FERMO – I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, nell’ambito dell’operazione “Mondovelato”, hanno dato esecuzione nei giorni scorsi ad apposito provvedimento emesso dall’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Ancona, ai sensi del Codice delle Misure di Prevenzione.

Sequestrati immobili, siti nelle province di Macerata e di Fermo, e rapporti finanziari, per un valore di circa 2 milioni di euro, nella disponibilità di un imprenditore di Fermo di 59 anni. Si tratta di Andrea Sassetti iscritto all’Aire (Anagrafe italiana residenti all’estero), residente in Svizzera ma, per gli inquirenti, di fatto domiciliato a Civitanova Marche (Macerata). A marzo 2020 l’udienza in cui Sassetti, nei primi anni ’90 fu anche patron del team Andrea Moda Formula 1, potrà dare la propria versione dei fatti.

L’esecuzione dell’ingente sequestro dei beni rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Ancona, dai militari del G.I.C.O. del Nucleo che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari e “teste di legno”), dell’imprenditore, che si ritiene siano stati acquisiti con i proventi illeciticommessi e accertati (senza evidente soluzione di continuità), in un arco di tempo di oltre 20 anni (il primo reato contestato risulta commesso nel 1992 e l’ultimo nel 2013)” affermano i finanzieri in un loro comunicato.

Come viene evidenziato nel provvedimento giudiziario cui è stata data esecuzione, le indagini in cui il proposto è stato coinvolto nel corso del tempo denotano un modus operandi costante e consolidato nel tempo. Tale soggettoavvalendosi nel corso degli anni di imprese apparentemente lecite, ma inquinate nell’avvio dall’utilizzo di profitti conseguenti a precedenti condotte criminali, sfruttando la liquidità provento del reato di bancarotta e evasione fiscale, ha svolto attività di impresa e operato nel tessuto economico di riferimento di queste perpetrando in modo sistematico le medesime condotte criminali (illeciti fiscali e bancarotte), servendosi di amministratori di facciata” si legge nella nota delle Fiamme Gialle.

Le attività investigative hanno infatti evidenziato come le oltre trenta società, operanti in diversi settori commerciali e/o di servizi, produzione di accessori per calzature, gestione di night-club, ristorazione, vendita di immobili, nel tempo dallo stesso gestite, in maniera sistematica e continuativa, direttamente e/o comunque “di fatto” per il tramite di almeno nove “prestanome”, sono state sottoposte a verifiche fiscali a seguito delle quali è stata accertata una sistematica e seriale evasione fiscale.

Una volta delineata la pericolosità dell’imprenditore, tale da poterlo qualificare dai finanzieri un evasore fiscale socialmente pericoloso”, è stata acquisita, con riferimento all’ultimo ventennio, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni nonché numerosi altri atti pubblici, dal cui esame dettagliato è emerso come i beni siano stati oggetto di plurime cessioni e trasferimenti operati nel corso del tempo tra le diverse società a lui riconducibili.

Riscontrata la disponibilità dei beni in capo al proposto ed evidenziata, mediante una meticolosa ricostruzione economico-patrimoniale, la notevole sproporzione tra il valore dei beni ed i redditi dichiarati e l’attività svolta nel tempo dallo stesso, è stato disposto il sequestro di diciotto cespiti immobiliari (un capannone industriale ubicato in Morrovalle (Mc), un appartamento con garage e terrazzo ubicato a Civitanova Marche (Mc), una porzione di fabbricato industriale ubicato a Fermo, nonché 5 garage, 4 aree urbane e 4 terreni agricoli ubicati a Civitanova Marche) del valore stimato di quasi 2 milioni di euro nonché della liquidità risultante dai rapporti di conto corrente e dei titoli di credito allo stesso intestati.  

La misura di prevenzione disposta dal Tribunale ed eseguita dagli specialisti dei finanzieri del Comando Provinciale di Ancona testimonia “l’importanza dell’aggressione ai patrimoni illeciti affidata alla Guardia di Finanza, che mira, da un lato, a disarticolare le capacità operative dei soggetti ‘socialmente pericolosi’ e, dall’altro, ad assicurare, attraverso il successivo utilizzo per fini pubblici dei beni confiscati, un parziale risarcimento dei danni prodotti alla collettività dalle azioni criminali”.