SAN BENEDETTO DEL TRONTO  – Nel prossimo consiglio comunale, che si celebrerà il 28 di settembre, ci sarà spazio anche per un documento, una mozione, che porta la firma dei consiglieri di opposizione Marco Curzi e Rosaria Falco, piuttosto attivi sul fronte Sanità. L’atto punta a impegnare tutto il consiglio comunale nel mettere in atto gli atti necessari a riportare l’Utic all’Ospedale di San Benedetto del Tronto.

L’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica è infatti da tempo al centro delle polemiche politiche visto che il reparto sambenedettese può contare sulla riabilitazione cardiologica ma non sul servizio di Emodinamica, che serve a intervenie rapidamente nei casi di ostruzione coronarica (es gli infarti cosiddetti “Stemi”), in questo caso infatti l’ospedale più vicino che ha la specialità è quello di Ascoli.

 

Qui di seguito il testo della mozione:

I sottoscritti consiglieri comunali Marco Curzi e Rosaria Falco, appartenenti al Gruppo Misto del Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto, propongono mozione ai sensi dell’art. 43 del regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, avente ad oggetto l’immediato ripristino e potenziamento dell’UTIC presso l’Ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto.

Premesso che

– Il diritto alla salute è garantito dalla Carta Costituzionale all’articolo 32;
– Il Servizio Sanitario Nazionale e Regionale deve dare piena attuazione al suddetto diritto, attraverso una opportuna politica socio-sanitaria, che tenga conto delle variabili demografiche e dei dati epidemiologici;
– San Benedetto del Tronto è – per popolazione – la seconda della Provincia e la quinta città più popolosa della regione Marche ma soprattutto è la prima per densità di popolazione (1866 abitanti/km²);
– il bacino teorico di utenza del presidio di San Benedetto del Tronto, che deve prescindere dal proprio confine territoriale, è di circa 160.000 persone se si includono anche i comuni abruzzesi e fermani limitrofi (quali Martinsicuro, Colonnella, Controguerra, Campofilone, Corropoli, Alba Adriatica, Pedaso) e per di più il dato aumenta considerevolmente durante i mesi estivi per la concomitanza della stagione balneare;
– nel piano socio sanitario della regione Marche 2012-2014 (ultimo piano socio sanitario approvato) si richiama il discorso della rete cardiologica (pag. 128) e della messa in rete delle cardiologie riabilitative;
– il DM 2 aprile 2015 n. 70 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” (c.d. decreto Balduzzi) definisce la dotazione massima di posti letto ospedalieri accreditati a carico del SSR in 3 p.l. ‰ abitanti e 0,7 p.l. ‰ abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie; inoltre afferma che l’offerta sanitaria viene modulata in base ai seguenti criteri:
– volumi di attività,
– esiti delle cure,
– numerosità delle strutture,
– qualità e gestione del rischio clinico, attraverso modalità di integrazione aziendale ed interaziendale tra le varie discipline secondo il modello dipartimentale e quello di intensità di cure al fine di assicurare la maggior flessibilità organizzativa nella gestione dei posti letto rispetto alla domanda appropriata di ricovero, e con specifica rilevanza per le necessità provenienti dal pronto soccorso aventi le caratteristiche dell’urgenza e dell’emergenza;
– le Regioni, in ottemperanza al D.M. 70/2015, devono adottare un atto di indirizzo per le aziende ed enti del SSR nonché per le strutture privare accreditate, relativo a specifici criteri per il ricovero sia in regime di Day Hospital / Day Surgery, sia in reparti per acuti, di lunga degenza, di riabilitazione e di osservazione, sulla base di soglie minime di volumi di prestazioni ed esiti, identificabili per la riconversione della rete ospedaliera. In particolare, per la Cardiologia con UTIC si definisce la soglia minima di volume di attività di 100 casi annui di infarti miocardici in fase acuta di primo ricovero per ospedale, come richiamato anche dalla DGR Marche n. 159/2016.

