SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Caso De Berardinis, la minoranza torna all’attacco dell’Amministrazione con una mozione consiliare in cui sei membri di minoranza chiedono ufficialmente di censurare i comportamenti di Pierfrancesco Troli, che per due volte ha denunciato il dirigente degli Affari Generali e scrivono ancora una volta di ritenere il caso una “ritorsione” e ancora una “persecuzione” al dirigente che,  dicono ancora i firmatari: “Era evidnetement inviso all’Amministrazione ed ad altri dipendenti per il caso del controllo pubblico di Picenambiente (De Berardinis ha applicato la legge Madia riportanto sotto il controllo pubblico la partecipata ma alla delibera non è stato mai dato seguito con la stessa opposizione che ha diffidato più volte il sindaco per questo motivo).

Il documento è firmato da Giorgio De Vecchis, Rosaria Falco, Andrea Sanguigni, Flavia Mandrelli, Marco Curzi e Tonino Capriotti e mette anche in luce, ad avviso dei firmatari, la poca coerenza fra i fatti legati a De Berardinis e l’istituzione recente da parte della stessa Amministrazione della figura del consigliere di fiducia garantedei dipendenti comunali in situazioni di mobbing e similari.

“I sottoscriventi consiglieri comunali del Comune di San Benedetto del Tronto, propongono mozione  ai sensi dell’art. 43, commi 1b e 1c del regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, avente ad  oggetto l’approvazione dell’istituzione del Consigliere di Fiducia, la funzione propulsiva dell’Amministrazione comunale nella attuazione degli scopi e delle funzioni di tale nuova figura di garanzia e il contegno configgente di alcuni Amministratori rispetto a tali funzioni dichiarate.

Premesso

 

-che con delibera della Giunta comunale n. 120 del 9.7.2019 la Giunta ha preso atto di diverse fonti normative, tra cui: la Raccomandazione della Commissione Europea n. 92/131/CEE (Tutela della Dignità delle donne e degli uomini sul lavoro), la Risoluzione del Parlamento Europeo n. A3-0043/1994 del’11.2.1994 (sul fenomeno del mobbing sul posto di lavoro e misure di contrasto, con previsione di un Consigliere che agisca sul piano materiale e psicologico), del D. Lgs. n. 165/2001, art. 7, co. 1 (Gestione delle risorse umane), che impegna le Amministrazioni Pubbliche a garantire un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo e a rilevare, contrastare ed eliminare ogni forma di violenza morale o psichica al proprio interno; l’Accordo Quadro dell’8.10.2004 in tema di stess lavoro-correlato; il CCNL del Personale del Comparto Regioni ed Enti Locali del 22.01.2004, art. 8, che prevede che a seguito delle proposte dei Comitati gli Enti devono provvedere alla costituzione di sportelli di ascolto, con l’istituzione della figura del consigliere di fiducia con definizione dei codici;

 

-che preso atto di tali fonti, a seguito della previsione legislativa della costituzione del CUG ai sensi dell’art. 57 del D. Lgs. n. 165/2001 e della Direttiva del 4.3.2011 del Ministro della Pubblica Amministrazione e del Ministro per le Pari Opportunità, la Giunta con Delibera n. 58 del 15.04.2013 ha approvato il Regolamento per il funzionamento del CUG, mentre la D.G. n. 216 del 20.12.2016 ha approvato il Piano per le Azioni Positive a favore delle parti opportunità per il triennio 2017-2019, tra i cui obiettivi è previsto l’ascolto dei dipendenti ed il contrasto delle discriminazioni;

-che il CUG con sedute del 14.11.2017 e del 6.11.2018,  ha proposto l’istituzione della figura del Consigliere di Fiducia, con l’incarico ad uno specialista individuato tra uno psicoterapeuta, un esperto in materie giuridiche, un mediatore/conciliatore con conoscenze o esperienze nella materia, con precise funzioni consultive ed istruttorie sulle segnalazioni presentate, selezionato dal CUG, con compenso forfettario parametrato alle eventuali istruttorie.

– Tale figura non risulta avere fonte propriamente legislativa, non è pubblico ufficiale ma dall’esame delle figure istituite in varie pubbliche amministrazioni si traggono le sue prerogative e funzioni:

– non è organo consultivo che dispensa pareri al management;

– è parte imparziale deputata a raccogliere nell’organizzazione lavorativa segnalazioni riguardo ad atti di discriminazione, molestie sessuali, molestie morali, vicende di mobbing, e porre ad esse concreto rimedio, con tecniche di prevenzione e di risoluzione;

– agisce in piena autonomia considerate le risorse disponibili;

– istruisce o una procedura informale o una procedura formale (quest’ultima conduce al procedimento disciplinare nel quale il/la Consigliere/a di fiducia può assistere la vittima di comportamenti lesivi, fatti salvi gli eventuali esercizi di difesa o obblighi di segnalazione nelle competenti sedi giurisdizionali);

– ogni anno trasmette una relazione al CUG;

– si configura come un ufficio-funzione e non come un ufficio-collaborazione;

– svolge compiti di informazione e formazione, finalizzati alla sensibilizzazione e prevenzione dei fenomeni discriminatori;

– deve costituire soggetto terzo ed esterno all’organico dell’Ente, onde non subire condizionamenti derivanti dalla propria posizione nella pianta organizzativa e dalla sua subordinazione a dirigenti e responsabili.

