SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Anche la Riviera era tra le “mete preferite” per ottenere un grosso giro d’affari proveniente dal mercato della prostituzione.

I carabinieri del Comando Provinciale di Pescara hanno arrestato due cinesi residenti a Chieti (un uomo classe 1970 e una donna classe 1967) e un altro cittadino cinese a Modena (uomo, classe 1959). Sono tutti accusati di favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione di giovani donne connazionali.

I militari, dopo svariati mesi di investigazioni, sono riusciti a documentare dettagliatamente il giro d’affari dei tre cinesi accertando che i primi due reperivano appartamenti a Pescara, San Benedetto del Tronto, San Salvo e Sulmona, normalmente con l’ausilio di terze persone compiacenti che si prestavano a divenire intestatari fittizi dei contratti in veste di conduttori. Gli appartamenti venivano, invece, poi occupati da giovani donne unicamente per svolgere l’attività di meretricio e su svariati siti internet venivano pubblicizzati gli incontri ed indicate le varie utenze da contattare.

Le telefonate non giungevano direttamente alle prostitute, bensì ad una sorta di call center gestito proprio da dalla coppia i quali, subito dopo, su altra utenza telefonica “dedicata”, contattavano la prostituta presente nel luogo di interesse (Pescara, San Salvo, Sulmona, San Benedetto del Tronto), per avvertirla della prestazione sessuale da effettuare di lì a breve e fornendole inoltre indicazioni sui prezzi da praticare, tenendo così il conto degli introiti da dividere al 50% con ciascuna ragazza. Da questo 50% venivano, inoltre, decurtate le spese affrontate per ogni prostituta a titolo di alimenti, farmaci e quant’altro di necessità, abitualmente forniti in occasione delle visite programmate per la riscossione di quanto guadagnato.

Il terzo cinese, arrestato a Modena con l’accusa di favoreggiamento aggravato della prostituzione, risultava dal 2015 al 2019 locatario di ben 21 immobili ubicati in vari Comuni del centro-nord Italia, e amministratore di due società e titolare di un’impresa individuale afferente al mondo dei massaggi. Agli investigatori, inoltre, non è sfuggito un dato eclatante, ossia che il soggetto dal 2011 è risultato saltuariamente assunto in varie società gestite da cinesi, ma con retribuzioni inconferenti rispetto al costo degli affitti dei 21 appartamenti.