SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si allarga il fronte critico rispetto alle decisioni, già fatte o da ufficializzare, della Regione Marche in merito alla sanità e al nuovo ospedale Piceno.

In una nota Benito Rossi (Orgoglio Civico), Vincenzo Amato e Nicola Piattoni (63074) assieme a due componenti del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso”, Rosaria Falco e Fabio Bagalini, contestano alcune dichiarazioni di Luciano Agostini, ex deputato e “responsabile della Sanità nelle Marche del Partito Democratico”.

“Agostini afferma che le notizie che girano e riguardano la sanità privata nelle Marche sono solo fake news, ma noi prendiamo posizione in merito a quanto detto. Va premesso che nella Regione Marche insistono 11 cliniche private così suddivise: 3 per l’Area Vasta 5 (quella meridionale comprendente Ascoli e San Benedetto), 1 per Av4, 2 per l’Av3, 3 per l’Av2 (1 per Ancona, 1 per Jesi, 1 per Senigallia), 2 per l’Av1″.

Secondo i redattori della nota stampa, “nel servizio pubblico non vengono profuse le necessarie energie politiche e finanziarie” l’Area Vasta 5 ha una mobilità attiva superiore a quella passiva (miglior risultato regionale) ma “la produzione di risultati economici viene poi impiegata ad Ancona”.

“Ora, nell’Av5 a noi risulta una carenza di 43 posti letto per acuti, corrispondente al 10% in meno della nostra dotazione totale, e ci chiediamo se sia un fatto voluto o solo legato all’incapacità gestionale. Quanto potrebbe produrre in più l’Av5 se avesse tutti i posti letto previsti dalle delibere regionali? La Regione, con la delibera 735 del 2013, assegnò all’Area Vasta 5 642 posti letto per acuti, suddivisi in questo modo: Clinica San Marco 40 (-16), Villa Anna 53 (-37), Stella Maris 40 (-21), Ascoli 276 (-46), San Benedetto 233 (-5). I due ospedali avevano dunque 509 posti letto per acuti” scrivono (tra parentesi il numero di posti letto tagliati rispetto al Piano precedente).

Successivamente il Decreto Ministeriale 70, noto come Balduzzi, fu recepito dalla Regione il 15 luglio 2015 (delibera 541). “Nella stessa data, 15 luglio, con delibera di giunta regionale 599, furono aumentati i posti letto delle cliniche private. Immediatamente, senza far passare neanche un giorno dal recepimento del Decreto 70”.

A questo punto, con delibera di giunta regionale 908 del 19 ottobre 2015, la Regione ratificò la variazione dei posti letto: “Clinica San Marco 60 (+20), Villa Anna 70 (+17), Stella Maris 60 (+20). Questi 57 posti letto in più vennero tolti agli ospedali di Ascoli e San Benedetto in quanto il numero complessivo di posti letto doveva rimanere invariato (642). E non esiste alcuna delibera regionale che dimostri, a quel momento, l’aumento dei posti letto nell’Av5 per sopperire all’aumento nelle cliniche private”.

“Con l’ultima delibera di giunta regionale 639/2018 venne confermato il numero complessivo di 673 posti letto per acuti con la frase “Non sono previste variazioni di posti letto in Area vasta 5”. Poiché ad oggi le tre cliniche private hanno, complessivamente, ancora 190 posti letto ne restano teoricamente per i due ospedali 483, con una riduzione di 26 posti letto dagli iniziali 509. Da un documento del marzo 2019 risultano questi numeri: Ascoli 243, San Benedetto 201. Ma poiché a San Benedetto sono stati conteggiati 4 posti letto in più in cardiologia, in realtà sono 197: per un totale di 440 posti. Ne mancano dunque 43. Dove sono finiti? Sono stati cancellati oppure “spostati”? Se poi il nuovo ospedale di Pagliare dovrà avere 487 posti letto per acuti come potranno improvvisamente ricomparire quei 47 posti letto mancanti?” scrivono.

“Di sicuro deduciamo che abbiamo perso almeno dieci anni di programmazione sanitaria; che la corsa verso l’ospedale unico rappresenta una disperazione orientata verso operazioni di edilizia sanitaria elettorale. Pertanto, a gran voce ci rivolgiamo alla maggioranza regionale, esortandola a non fare più danni di quanto ne abbia già fatti; e per spiegarci meglio, poniamo l’accento sul fallimento gestionale evidenziato dopo l’unione tra la ex zona 12 e la ex zona 13, confluite in Av5. Chi avrà la faccia tosta di definire di “eccellenza” un ospedale dal quale continueranno a partire ogni giorno ambulanze verso Ancona, perché qui, nell’ospedale di eccellenza, non ci saranno le strutture e il personale adatti per gestire il 90% delle urgenze? Forse avremo le ambulanze di eccellenza?” conclude la nota.