 

Tutto quanto sopra considerato,

 

pur apprezzando l’impegno formalmente assunto dell’Amministrazione comunale e pur con tutte le incognite derivanti dalla novità dell’istituzione e dall’inevitabile periodo di rodaggio nell’attività di tale nuova figura, che comunque viene selezionata dal CUG interno all’Ente e con lo stesso deve interagire e dialogare oltre che con il Sindaco, permanendo comunque il pericolo di condizionamenti, con conseguenti remore da parte di soggetti eventualmente vittime di comportamenti illegittimi e vessatori;

TUTTO QUANTO PREMESSO E CONSIDERATO

 

-ci si chiede come tali nobili finalità, peraltro imposte dalle direttive della Comunità Europea, possano conciliarsi con il comportamento palesemente illegittimo, arbitrario, vessatorio e persecutorio da parte di un componente dell’Amministrazione, il cons. Pierfrancesco Troli, con la conoscenza almeno da parte del gruppo consiliare di cui era capogruppo all’epoca dei fatti, ossia nei primi mesi dell’anno corrente, e degli assessori eletti nella relativa lista, in quanto la contraria eventualità costituirebbe grave violazione dei suoi doveri;

 

-infatti egli utilizzava per una azione di denuncia, a suo dire personale, la carta intestata con il logo del gruppo consiliare SiAmo San Benedetto, la qualcosa lo obbligava a comunicare le proprie azioni attuate in tale veste, e altrettanto verosimilmente dietro stimolo e sollecitazione dei vertici dell’Amministrazione stessa, non essendo prospettabile una simile azione senza il beneplacito del sindaco, che in ogni caso ne resta responsabile;

 

-egli si è arrogato infatti l’autorità ed il diritto, a suo dire, di ergersi a controllore contro eventuali o presunti episodi di assenteismo dei dipendenti comunali, concentrando la sua attenzione in modo non casuale sul dirigente Roberto De Berardinis, inviso evidentemente all’Amministrazione e ad alcuni dipendenti comunali a causa del suo rifiuto di modificare la relazione tecnica allegata alla delibera sul controllo pubblico sulla società partecipata Picenambiente Spa;

 

-con comportamento preordinato e palesemente ritorsivo e vessatorio, egli ha eseguito controlli mediante accesso orale all’ufficio preposto sulle comunicazioni del dirigente relativamente agli orari di ingresso delle due date, e solo di quelle, nelle quali lo stesso era impegnato, con la piena conoscenza legale dell’Ente comunale, in due udienze svoltesi nel mese di gennaio 2019, una delle quali, quella del 19 gennaio 2019, lo vedeva quale attore nel giudizio per mobbing contro il Comune;

 

-egli è stato sottoposto ad atteggiamenti vessatori per la sua scarsa propensione ad accantonare i doveri del suo ufficio e l’applicazione delle norme, e per le difficoltà derivanti dalle sue condizioni di salute molto compromesse, che a causa delle ultime dolorose vicissitudini si sono aggravate ulteriormente;

 

-è chiaro che tali condizioni abbiano compromesso la sua resistenza di fronte a comportamenti censurabili e persistenti, oltre che la sua lucidità, in quanto egli non aveva motivo né beneficio nel sostenere  la mattina del 19 di essere entrato in servizio regolarmente se non nella convinzione di essere appunto in tribunale per motivi di servizio, ossia per difendere i propri diritti asseritamente lesi nell’esercizio delle proprie funzioni dirigenziali;

 

-Si tralascia in questa sede, in quanto non pertinente, l’incredibile supponenza e gravità delle affermazioni rilasciate alla stampa dal cons. Troli, il quale, con la connivenza dell’Amministrazione, che ha coperto e occultato l’identità del denunciante per mesi, ha dato l’avvio ad un procedimento finalizzato addirittura al licenziamento in tronco del dirigente, che si è visto poi irrogare una dura e immotivata sanzione;

 

– non pago, l’autore/i di tali prodezze, mettendo in discussione il diritto di accesso agli atti e il potere e dovere di controllo dei consiglieri comunali, ha preteso le prove scritte dell’accesso agli atti della cons. Falco relativamente alla relazione dell’Avv. Lucchetti sull’udienza al Tar del 6 febbraio 2019 in cui il Comune era parte convenuta contro la soc. Picenambiente, atto non riservato ed il cui invio era atteso stranamente solo dai consiglieri di minoranza, per conoscere l’andamento dell’udienza;

 

