SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, tra le diverse iniziative volte a consolidare il controllo economico del territorio, ha da tempo avviato periodici riscontri circa l’effettiva cessazione delle attività dichiarate agli Uffici dell’Amministrazione Finanziaria da parte delle imprese e dei lavoratori autonomi.

Non sono rare, infatti, quelle vicende operative che portano le Fiamme Gialle a scovare gli “evasori totali” anche tra quei contribuenti che avevano ufficialmente dichiarato la loro cessazione degli impegni imprenditoriali e/o professionali, continuando, però, ad operare nei meandri del “nero”, sfuggendo, così, al pagamento di qualsivoglia tipologia di imposta e di contributi previdenziali ed assistenziali.

Un escamotage tuttavia noto, che ha portato la Compagnia della Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto ad approfondire la posizione di un locale odontoiatra, il cui Studio, nonostante, appunto, la dichiarata cessazione dell’attività, sembrava essere ancora frequentato da clienti. Confidando, forse, di non dare nell’occhio, in quanto ubicato all’interno di un condominio, lo “Studio fantasma” è stato però smascherato in poco tempo dai Finanzieri attraverso attività di appostamento e di osservazione, con le quali, in un primo momento, si sono appurati movimenti di persone in numero sicuramente “esuberante” rispetto alle realtà ed alle necessità dello stesso condominio. Ciò nonostante, del dentista, nessuna apparizione.

Rimaneva, quindi, da sciogliere l’”anomalia” principale di uno studio ufficialmente chiuso, invero aperto e regolarmente frequentato, ma privo del professionista che, anche se “in nero”, avrebbe dovuto effettuare le prestazioni odontoiatriche del caso. Ogni perplessità è stata risolta mediante un’intensificazione delle attività di appostamento, già intraprese da giorni, con le quali sono stati individuati due soggetti (odontotecnici, residenti in altre località) “frequentatori” giornalieri del condominio posto sotto osservazione, dove vi accedevano nelle prime ore del mattino, per poi abbandonarlo alle prime ore della sera, in perfetta coincidenza con i “vecchi” orari di apertura e di chiusura dello studio odontoiatrico.

Con un blitz pianificato nei tempi idonei a dimostrare la presenza di clienti e l’effettiva attività dello Studio dentistico, i due odontotecnici sono stati così colti in flagranza del reato di “Abusivo esercizio di una professione”, per il quale, così come sancito dall’articolo 348 del Codice penale, dopo la denuncia delle Fiamme Gialle, rischiano ora la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 10 mila a 50 mila euro.

Le complicazioni giudiziarie hanno naturalmente coinvolto anche l’odontoiatra “pensionato”, il quale, dopo essere stato denunciato per il concorso nel reato di “Abusivo esercizio di una professione”, avendone agevolato ogni condizione, soprattutto attraverso la cessione dei locali ai due odontotecnici, in osservanza delle prescrizioni dello stesso articolo di legge, si è visto sequestrare l’intero Studio (e relative attrezzatture) di proprietà.

“Riuniti odontoiatrici”, trapani elettrici, specilli, bisturi, siringhe, medicinali anestetici, antianafilattici, protesi, sono una parte di quanto sequestrato nell’occasione, unitamente ad un ulteriore ambiente organizzato ed utilizzato quale laboratorio per la creazione di impianti e protesi dentarie, privo delle necessarie autorizzazioni.

Non è stato rivelato, al momento, il nome della struttura e dei denunciati, dai finanzieri. 

L’attività in rassegna arriva a poca distanza di tempo dalla scoperta, da parte della stessa Compagnia della Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto, di un “falso biologo nutrizionista”, operante sempre nel comprensorio costiero, che, nonostante l’assenza dei titoli previsti dalla legge, vantava una platea di circa 300 clienti.

Un’attenzione investigativa sempre più incisiva, quindi, quella rivolta dal Comando Provinciale di Ascoli Piceno al contrasto dell’esercizio abusivo di professioni, affinché le prerogative di leale concorrenza trovino sempre contestuale rispondenza nel possesso dei requisiti previsti e certificati, nel rispetto di ogni condizione di legalità.

Non di minor rilievo gli aspetti di carattere fiscale, che saranno considerati dallo stesso Reparto del Corpo in relazione ai proventi “in nero” conseguiti attraverso l’esercizio delle attività illecite, in una coniugazione delle funzioni correlate di polizia giudiziaria e di polizia tributaria esercitate dal Corpo quale esclusiva Forza di Polizia economica e finanziaria a competenza generale, che consente un approccio trasversale e multidisciplinare ai fenomeni di diversa natura.