SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La scorsa settimana è giunto in redazione un comunicato di Manuela Marcucci responsabile sanità del Partito democratico provinciale, lo abbiamo letto con attenzione e notato che il contesto riportava le stesse (o molto simili) considerazioni sui due comunicati dei sindaci di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto del nostro Direttore (Vedasi ultimo DisAppunto in home page sia di Rivieraoggi.it che di Picenooggi.it).

Il Direttore ha ritenuto però che, per quanto riguarda Emergenza e Pronto Soccorso, serviva il parere di una persona esperta, qual è il dottor Maffei, al quale ci siamo rivolti per motivi simili nei giorni scorsi. Questa la sua risposta:

“Caro Nazzareno prima è indispensabile un po’ di chiarezza sulla organizzazione delle attività di emergenza e di Pronto Soccorso. Vediamo le questioni collegate agli equivoci più comuni:

  1. un Pronto Soccorso c’è solo in presenza di un ospedale per acuti che lo supporta direttamente, ospedale all’interno del quale opera il Pronto Soccorso stesso;
  2. i vecchi Punti di Primo Intervento (PPI), operanti nei piccoli ospedali poi trasformati in ospedali di comunità, privi di organico autonomo di medici specialisti e gestito  in collaborazione tra i medici di guardia interna e i medici dell’emergenza territoriale dell’ambulanza in attesa preso la stessa sede sono stati superati dal solito DM 70 che ne prevede il superamento;
  3. al posto dei PPI sono previsti ambulatori aperti nelle 12 ore diurne gestiti con la  collaborazione dei medici di medicina generale;
  4. queste trasformazioni puntano al trasporto del paziente all’ospedale più vicino con un Pronto Soccorso vero;
  5. non esistono Servizi di Pronto Soccorso che fanno solo i codici minori (Bianco e verde Ndr); ci sono dentro i Servizi di Pronto Soccorso veri degli ambulatori riservati ai codici di minore gravità a volte gestiti da infermieri formati allo scopo e/o da medici di medicina generale;
  6. l’intasamento dei Servizi di Pronto Soccorso si attenuerà progressivamente mano a mano che si potenzierà l’assistenza territoriale e si attiveranno ambulatori ad accesso diretto per quelle situazioni evidentemente di minore gravità con assenza di rischi gravi.

Per quanto riguarda poi le affermazioni riportate nel comunicato stampa che  mi hai mandato (vedi sotto la versione integrale giunta alla nostra mail. Ndd) mi pare che riporti  molte affermazioni condivisibili quando parla del “destino” dei due attuali Presidi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto in caso di costruzione del nuovo ospedale. La loro destinazione a strutture per la cronicità e la post-acuzie e per una offerta ambulatoriale di qualità è ben descritta ed è effettivamente quella giusta. Va solo chiarito che non ci potrà essere qui per le urgenze né un Pronto Soccorso né un punto di Primo Intervento che non sono previsti per queste strutture a tipo ospedale di comunità. Ci potranno essere ambulatori ad accesso diretto che filtreranno nelle ore diurne le situazioni  evidentemente non a rischio. Per quelle di maggior impegno dovrà essere garantito il pronto trasporto alla nuova struttura dal sistema di emergenza territoriale.

Questa soluzione è stata adottata anche in altre realtà regionali ed extraregionali e certo va ben motivata e descritta alla popolazione nel caso si voglia fare la stessa cosa in questa area.

Un altro paio di commenti. Il primo riguarda il fatto che non è immaginabile tecnicamente che nell’Area Vasta ci possa essere una Azienda Ospedaliera e quindi un ospedale di II livello, scelta che il Comunicato commenta e in qualche modo mette in discussione. Ovviamente, è legittimo che la politica parli di questa possibilità, ma mi sembra giusto che tecnicamente si espongano le motivazioni che la fanno ritenere poco coerente con la normativa e con il quadro complessivo di riferimento.

Il secondo riguarda il fatto che, secondo il comunicato stampa, certe scelte favorirebbero il privato non convenzionato. Qui faccio una piccola integrazione. Ritengo che queste scelte favorirebbero  invece quei privati già “convenzionati” dell’Area Vasta 5 visto che hanno avuto  dalla Regione di recente incrementi  di budget molto significativi. Gli spazi di offerta pubblica lasciati vuoti

Claudio Maria Maffei

Il testo integrale del comunicato di Manuela Marcucci del Pd Piceno:

“Il Sindaco Fioravanti,  dopo aver partecipato alla cena commemorativa alla marcia su Roma delegittimando agli occhi dell’opinione pubblica l’immagine della nostra città, Medaglia d’oro al Valor militare per attività partigiana, tenta di rimediare cercando di buttare fumo negli occhi agli ascolani parlando ancora una volta di una materia che non conosce,  cioè la Sanità. La sottoscritta e il Partito Democratico sono più interessati,  come già dimostrato in questi mesi, a parlare di sanità in termini concreti per migliorare i servizi offerti piuttosto che rispondere a una polemica politica di parte a favore di Castelli . Di fronte a tanta “ignoranza” non posso però rimanere in silenzio. I cosiddetti primari, come li definisce Fioravanti,  da anni sono definiti dalla normativa nazionale,  Direttori di Struttura Complessa e quindi e in quanto tali,  sono chiamati a garantire percorso clinico,  cosa di cui si occupano giornalmente con alta professionalità,  ma anche la funzionalità complessiva del reparto facendosi garanti anche dell’inventario. L’unica proposta rivoluzionaria che fa,  sarà quella di chiedere al sindaco Piunti di associarsi nella richiesta di una modifica del funzionamento della Conferenza dei Sindaci per arrivare al voto ponderato solo per mettere più potere nelle mani dei sindaci che amministrano città con più abitanti. Proposta nei fatti inutile.  La  legge dà il compito alla  conferenza dei sindaci di valutazione consultiva e non decisionale; la proposta di Fioravanti risulterebbe essere discriminatoria nei confronti dei sindaci che amministrano comuni con meno abitanti mettendo in discussione il principio di uguaglianza del diritto all’assistenza sanitaria. Anche qui,  Invece di far valere la capacità di convinzione,  tenta solo la prova muscolare! Per ultimo la cosa veramente comica, se non fosse che l’argomento è estremamente  serio,  è quella che, mentre con una mano chiede un’alleanza al suo compagno di partito  Piunti  per un improbabile disegno,  con l’altra gli cancella l’ Ospedale Madonna del Soccorso. È infatti del tutto evidente che se si propone il Mazzoni come azienda ospedaliera si giustifica di fatto la chiusura di tutte le altre strutture sanitarie sul territorio piceno. L’altro effetto è quello di lasciare il campo aperto alle strutture private non convenzionate che potranno farsi carico dei servizi e prestazioni che al momento vengono garantiti dalla sanità pubblica e convenzionata con il Servizio Pubblico. Noi siamo da sempre per una riorganizzazione della sanità di tutto il territorio Piceno dove il Nuovo Ospedale dovrà garantire il massimo delle professionalità e tecnologie nella presa in carico dell’utente con patologie acute mentre i due presidi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto dovranno essere di supporto con l’attività di pronto soccorso e primo intervento, gli ambulatori specialistici, gli ambulatori di diagnostica,  i servizi di trattamento e cura che non necessitano di ricovero,  la lunga degenza, e l’Hospice. In questo contesto non manca il progetto del potenziamento dei servizi territoriali, di assistenza domiciliare,  di assistenza al paziente non autosufficiente non autosufficiente e/o fragile”

MANUELA MARCUCCI responsabile sanità Pd piceno