SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Valorizzazione delle imprese attraverso l’innovazione. Se ne è parlato al Palariviera, il primo ottobre, nell’ambito del convegno “Brand e Innovazione. Vantaggio competitivo e valore per il successo” organizzato da Confindustria Centro Adriatico.

Presentato e moderato dalla giornalista Rai Barbara Capponi, l’incontro si è aperto con la platea in piedi per l’inno d’Italia e i saluti della conduttrice.

“Confindustria Centro Adriatico, nata dall’aggregazione tra Ascoli e Fermo, compie proprio il 1° ottobre due anni”, ha ricordato la Capponi.

A seguire, i saluti del sindaco di San Benedetto, Pasqualino Piunti e i ringraziamenti per la presenza dell’ospite d’onore Vincenzo Boccia, presidente nazionale di Confindustria, e tutti i presenti. Il primo cittadino ha aggiunto: “Ascoli e Fermo sono riusciti a unirsi, il vero brand lo rappresentiamo noi come Regione Marche. Il Centro Marche, a proposito di brand, è campione del mondo”.

Il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli si aggiunge ai ringraziamenti, sostenendo inoltre: “Ieri, in un incontro con il sottosegretario di Governo, abbiamo condiviso alcuni punti in merito allo sviluppo economico della regione, come la semplificazione degli strumenti per la ricostruzione. Domani sarò al Mit a parlare di sviluppo e infrastrutture con un dossier fitto di lavori di cui il territorio ha bisogno. Avrò un incontro poi con Infrat per lo sviluppo della banda ultra larga”.

In merito al tema del convegno, cioè il brand, afferma Ceriscioli: “Nel mondo globale dove le informazioni sono tante, o ci si distingue o ci si estingue. Da questo punto di vista, non faremo mancare l’impegno della regione”.

È intervenuto poi Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio delle Marche, ringraziando in particolare il presidente di Confindustria Ascoli Fermo Simone Mariani per il buon operato di questi anni e il Presidente Boccia: “Oggi siamo diventati la quinta Camera di Commercio d’Italia e la prima in estensione. Abbiamo avviato un progetto per un sistema digitale unico, perché le imprese abbiano il supporto necessario per crescere e realizzare Pil. Ascolto, collaborazione, convergenza e senso di responsabilità sono le parole chiave. Il brand Marche, anzi italiano, tornerà ad essere attrattivo e significativo”.

A prendere la parola per l’apertura dei lavori è stato il Presidente di Confindustria Centro Adriatico, Simone Mariani, sottolineando l’importanza dell’unione tra la Confindustria di Ascoli e Fermo: “Centro Adriatico ha dimostrato di essere un luogo di convivenza e non di convenienza. Con oltre 800 imprese, è una realtà viva e vivace che brilla di luce propria ed efficace nei servizi”.

Dopo i ringraziamenti a Boccia, agli altri Presidenti di Confindustria e a tutte le istituzioni civili e militari e agli amministratori, ha continuato Mariani: “Le imprese riescono a dialogare e a entrare nel cuore dei clienti se trasmettono la propria natura e quella del territorio. Brand è tutto ciò che il prodotto rappresenta in termini valoriali e oggi un’impresa di successo è in grado attraverso il brand di comunicare emozioni e valori. Si dice brand, si traduce marca, è in sostanza business”.

Mariani ha sottolineato la correlazione tra brand e crescita economica: “Parlare di marca e strategia di sviluppo è un assist per parlare della più grande sfida che accomuna le imprese e il sistema paese. La sfida è la necessità di crescere perché solo la crescita può garantire lavoro in questa nostra economia che segna numeri da calma piatta. Come lo Stato ha impostato la ricostruzione è figlia dell’acquiescenza all’immobilismo. Siamo all’alba della nomina del quarto commissario straordinario per la costruzione. Ecco, è arrivato il momento di voltare pagina, di dire basta alla predisposizione all’inviluppo, ai comportamenti deleteri che danneggiano imprenditori e lavoratori e allontanano gli investitori dal paese”.

“Se ci diamo come obiettivo la crescita, non saranno l’aumento dell’iva o le carte geografiche nelle aule a salvarci. È indispensabile aprire i cantieri, sbloccando risorse spesso già disponibili; ridurre i tempi della giustizia civile e occorre una profonda dalla pubblica amministrazione per la semplificazione della vita di imprese e cittadini. La crescita passa anche attraverso la riscoperta di una coscienza collettiva, quindi occorre partire dalle famiglie, scuola e università. Considero miope e scellerata la scelta del vecchio governo di depotenziare l’alternanza scuola lavoro” ha aggiunto Mariani.

C’è bisogno di un’aria nuova anche nei palazzi di Bruxelles, che siano più vicini al nostro territorio – ha aggiunto il Presidente di Centro Adriatico – All’Europa chiediamo 4 provvedimenti: inserimento di tutti i comuni di Ascoli e Fermo nella carta degli aiuti a finalità regionale 2021-27, innalzamento a 500 mila euro della soglia dei minimis, introduzione dell’obblio di etichettatura di origine, riconoscimento dell’identificazione geografica protetta delle olive ascolane”.

Il Presidente ha poi illustrato i dati negativi dell’economia marchigiana, sottolineando in particolare un Pil di 11 punti percentuali sotto al livello del 2007. In particolare, le difficoltà maggiori si registrano nel Sud delle Marche: nei primi 6 mesi del 2019 l’export di calzature si è contratto dell’11%, a fronte dell’incremento nazionale del 6%.

Mariani ha quindi lanciato un appello a Luca Ceriscioli e Anna Casini, di fare cioè il possibile perché le imprese abbiano certezza delle risorse per finanziare gli investimenti, contrastare la crisi e creare lavoro.

