SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un vero e proprio referendum di tipo consultivo. Potrebbe essere questa una ipotesi conclusiva del lungo dibattito che si sta tenendo in questi mesi e anni circa il futuro della Sanità nel Piceno e nel Sud delle Marche. La questione viene lanciata dal consigliere regionale ex Pd, adesso Italia Viva, Fabio Urbinati: “La settimana prossima in Commissione regionale presenterò un emendamento ad una legge regionale del 1980 che regola l’istituto nelle Marche,  affinché i referendum consultivi possano riguardare anche questioni di elevato interesse sociale, come la Sanità”.

A quel punto, entro fine novembre, la modifica approderà all’Assemblea Regionale e in caso di approvazione della proposta che lo stesso Urbinati potrebbe chiedere, ovvero un referendum consultivo, la votazione (su quesito ovviamente da decidere ma che riguarderà tipologie di ospedali e ubicazione degli stessi) dovrebbe svolgersi entro sei mesi, “ma prima sicuramente delle elezioni regionali che si terranno a giugno”.

“Spero non si arrivi a questo, perché credo che il Piceno possa muoversi in maniera coordinata senza arrivare ad una conta – specifica il consigliere – Tuttavia, se così non fosse, il referendum potrebbe dare la parola ai cittadini in maniera incontrovertibile anche se solo consultiva”.

Un Urbinati che presenterà, assieme ai colleghi Renato Claudio Minardi, (Pd, zona Pesaro) e Francesco Micucci (Pd, Civitanova) tre emendamenti per modificare il Piano Sanitario Regionale: “Il mio intento è di mettere in sicurezza l’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto e la sanità nel Piceno e se i tre emendamenti saranno approvati avremo questo risultati – spiega – A quel punto occorrerebbe trovare una mediazione condivisa il più possibile tra le ipotesi in campo”.

Col primo emendamento “sparirà dal Piano Sanitario, sia per l’Area Vasta 3 di Macerata che per la 5 di Ascoli, qualsiasi denominazione riguardo l’Ospedale Unico, sostituita da Nuovo Ospedale. Si deve però ricordare che nel 2012 tutti i sindaci del Piceno, Gaspari per San Benedetto e Castelli di Ascoli, votarono compatti per l’ospedale unico e a quel voto la Regione si è attenuta e ha programmato il futuro. In questi cinque anni siamo riusciti a frenare il depauperamento in atto al Madonna del Soccorso, e in qualche caso gli interventi sono aumentati, ma i danni erano precedenti”.

Col secondo emendamento si chiederà pari trattamento su tutto il territorio regionale, facendo riferimento a quanto sta avvenendo a Fano, dove nonostante sia stato realizzato a Pesaro il nuovo ospedale “Marche Nord”, a Fano, a pochi chilometri di distanza, sia rimasto aperto l’Ospedale Santa Croce. Dunque, per il Piceno, un eventuale nuovo ospedale a Spinetoli non dovrebbe comportare la chiusura degli ospedali di San Benedetto ed Ascoli.

Nel terzo emendamento si legge: “Con particolare riferimento all’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto si prevede: a) il mantenimento della struttura ospedaliera; b) il mantenimento del Pronto Soccorso con 5 codici di accesso in ottemperanza alle nuove linee di indirizzo sul Triage“, ovvero, spiega Urbinati, un ospedale con posti letto che abbia, tra gli altri, i reparti di Medicina Generale, Chirurgia di Base, Ortopedia, Emoteca e altri come descritti dal Balduzzi”.

“Anche se si facesse un ospedale di primo livello a Spinetoli, a San Benedetto non potrebbe essere negato quello di base – aggiunge – Io sarei il primo favorevole ad un ospedale di primo livello a Monteprandone, ma per l’ubicazione occorrerebbe che i sindaci rivotassero in maniera diversa rispetto a febbraio. Altra cosa è un ospedale di secondo livello, quindi più elevato. Tuttavia il ritardo che si sta accumulando rischia di penalizzare rispetto a Macerata dove sono due anni avanti. Poiché in Abruzzo stanno realizzando l’area vasta L’Aquila-Teramo con ospedale di qualità centrato su Teramo, i ritardi rischiano di privarci di questa possibilità che sarebbe molto interessante. Apprezzo dunque il lavoro del Comitato e spero che insieme si possa ragionare al meglio”, aggiunge il consigliere di Italia Viva che presto organizzerà un nuovo incontro sul tema coi quartieri di Porto d’Ascoli.

In tutto questo, però, secondo Urbinati il punto debole è il sindaco Piunti: “Mentre con Fioravanti, ad Ascoli, si riesce ad avere un dialogo e risposte sui punti che si pongono, Piunti da mesi non mi risponde, mi evita e non mi guarda negli occhi. Io chiedo di essere invitato in Commissione Sanità per garantire la massima collaborazione e questo viene evitato. Inoltre Piunti ha scritto nella diffida approvata da tutti gli assessori e i consiglieri di maggioranza che non bisogna prendere in considerazione che gli ospedali di San Benedetto e Ascoli possano diventare di base mentre in precedenza il Consiglio Comunale di San Benedetto ha chiesto di fare un primo livello e uno di base in provincia: e come è possibile farlo se poi hai diffidato dal farne uno di base? Ma Castelli e Fioravanti devono averlo rimproverato dal rischio di fare l’ospedale di base ad Ascoli, tanto che adesso non fa alcun cenno all’ospedale di Ascoli”