SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Varianti urbanistiche e nuove palazzine che potrebbero sorgere a San Benedetto, Giorgio Mancini e l’ex assessore Luca Spadoni si appellano al consiglio comunale nella sua interezza. Gli ex esponenti di Sel, infatti, in queste ore hanno mandato una missiva a tutti i consiglieri comunali di San Benedetto: il contenuto è una mozione che chiedano venga inserita nel prossimo consiglio comunale, fissato per venerdì 20 dicembre.

Cosa chiedono Mancini e Spadoni nel documento? La richiesta muove dal disegno di legge 164 che al momento è in discussione in commissione Agricoltura e Ambiente del Senato, un Ddl che nasce, su impulso del Movimento 5 Stelle, da una proposta di legge del Forum Salviamo il Paesaggio (Rete civica nazionale formata da oltre 1.000 organizzazioni e decine di migliaia di singoli aderenti individuali) redatta da 75 Esperti. Mancini e Spadoni, inoltre, riportano anche una deliberazione recente della Corte dei Conti “che ha rilevato che il peggioramento dei fenomeni di dissesto idrogeologico rappresentano per il nostro Paese un forte impegno finanziario ogni anno e che il consumo di suolo non deve superare la crescita demografica” scrivono i due.

La questione, ovviamente, si lega alle sette varianti urbanistiche che i costruttori edili hanno chiesto al comune, varianti che se accettate dall’amministrazione potreranno in molti casia nuovo cemento su San Benedetto. “Su tali proposte” continuano Mancini e Spadoni “non vi è stato ancora un chiaro pronunciamento dell’Amministrazione Comunale, ed è evidente che la loro approvazione comporterebbe un ulteriore ed inaccettabile consumo di suolo, un intollerabile aumento del carico urbanistico, la definitiva compromissione delle poche aree verdi ancora presenti in città”.

Da qui quindi la mozione che si appella al consiglio e che prevede una serie di misure da adottare qualora approvata dall’asssise. Eccole qui di seguito:

“In particolare il Consiglio Comunale impegna l’Amministrazione Comunale a uniformare e vincolare le proprie scelte e politiche in materia urbanistica ai seguenti principi e dettami:

  • non deve essere più consentito nella nostra città nuovo consumo di suolo per qualsivoglia destinazione,
  • le esigenze insediative e infrastrutturali devono essere soddisfatte esclusivamente con il riuso, la rigenerazione dell’esistente patrimonio insediativo ed infrastrutturale esistente.
  • il semplice criterio economico e le esigenze di finanza comunale non possono essere motivi sufficienti per consentire il consumo di suolo.

Il Consiglio Comunale si impegna altresì:

  • ad approvare specifiche varianti ai propri strumenti di pianificazione, al fine di eliminare le previsioni di edificabilità che comportino consumo di suolo in aree verdi, agricole ed in aree naturali e seminaturali e comunque attualmente libere da costruzioni ed edificazioni; in attesa di dette varianti sarà sospesa l’efficacia degli stessi strumenti relativamente alle disposizioni che prevedono un consumo di suolo.
  • a stabilire in maniera esplicita che le previsioni edificatorie degli strumenti urbanistici comunali su terreni liberi, costituiscono indicazioni meramente programmatorie e pianificatorie che non determinano l’acquisizione di alcun diritto, come peraltro affermato da una consolidata giurisprudenza del Consiglio di Stato.

Il Consiglio Comunale impegna il Sindaco alla più ampia diffusione pubblica della presente mozione attraverso i media locali e comunicazioni specifiche ad Enti pubblici e Soggetti privati portatori di interessi nel territorio comunale”