SAN BENEDETTO DEL TRONTO  – Cena dal menù fascista, non mancano neppure le reazioni in Riviera. “Chiediamo anche noi le dimissioni dei nostri amministratori presenti a questa esecrabile cena” dicono i consiglieri di opposizione Rosaria Falco e Marco Curzi commentando la presenza al ristorante, la sera del 28 ottobre, anche di membri di Fratelli d’Italia che ricoprono cariche istituzionali nel Comune di San Benedetto. In Riviera, infatti, il partito della Meloni vede iscritti, fra consiglieri e assessori Andrea Assenti, Pierluigi Tassotti, Giovanni Chiarini, Pierfrancesco Troli, Antonella Croci, Gianni Balloni e Giacomo Massimiani: alcuni di loro sarebbero stati presenti al ristorante.

“Sono ridicoli nel loro cadere sempre dalle nuvole, indegni di amministrare questa città, portatori di idee malsane e strumentali ai loro progetti politici ed alle loro ambizioni” continuano i due consiglieri del gruppo misto, “hanno messo in imbarazzo il nostro territorio  davanti a tutto il Paese”. Più di carattere “legale”, invece, l’intervento del Pd sambenedettese che tramite il suo segretario Edward Alfonsi ricorda come la legge Scelba “sanziona, fino all’interdizione dai pubblici uffici, chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo. È chiaro ed evidente che quello che è avvenuto ad Acquasanta è grave e va sanzionato” chiosa il “dem”.

Durissimi anche i parlamentari marchigiani del Movimento 5 Stelle: “Chi ha ruoli pubblici non può partecipare a iniziative che rimpiangono un regime dittatoriale, qualunque esso sia. La nostra Costituzione parla chiaro sull’apologia di fascismo, e noi non possiamo in alcun modo far finta di nulla di fronte a certi comportamenti agghiaccianti”.