sono falsificati (per queste accuse ci sono i tribunali), il 2019 dovrebbe chiudersi in pareggio o quasi. Due anni fa si è chiuso a meno 849 mila. Sarei attento, dunque. Anche su questo, nella conferenza stampa odierna, sono state dette cose interessanti anche se non abbiamo documenti che comprovino quanto detto.

5) Personalmente mi sono laureato con una tesi intitolata “San Benedetto Città Sostenibile”, ho realizzato una ricerca con centinaia di indicatori ambientali, demografici, sociali, economici e dunque anche “agroalimentari” sulla città, ho lavorato per sei mesi al Comitato di Indirizzo e Coordinamento del Distretto Agro-Ittico-Industriale, ho scritto forse un centinaio di articoli sul Centro Agroalimentare in tutti questi anni. Non scrivo questo per vantarmi, ma per dirti che tendo ad evitare a prendere posizione su quello che non conosco e, nei limiti della conoscenza sempre relativa e fallace, cerco di fare il mio lavoro nella maniera migliore.

Non so, dunque, se tu, o esponenti consiliari del tuo partito, la vicepresidente Anna Casini assessore all’Agricoltura e all’Industria Agroalimentare, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli siate mai stati al Centro Agroalimentare, l’ex deputato Luciano Agostini che per anni a Roma è stato in Commissione Agricoltura abbiate parlato con il Consiglio di Amministrazione, abbiate letto i bilanci, abbiate parlato con gli operatori per sapere di cosa hanno bisogno e perché hanno deciso di stare lì e cosa chiedono alla politica regionale. Ho impiegato sei mesi per avere una intervista con la Casini, addirittura solo scritta senza possibilità di contraddittorio.