Considerato che

– nella Determina 639/2012 sono riportate le strutture dei due nosocomi del Piceno. Per l’ospedale di S. Benedetto nel Dipartimento Emergenza Urgenza viene prevista la Riabilitazione cardiologica (già nel 2012) ed il “Laboratorio di aritmologia”;
– tale collocazione risulta del tutto errata in quanto la Cardiologia riabilitativa ha codice ospedaliero -56- e secondo quanto riportato in letteratura si tratta di struttura meramente riabilitativa che non può avere alcun rapporto strutturale con l’Emergenza/Urgenza; a sostegno di questa affermazione riportiamo quanto scritto nella DGR 294/2016 “per Villa Serena 50 p.1. sono di riabilitazione, codice 56”, nell’allegato alla determina 765/2016 “La tariffa giornaliera per la degenza nei posti letto di cardiologia riabilitativa è quella corrispondente al codice disciplina -56-” e sul sito ufficiale della stessa clinica “Nel reparto di Riabilitazione Cardiologica si ricoverano pazienti trasferiti dai reparti di cardiochirurgia della Regione Marche e del resto d’Italia, sottoposti ad interventi cardiochirurgici, per continuare con la fase riabilitativa. Sono ammessi anche pazienti trasferiti dai reparti di cardiologia con scompensi e recenti episodi di ischemia cardiaca.”.
– occorre a questo punto ricordare che secondo quanto riportato nel primo numero dei “Quaderni del Ministero della Salute” del 2010 che tratta dell’assistenza alle malattie del sistema cardiovascolare, oltre a quello che si può leggere in numerosi lavori scientifici (si veda ad esempio “Le unità di terapia intensiva cardiologica: chi ricoverare, per quanto tempo”, G. Ital. Cardiol., 2007; 8 Suppl. 1-5: 5S-11S) il laboratorio di aritmologia deve avere la “possibilità di ricoverare in tempi rapidi i pazienti su letti di degenza protetta (UTIC, rianimazione) e/o ordinaria, ma sempre monitorati, con anestesisti/rianimatori prontamente disponibili in tempo reale”.
– nella prefazione, l’allora Ministro della Salute professor Ferruccio Fazio, noto medico e docente universitario, parlava di necessaria “contiguità di Unità di Terapia intensiva con la Rianimazione, e di contiguità della Cardiologia Riabilitativa con la Riabilitazione generale”. Inoltre a pagina 6 si legge chiaramente: “soluzioni di efficienza organizzativa (contiguità di Unità di Terapia intensiva Cardiologica con la Rianimazione, contiguità della Cardiologia Riabilitativa con la Riabilitazione generale”. Appare pertanto del tutto evidente che sia scorretto l’accorpamento di due strutture che hanno finalità completamente diverse;
– la DGR Marche n. 1345/2013 (riordino delle reti cliniche), circa i criteri specifici e puntualizzazioni sulla rete clinica cardiologica, affermava che “preoccupa la smobilitazione delle Unità Coronariche dalla fascia costiera [che] potrebbe creare problemi soprattutto nel periodo estivo quando il carico lavorativo si raddoppia per il flusso turistico”;
– nell’allegato n. 6 alla determina n. 350 del 14 maggio 2015 viene di nuovo indicata una “Cardiologia ad indirizzo riabilitativo” nell’ambito del Dipartimento Emergenza-Accettazione (ma nella Cardiologia riabilitativa non sono consentiti ricoveri per acuzie come già mostrato) e viene anche indicata una UOS (Unità Operativa Semplice) “Percorsi diagnostici terapeutici dell’acuzie cardio vascolare”: non si comprende in cosa possano consistere i percorsi “diagnostici e terapeutici” se non in una UTIC. Inoltre per l’ospedale Mazzoni viene indicata una UOS “UTIC” senza altra specificazione;
– nella successiva Determina 481/2016, Allegato E, nella Tabella “Dipartimento Emergenze AV5 viene ancora indicata la UOC (Unità Operativa Complessa) “Cardiologia ad indirizzo riabilitativo” ma viene anche indicata la UOC “cardiologia” con due sottodivisioni “UOS UTIC” e “UOS Elettrofisiologia” senza alcuna distinzione tra S. Benedetto e Ascoli, come avviene per altre UOC e UOS;
– tuttavia nella stessa determina 481/2016, Allegato C, si legge che l’Ospedale di Senigallia ha la “Cardiologia ad indirizzo riabilitativo” collegata con una UTIC ma non si riesce a comprendere quale motivazione scientifica vi sia dietro questa opposta scelta regionale, se pure ve ne sia una.
– per la successiva DGR 1554/2018 ogni Area Vasta ha il suo Hub & Spoke per la Cardiologia: Pesaro+Urbino per AV1; Ancona+Jesi+Fabriano+Senigallia per AV2; Macerata+Civitanova+Camerino per AV3; Ascoli+S.Benedetto per AV5 ad eccezione dell’Area Vasta 4 che ha solo Fermo.

