SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tu chiamale, se vuoi, soddisfazioni. I Musei Sistini del Piceno fanno il punto della situazione dopo gli eventi estivi, attraverso il presidente don Giorgio Chiarini e la direttrice Paola Di Girolami. Ed è un bilancio positivo, tra picchi di visitatori e una “ripartenza”, seppur difficoltosa, nelle zone più colpite dal terremoto del 2016.

“La rete dei Musei Sistini del Piceno va dal mare alla montagna, passando per la collina. Grazie agli eventi, come quello organizzato a Rotella, riusciamo ad accendere i riflettori su uno di essi, anche se poi, e ne abbiamo le prove, i visitatori si recano anche in altre strutture museali della rete – spiega Paola Di Girolami – I visitatori estivi sono stati 12304, con ben 8600 presenze a Grottammare e 1259 a Rotella. Abbiamo ancora due musei chiusi, quello di Montalto e quello di Castignano, le cui opere al momento sono nella sede provvisoria del Palazzo del Museo delle Icone”.

“A Rotella abbiamo organizzato la mostra Annunciazioni Crivellesche tra Marca e Abruzzo: il ritorno delle sculture di Rotella nelle terre ferite dal sisma, mostra aperta dal 29 giugno al 29 settembre 2010, grazie alla collaborazione con il Comune di Rotella e alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, con il suo direttore Peter Aufreiter.

“Durante la mostra abbiamo avuto modo di realizzare degli eventi, come la lectio magistralis di Sgarbi, in omaggio al ritorno alle due sculture lignee, vendute 100 anni fa esatti dal parroco di Rotella e ritornate nel paese” continua la Di Girolami. Sono stati inoltre organizzati due concerti, uno in Piazza Peretti a Grottammare e uno alla Palazzina Azzurra di San Benedetto, per pubblicizzare i Musei Sistini.

Soddisfazione espressa dal sindaco di Rotella Giovanni Borraccini: “Molto importante per un piccolo comune come il nostro, grazie all’aiuto anche di molti sponsor, privati e pubblici, come la Regione Marche, la Fondazione Carisap, il Bim Tronto. Rotella è stata duramente colpita dal terremoto pur senza crolli evidenti, e si fa molta fatica ad uscire da questa emergenza”.

Importante anche quanto sta avvenendo a Montemonaco dove il Museo Sistino è rimasto miracolosamente in piedi nonostante le chiese del centro storico e non solo abbiano subito molti danni. Così il Museo è divenuto inizialmente una sorta di magazzino per tutte le opere d’arte salvate dalle chiese, comprese le pesanti campane, infine, una volta terminata l’emergenza, è diventato un vero e proprio punto di interesse poiché al suo interno sono presenti tutte le opere d’arte cittadine. Per dare visibilità alle campane, è stato costruito un campanile d’acciaio al suo fianco in grado di sostenere ben quattro campane.

In tutto alla riqualificazione delle opere di Montemonaco sono stati spesi 35 mila euro, di cui tremila recentemente deliberati dalla giunta comunale che ha rinunciato alle speciali indennità del sisma di propria spettanza. Di recente, sono state inoltre recuperate due lapidi di due metri per due metri, di probabile periodo longobardo, del peso di due tonnellate ciascuna, precedentemente presenti nella chiesa di San Francesco in Vallgrascia.

Il sindaco di Montemonaco Francesca Grilli, da parte sua, ringrazia l’organizzazione per due anni, ribadisce l’importanza per il territorio di tutta montemonaco del museo Sistino, per noi rappresenta il legame con il passato, la nostra identità e un valore aggiunto per un territorio penalizzato dagli ultimi eventi sismici

Tra i sostenitori, la Fondazione Carisap, il Consolato di Polonia, l’associazione Arte Pro Arte e l’associazione Sala delle Asse che opera a Lecce e Milano.