CAMPLI – In programma un appuntamento culturale.

Sabato 23 novembre, alle ore 18.30 nella Cattedrale Santa Maria in Platea di Campli, si terrà la presentazione del volume dell’antropologa Alessandra Gasparroni  “La Luce nel Cuore. Il Santuario dell’Immacolata Concezione di Campli (Tradizioni, devozioni, orizzonti di grazia)”, Artemia Nova Editrice.

Interverranno Federico Agostinelli, sindaco della città, Don Adamo Varanesi, Rettore del Santuario dell’Immacolata Concezione di Campli e l’Autrice. Durante la serata il coro parrocchiale riproporrà alcuni canti popolari della tradizione pellegrinale camplese.
La devozione secolare che riverbera i fatti miracolosi accaduti a Campli nei secoli passati trova testimonianza nel manoscritto che Francesco Rozzi compilò e che non dette mai alle stampe. Senza questa traccia sarebbero rimaste in silenzio le tante voci che, all’epoca della raccolta delle testimoniante, gridarono invece con ferma devozione le grazie che ebbero per intercessione di Maria Immacolata la cui statua miracolosa trova alloggio nella cripta della chiesa di Santa Maria in Platea.
I vari aspetti di antropologia religiosa sono tutti presenti in questo lungo cammino di devozione. Lo studioso cerca di analizzare il tessuto connettivo della popolazione, del rito, della società, per cercare di interpretare nel più chiaro modo possibile perché lì e in quel momento il tempo divenne “altro” dagli “altri” e Campli devenne fulcro di pellegrinaggi, di grazie, di lacrimazione di sangue della statua miracolosa che si spostò da sola dalla sua nicchia per appoggiarsi sull’altare. L’antropologo non indaga gli aspetti che più attengono alla ierofania, alla fenomenologia del sacro, ma li tiene presenti per entrare nelle pieghe della singola e corale devozione, della paura della morte e della malattia e del particolarissimo rapporto che si crea tra divino e umano. In questa sede si è tentato di descrivere, attraverso la lettura e riflessione delle singole testimonianze (che in altra pubblicazione erano state riportate solo in copia anastatica) e anche attraverso la comparazione di simili modalità di rituali e cerimonie accadute in altre località e con riferimenti bibliografici che attestavano la reale vita camplese, il grande fervore di fede e la partecipazione di una comunità che si identificava tutta nell’affidamento a Maria. L’indagine ha cercato di collegare tempi passati e situazioni dell’oggi che ripetono o modificano alcuni passaggi rituali.