“Mentre a Fermo c’è un inizio di rilancio, nel Piceno è necessaria una fase 2, dopo l’accordo di programma Tronto-Vibrata e incoraggianti risultati, occorre insistere. Confindustria vi chiede di unirci per chiedere al Mise la proroga di tale accordo.

“Un’altra proposta – ha concluso Mariani – è il riconoscimento per il territorio di Zona Economica Speciale, cioè uno strumento straordinario, pensato per il mezzogiorno, che prevede un potente pacchetto agevolativo, con meccanismi antiburocrazia. Sarebbe un turbo per la nostra economia. Abbiamo bisogno di un rinascimento italiano. Le imprese sono pronte a salpare con la speranza, coraggio e ottimismo”.

Massimiliano Bruni, professore di Strategy and Entrepreneurship presso la Sda Bocconi School of Management, ha illustrato il tema “Il brand come fattore strategico per le imprese”, spiegando come sia necessario sviluppare la marca più che il marchio, cosa che l’Italia non è stata molto capace di fare.

“Molti nomi non sono diventati marca perché non sono stati capace di rafforzare e permeare il proprio nome di valori che fossero significativi per gli altri. Per costruire delle relazioni ci vuole qualcosa da raccontare. Un marchio diventa marca quando si compone della sua immagine e della sua etica. La notorietà e la qualità non bastano senza valori” ha concluso Bruni.

A seguire, una tavola rotonda ha visto gli interventi di Oscar di Montigny, Chief Innovation, Sustainability e Value Strategy Officer di Banca Mediolanum, Massimo Potenza senior strategic advisor e già amministratore delegato Barilla Group, Paolo Bastianello, Presidente di Confindustria Sistema Moda Italia e Luca Calcagnoli, innovation manager di Gran Sasso SpA.

L’amministratore delegato della Barilla ha aperto la discussione sul futuro del brand: “Secondo me il brand è la migliore rappresentazione sintetica della relazione col consumatore. Fare branding non finirà mai, ci saranno sempre prodotti utili e valori da rappresentare. Non è del futuro del brand che dobbiamo parlare, ma quanto le imprese siano capaci di attualizzare la relazione tra l’innovazione, cioè la capacità di soddisfare il bisogno, e la capacità di raccontare e relazionarsi con i clienti”.

Di Montigny risponde: “Credo che oggi sia il tempo di innovazione, sostenibilità e strategia dei valori. Il vero brand sono le persone che lavorano in un’azienda. Stiamo entrando in un’epoca dove l’essere umano è centrale. La sfida del futuro sarà quella di come facciamo sentire l’altro, l’unica cosa si può difendere è lo stato del cliente nel momento in cui entra in contatto con te. La sfida è fargli provare un senso di gratitudine per avergli venduto un prodotto. Domani la gente acquisterà la persona, quindi occorre generare senso di riconoscimento e a quel punto si diventa imbattibili. Dobbiamo essere ciò che facciamo”.

Bastianello, in merito a come tutelare il Made in Italy attraverso la formazione, ha affermato che effettivamente sono sempre meno gli studenti negli istituti tecnici e, anche nel caso aumentassero le iscrizioni, non ci sarebbero abbastanza docenti. “La contraffazione e il consumo di beni taroccati non fa che finanziare la criminalità organizzata” ha concluso il Presidente di Sistema Moda Italia.

Calcagnoli ha confermato la difficoltà nel reperire le figure professionali: “Utilizziamo molto strumenti quali alternanza scuola lavoro (abbiamo dai 50 ai 60 tirocini) e collaboriamo con tutti gli enti di formazione” e ha sottolineato la necessità e il successo dell’innovazione.

Infine, è il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia a chiudere il convegno, ringraziando tutti gli intervenuti e, in particolare Simone Mariani per la realizzazione di Confindustria Centro Adriatico.

“Le nostre associazioni territoriali sono identità forti di condivisione che si caratterizzano per aprirsi e non per chiudersi – ha affermato Boccia – Sono passati 30 anni dal crollo del muro di Berlino, ora la sfida è superare i muri invisibili. Occorre ripartire dai valori del Paese, partendo dall’articolo 1 della Costituzione, che annovera il lavoro come fattore di coesione del Paese. Fondamentale è poi la questione temporale, per riuscire a fare ciò che si dice. Uno dei punti di forza di Confindustria è che dietro al pensiero economico c’è un’idea di società inclusiva e aperta. Siamo non solo sindacato di impresa ma un attore sociale. Con risorse poco elevate occorre partire dalle infrastrutture, perché sono queste che danno l’idea di società: infatti, queste collegano territori, includono persone e generano lavoro perché creano cantieri. Da soli possiamo fare tanto, ma da soli non si può fare tutto, quindi concordo con Sabatini che ha parlato di ascolto e collaborazione”.

Ha poi concluso Boccia: “Occorre fare leva sull’eccellenza dei prodotti italiani: la prima cosa che vuole un ricco è un prodotto italiano e allora le imprese di Fermo e Ascoli diventano lo specchio del paese.  Nel mondo aziendalistico italiano, il 20% delle imprese è eccellente, il 60% in fase di transizione e il restante è marginale.  Occorre aiutare a quel 60% affinché raggiungano l’eccellenza. Quel 20% di eccellenti ha investito in fattori intangibili, come appunto il brand. L’industria italiana è la soluzione per risollevare la situazione. Confindustria contribuirà alle soluzioni economiche per sperare e sognare”.

L’evento si conclude con le premiazioni di soggetti e associazioni che hanno dimostrato impegno durante e dopo il periodo di emergenza. Il premio è andato alla Protezione Civile, a Radio Club Piceno, alla Onlus L’Amico Fedele, all’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Volontari sezione di Fermo e, infine, alla Croce Rossa Italiana comitato territoriale di Fermo.