SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Se soltanto poche ore fa avevamo definito sempre più “calda” la situazione attorno al Centro Agroalimentare Piceno, a seguito delle parole del consigliere regionale Fabio Urbinati (Italia Viva) nei confronti della Regione Marche e in particolar modo alla vicepresidente, l’ascolana Anna Casini, ma anche al presidente pesarese Luca Ceriscioli, all’imbrunire l’aggettivo più adatto è sicuramente “incandescente“.

In giornata infatti la Regione Marche ha inviato, all’attenzione della presidenza del Caap, una lettera, a firma di un avvocato, “che vale come diffida e messa in mora“. L’oggetto della lettera riguarda appunto la richiesta di liquidazione delle quote di capitale sociale di proprietà della Regione Marche, in riferimento alla comunicazione del Caap lo scorso 17 ottobre.

La Regione chiede di portare a conclusione la procedura di liquidazione della propria quota di capitale sociale, provvedendo alla pagamento di quanto dovuto. La richiesta, stante l’eventuale e probabile impossibilità del Caap di pagare la somma richiesta, porterebbe alla procedura di liquidazione completa del Caap: quindi un procedimento che può durare 10 anni, la nomina di un liquidatore, il mantenimento del Collegio dei Revisori dei Conti per tutta la procedura e l’alienazione di tutti i beni e del patrimonio sociale di 6 milioni di euro a prezzi di liquidazione e non di mercato.

Una conclusione clamorosa stante invece alle parole di appoggio indefesso ed entusiastico della vicepresidente Casini soltanto due anni fa, con un bilancio in rosso di 849 mila euro, mentre all’oggi, con un bilancio che potrebbe virare già al pareggio, la Regione mostra i muscoli.

Fa specie, al di là delle rigidità burocratiche dietro le quali si scherma una decisione politica, il silenzio del Presidente Luca Ceriscioli, che mai ha speso una parola sul Centro Agroalimentare a fronti di salvataggi lacrime e sangue su Aerdorica e Interporto di Jesi, soltanto per restare alle vicende più recenti.