– I risultati dei procedimenti sono largamente indicativi (altrimenti i danni richiesti giudizialmente dal dirigente sarebbero stati molto maggiori) dell’infondatezza delle azioni attivate con le segnalazioni, ma la cosa grave è che, a prescindere dai danni e dal tempo lavorativo perso dall’UPD (composto da dirigenti comunali) e dai collaboratori dello stesso per l’istruzione della pratica e per tutte le audizioni necessarie, tali censurabili accadimenti hanno aumentato all’interno del palazzo comunale la conflittualità, il senso di insicurezza e precarietà tra i dipendenti, e l’isolamento dovuto allo stato di metus ingenerato tra gli stessi, nei confronti del dirigente De Berardinis, in tal modo doppiamente punito, danneggiato e penalizzato, a dispetto delle diffide inviate all’Amministrazione affinchè si ponesse fine a tali azioni e comportamenti, solo per essersi imposto nel pretendere l’applicazione della legge, nell’esecuzione del suo dovere e nell’esercizio delle funzioni del proprio ufficio, nonostante insistenti e molteplici pressioni per indurlo a recedere dal suo proposito, non ultima la comunicazione notificata dal vicesegretario generale ai consiglieri, all’insaputa del Segretario, due giorni prima del consiglio comunale che vedeva all’ordine del giorno la delibera sul controllo pubblico sulla Picenambiente, nella quale si definisce in definitiva il dirigente, estensore della relazione tecnica sul punto, incapace e incompetente;

 

-Non si vuol fare di costui un eroe, ma certo la sua posizione potrebbe essere, un domani, quella di qualunque altro dipendente dovesse risultare scomodo, inviso o poco malleabile rispetto ai programmi di chi decide, rendendo difficoltoso il contrasto nei confronti di situazioni non rispettose o quantomeno non conformi a leggi e regolamenti.

 

TUTTO QUANTO PREMESSO E CONSIDERATO

 

il Consiglio Comunale, nelle sue funzioni di sollecitazione ed indirizzo dell’azione amministrativa,

 

IMPEGNA  IL SINDACO E LA GIUNTA

 

  • Affinchè, nell’assolvimento dei loro doveri e nell’esecuzione degli obblighi di garanzia e di tutela dei dipendenti derivanti sia dalle loro funzioni che a maggior ragione dall’approvazione dell’istituzione e dall’inserimento della figura del Consigliere di Fiducia dei dipendenti, impongano la cessazione e cessino immediatamente essi stessi dall’attuare comportamenti non limpidi e non rispettosi della dignità di tutti i dipendenti comunali;
  • Affinchè regolarmente essi si pongano in una posizione di dialogo con ciascun dirigente, ciascun assessore con i dirigenti delle deleghe loro pertinenti, ed il Sindaco ed il Segretario Generale con tutti loro senza distinzione e senza inique disparità, convocandoli in colloqui periodici, specie se siano note criticità, con predisposizione all’ascolto ed al dialogo costruttivo, onde sviscerare le problematiche operative e di interazione interna all’organico comunale, sia in prima persona che tramite la figura di nuova istituzione, evitando per il futuro contegni di ritorsione e vessazione, punendo disciplinarmente chi se ne renda attuatore, se facente parte dell’organico dell’Ente, e censurando i componenti dell’Amministrazione che se ne rendano fautori e che abusino arbitrariamente delle loro prerogative istituzionali, a tutela del decoro e della dignità che i rappresentanti dei cittadini mai dovrebbero perdere, così come l’imprescindibile obiettivo del bene comune e degli interessi pubblici da perseguire;
  • affinchè censurino pubblicamente e senza altri indugi, uscendo da un silenzio e da una accondiscendenza intollerabili ed offensivi per il consiglio comunale e per i cittadini tutti, qualora si ritengano estranei ai fatti suesposti, i deprecabili e dannosi comportamenti del consigliere Troli, perpetrati ai danni di un dipendente e dirigente comunale, il cui operato e la cui competenza, immagine, dignità e posizione economica e lavorativa, sono stati per mesi messi in pericolo e alla berlina per fini assolutamente non opportuni né leciti, e per cause non fondate nè valutate appieno;
  • -che, qualora l’Amministrazione o parte di essa si ritengano promotori o in qualche modo responsabili dei fatti gravissimi illustrati e ormai noti, se ne assuma la piena responsabilità politica, morale e patrimoniale, senza gravare sulle casse comunali, unitamente al consigliere in questione, risarcendo immediatamente tutti i danni patiti dal dirigente; ciò senza, come di consueto, dover attendere tre gradi di giudizio, trattamento questo riservato agli sgraditi, se si considera che alcune vertenze sono state di recente chiuse alla prima udienza, accordando pagamenti in sede di conciliazione/transazione;

 

poiché in caso contrario, il Consigliere di Fiducia, e tutte le tutele approvate e deliberate e le (dichiarate) buone intenzioni, se i rappresentanti dei cittadini non si renderanno portatori del buon esempio, non potranno mai attecchire né avere effetti reali e positivi e resteranno, ma non è una novità, vuote chiacchiere e inconcludenti proclami.