Lettera al Direttore di Claudio Maria Maffei. Dopo una lunga intervista video che in giornata renderemo pubblica (insieme ad alcune considerazioni del dottor Nicola Baiocchi, presidente del comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso“), e considerata la sua grande competenza, abbiamo chiesto all’ex direttore sanitario dell’Inrca un parere sulla possibilità di un accordo con la Regione Abruzzo per la nascita di un punto di eccellenza sanitario nazionale per il quale, secondo un articolo apparso sul Corriere Adriatico lunedì scorso, è già previsto un incontro per i prossimi giorni.

“Gentile Direttore, volentieri commento come da te richiesto la questione  del nuovo ospedale del Piceno e del centro di ricerca che sarebbe previsto nello stesso. Si parla per questo centro di eccellenza di un collegamento con una struttura di grande prestigio, collegamento però definito ancora “top secret”. Si lascia poi intendere che i contenuti sanitari del presidio sarebbero ancora da definire proprio per favorire un confronto con la Regione Abruzzo.

Difficile commentare dichiarazioni (Avvocato Ermanno Consorti sul Corriere Adriatico di lunedì 11 novembre, Ndd) di questo tipo, anche perché di fonte non istituzionale e quindi non corroborate da documenti o dichiarazioni delle due Regioni. Alcuni semplici commenti si possono comunque fare. Il primo è che una progettualità comune tra le due Regioni non è solo augurabile, ma addirittura necessaria. Occorre però tenere presente che accordi di questo tipo per essere operativi hanno bisogno di obiettivi chiari, ancora non noti, e tempi lunghi. Quando invece per le Marche siamo in pratica a fine legislatura.

Un esempio di integrazione con Regioni vicine nelle Marche già c’è ed è l’Accordo con la regione Umbria per il servizio di elisoccorso collocato a Fabriano. Ma sono serviti tempi non brevi per realizzarlo ed una volontà esplicita comune delle due Regioni, che nel caso del nuovo ospedale del Piceno non compare in alcun atto, né per quanto mi risulta in alcuna comunicazione ufficiale. Quando si siederà al tavolo di confronto la Regione Abruzzo sicuramente chiederà alle Marche un Accordo di Confine per ridurre i fortissimi costi che ogni anno quella Regione sostiene per i flussi di pazienti che vengono a curarsi nelle Marche in generale e nelle strutture pubbliche e private del Piceno in particolare (nel 2018 più di 40 milioni per la sola attività di ricovero, di cui più della metà a carico della Provincia di Teramo).

Quel che voglio dire è che nell’eventuale Accordo tra le due Regioni se ci saranno il tempo e la volontà per farlo l’Abruzzo da una parte potrebbe investire nella sanità marchigiana, ma dall’altra vorrà diminuire e non di poco i costi della sua mobilità passiva verso la nostra Regione, legata spesso a prestazioni non di alta complessità. E questo contribuisce a rendere l’eventuale accordo molto impegnativo già in fase di impostazione e non solo tutto vantaggioso per la Regione Marche.

Per concludere: un accordo di integrazione tra Marche ed Abruzzo per il nuovo ospedale sarebbe ottima cosa. I tempi sono stretti, un progetto di dettaglio manca, l’accordo operativo potrebbe essere impegnativo perché potrebbe non riguardare solo il nuovo ospedale da costruire e la legislatura nelle Marche sta per finire. Quindi prima “il mistero” si svelerà e più si avvantaggerà il percorso del nuovo ospedale, purtroppo caratterizzato mi pare da buone idee e ottime intenzioni, senza però che sia fornita la possibilità a cittadini ed istituzioni di confrontarsi con una progettualità esplicita e di dettaglio.

Come si dice, se sono rose …”

Claudio Maria Maffei