GROTTAMMARE – La Perla dell’Adriatico centro regionale per l’economia circolare. È l’orizzonte a cui mira il progetto ECCO (Economie Circolari di COmunità), coordinato da Legambiente e finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Le attività di Ecco, che avrà una durata di 18 mesi, sono partite ufficialmente con la presentazione del progetto al Teatrodante Carlo Monni a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze.

Nucleo principale delle attività di progetto saranno i Ri-hub, 13 poli di “cambiamento territoriale” che coinvolgeranno cittadini, insegnanti, studenti e rappresentanti di associazioni ed istituzioni in attività di educazione alla sostenibilità e di promozione dei principi dell’economia circolare, oltre che di formazione diretta all’attivazione di filiere economiche sostenibili.

A gestire le attività saranno i Ri-hubber, giovani selezionati da Legambiente e formati a Campi Bisenzio in una quattro giorni che ha accompagnato il Festival dell’Economia civile. I Ri-Hub saranno dislocati in 13 diverse regioni italiane: Grottammare (Marche); Torino (Piemonte); Milano (Lombardia); Vicenza e San Stino di Livenza (Veneto); Gemona (Friuli Venezia Giulia); Bologna (Emilia Romagna); Campi Bisenzio (Toscana); Roma (Lazio); Pescara (Abruzzo); Succivo (Campania); Potenza (Basilicata); Maruggio (Puglia) e Palermo (Sicilia).

Alla base della nascita di Ecco, le nuove direttive europee in materia di economia circolare e gli incoraggianti dati in termini di fatturato ed occupazione del settore. In Italia oggi l’economia circolare vale 88 miliardi di euro di fatturato ed impiega circa 575 mila lavoratori, in particolare tra i giovani (“L’Economia Circolare in Italia”, 2018). L’Unione europea con il pacchetto di direttive, con annessi investimenti, punta sull’economia circolare per raggiungere i target di riciclo (fino al 65% per i rifiuti solidi urbani e il 70% degli imballaggi entro il 2035).

Inoltre dall’economia circolare si attendono risparmi per le imprese (600 miliardi ogni anno), nuova occupazione (da 500 mila a un milione di nuovi posti di lavoro) e benefici per qualità dell’ambiente (tra il 2% e il 4% del taglio delle emissioni di gas serra). Nonostante questi cambiamenti di tipo normativo la promozione dei processi di riuso e riutilizzo dei beni non ha ancora trovato riscontro nelle politiche pubbliche né nelle pianificazioni regionali.

“Il progetto Ecco punta a migliorare la vivibilità delle nostre città riducendo la produzione di rifiuti e intercettando oggetti a cui dare una seconda ‘vita’ attraverso dei poli di comunità, i Ri-hub – ha spiegato Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente – Questi poli fungeranno da punto di riferimento dei territori dove diffondere e mettere in pratica i concetti dell’economia circolare. Qui i cittadini potranno indicare problematiche rilevanti a livello locale, in tema di rifiuti e qualità dell’ambiente. I Ri-hub non solo avranno un fine didattico ma con l’avanzamento del progetto diventeranno dei luoghi dove implementare attività sostenibili”.

Infatti Ecco darà ai cittadini, insieme a scuole e associazioni, la possibilità di prendere parte ad iniziative pubbliche e ad attività di laboratorio per apprendere le pratiche del riuso e della rigenerazione dei beni, alla base dell’economia circolare. “Vogliamo evidenziare – ha concluso Carpentieri – quello che sarà il valore aggiunto del progetto Ecco, ovvero riuscire a reintegrare giovani nel mondo del lavoro attraverso nuove competenze verdi e l’attivazione di filiere economicamente sostenibili”.

Quindi Ecco affronterà il tema dell’economia circolare da una diversa prospettiva che va oltre il recupero e la riduzione dei rifiuti: le attività sostenibili realizzate dai Ri-hub avranno come modelli esperienze virtuose di economia circolare applicata al sociale.

Inoltre Ecco entrerà in contatto con insegnanti e studenti grazie all’organizzazione di giornate di orientamento professionale e le possibilità fornite dall’Alternanza scuola-lavoro. Questi incontri saranno le occasioni per presentare ai giovani le possibilità occupazionali offerte dai comparti dell’economia circolare e per spiegare le opportunità di collaborazione con i Ri-Hub.