Di seguito una nota del Cordinamento Democrazia Costituzionale, gruppo che fu il nucleo dell’opposizione al Referendum Costituzionale del 2016.

Questo taglio dei parlamentari è un errore. Sappiamo che la riduzione dei parlamentari è un impegno dell’accordo di governo, ma il testo già votato dalla precedente maggioranza, respinto da una parte di quella attuale, non è migliorato solo per questo.

Il testo di questa legge costituzionale nasce da un’iniziativa che punta al taglio dei parlamentari essenzialmente per risparmiare e in realtà scarica sul parlamento tutte le responsabilità degli innegabili difetti di funzionamento del sistema democratico italiano, sottovalutando che nella nostra Costituzione il parlamento ha un ruolo fondamentale, pena la crisi del sistema istituzionale che caratterizza la nostra democrazia. Questa legge dovrebbe essere respinta e i parlamentari dovrebbero usare la loro autonomia nel voto, garantita dalla Costituzione, per votare contro.

Non è stato possibile discutere di alternative a questa scelta. Lo stesso accordo di  maggioranza prevede altre modifiche costituzionali per riequilibrare gli effetti del taglio. In realtà queste modifiche non correggono gli errori di questa legge e ad oggi non è chiaro se siano frutto di un reale accordo politico, né si comprende come si intenda modificare la legge elettorale attuale.

Chiediamo al parlamento di rinviare la decisione, anche per poche settimane, e di aprire un tavolo di confronto politico e scientifico per consentire un esame delle alternative a questa riduzione dei parlamentari, scelta che resta non necessaria in rapporto al rapporto rappresentanti/rappresentati nel resto d’Europa.

Chiediamo di accelerare la riforma del sistema elettorale vigente. Dopo il porcellum, dichiarato incostituzionale, anche il rosatellum ha dato pessima prova e la nuova legge elettorale, voluta dalla Lega, ne esalta i difetti in presenza del taglio dei parlamentari ed è palesemente incostituzionale.

La Lega ha forzato nelle regioni dove è al governo per promuovere un referendum che ha l’obiettivo non solo di tagliare la parte proporzionale della legge elettorale ma di preparare le condizioni per introdurre l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, vagheggiata addirittura per il 2029.

Legge elettorale ipermaggioritaria e presidenzialismo sono i due obiettivi centrali della Lega, sembra con il sostegno del resto della destra. Contro questa pericolosa iniziativa referendaria – pur probabilmente inammissibile secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale – è necessario mettere in campo una alternativa forte e chiara che, tanto più dopo l’eventuale taglio dei parlamentari, porti a una legge elettorale proporzionale, senza sbarramenti e con il diritto degli elettori di scegliere direttamente i loro rappresentanti.

E’ centrale puntare sulla ricostruzione di un rapporto di fiducia tra parlamentari ed elettori sulla base del capovolgimento della tendenza degli ultimi lustri che ha portato i parlamentari ad essere di fatto scelti per fedeltà al capo e nominati dall’alto e non dagli elettori. La crisi di fiducia ha portato ad un parlamento che ha subito decreti legge a raffica, non motivati dall’urgenza, a voti di fiducia come strumento di costrizione della libertà dei singoli parlamentari, a dure sanzioni contro i singoli.

Il risultato è stato un capovolgimento del rapporto tra il governo e il parlamento, che è oggi subalterno al punto di approvare leggi che non solo non può modificare ma neppure leggere. Si giunge ora a proporre l’introduzione di un vincolo di mandato che la nostra Costituzione esclude in radice.

Si conferma così che l’obiettivo è un parlamento obbediente ai capi.

La centralità del parlamento, se la Camera il 7/8 ottobre deciderà il taglio dei parlamentari, è seriamente a rischio e potrebbe essere l’inizio di una deriva centralizzatrice e autoritaria, di cui è coronamento il presidenzialismo.

Per questo occorre un forte impegno per approvare rapidamente una legge elettorale proporzionale con le caratteristiche citate.

La Presidenza del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale

5/10/2019