Tenuto conto che

Il Ministero della Salute e la letteratura scientifica ammettono due tipi di UTIC:
1) HUB= con Emodinamica H24
2) SPOKE senza Emodinamica o con Emodinamica non H24 per la “gestione delle emergenze cardiovascolari che non necessitano di rivascolarizzazione percutanea immediata”;
– L’ospedale di San Benedetto del Tronto ha avuto una UTIC Spoke ottimamente funzionante sin dagli anni 80; inoltre entrambi i tipi di UTIC sono inseriti nelle Reti Cliniche Cardiologiche italiane.;
– L’Area Vasta 5 ha una rete clinica cardiologica che non può fare a meno della UTIC Spoke di San Benedetto in rete con la UTIC Hub di Ascoli Piceno, anche perché quest’ultima non ha personale sufficiente per tutti i casi di cardiopatia acuta dell’AV5;
– La UTIC Spoke di San Benedetto, all’interno della rete clinica cardiologica, dovrebbe riprendere il malato trattato con angioplastica ad Ascoli già dal giorno successivo alla procedura;
– L’UTIC Hub con emodinamica tratta un tipo di infarto definito STEMI (20% dei totali) che ha bisogno di una angioplastica entro 90 minuti dall’inizio dei sintomi, mentre il secondo tipo di infarto (80% del totale), definito ‘Non STEMI’ viene inizialmente ricoverato nell’UTIC Spoke e trasferito alla Emodinamica entro 24 ore per eventuale angioplastica. Tutto ciò è tra l’altro affermato in diverse linee-guida cardiologiche;
– Tutte le UTIC (Hub e Spoke), secondo la letteratura scientifica sull’argomento, trattano tutti gli altri DRG dell’acuzie cardiovascolare, diversi dall’infarto, che sono:
1) scompenso cardiaco acuto;
2) embolia polmonare;
3) aritmie rapide e lente;
4) rottura di aorta;
5) embolia polmonare;
6) tamponamento cardiaco;
7) disfunzione delle protesi valvolari;
8) endocardite;
9) miocardite.

Preso atto inoltre che

– l’Emodinamica non è essenziale per queste acuzie, diverse dall’infarto, ma che DEVONO comunque essere trattate in una UTIC.
– La legislazione vigente sui LEA (DPCM 12 gennaio 2017, che ha sostituito il DPCM 29 novembre 2001) impone che queste patologie, che mettono a rischio la vita dei cittadini, siano trattate nelle Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC), con codice unico di disciplina ospedaliera -50-;
– secondo le indicazioni del Ministero – vedasi quaderno citato – sono indispensabili 4-5 posti letto UTIC ogni 100.000 abitanti (o 100mila accessi al Pronto Soccorso). Per l’Ospedale di San Benedetto l’utenza complessiva, come già indicato, supera i 150.000 utenti.

Rilevato che

– Ad oggi la Cardiologia mista di San Benedetto ha effettuato, nel periodo 1 gennaio 2018 – 31 maggio 2019, 970 ricoveri (compresi 151 impianti di pacemaker) con DGR che il ministero della Sanità considera esclusivi dell’UTIC: una media di 13 ricoveri alla settimana con 4 posti letto, e ciò porta ad una percentuale di utilizzo di posti letto prossima al 100%;
– Questo dato risulta fuori norma in quanto indicativo del sottodimensionamento, rispetto alle esigenze del bacino di utenza e del carico di lavoro, del nostro reparto UTIC;
– si consideri infatti che il “tasso di utilizzo, indicatore di efficienza, a livello nazionale è pari al 73,37%, (mentre) valori più elevati possono essere sentinella di eventuale sovraccarico delle unità operative” (Ministero della Salute, Rapporto Nazionale di Monitoraggio dei LEA, anno 2007 – 2009, pag. 18).
– Inoltre il reparto dispone di un EP lab (laboratorio di Elettro Fisiologia per impianti di pacemaker) ed il valore economico di questi ricoveri è stato, nel periodo suindicato, pari a € 3.287.997;
– Dunque, anche se è definita ‘riabilitativa’, DI FATTO la Cardiologia di San Benedetto è una Cardiologia per ACUTI.

Visto che:

– L’argomento è stato trattato diffusamente nel corso di un consiglio comunale a San Benedetto (2017) alla presenza del Presidente della Giunta della Regione Marche, anche qui senza nessun esito.
– Nel luglio 2018 la ASUR – alla presenza del Presidente Regionale – ha inaugurato un nuovo reparto di Cardiologia presso il presidio sambenedettese, collocato al piano 3°, all’interno del quale è stata allestita un’area con 4 posti letto monitorati sulla cui porta è stata in un primo momento apposta la targa ‘terapia semintensiva” e successivamente (alcuni giorni prima dell’inaugurazione) ‘TERAPIA INTENSIVA’;
– a tal proposito si ricorda ancora che la terapia intensiva ha il codice di disciplina ospedaliera -49- e una nota esplicativa il Ministero afferma con chiarezza che essa “Non include i posti letto di unità intensiva cardiologica, che sono invece attribuiti alla disciplina “50 – Unità coronarica”, ma non è ancora stato prodotto dall’ASUR alcun nessun atto formale di ripristino della vecchia UTIC;

TUTTO QUANTO PREMESSO E CONSIDERATO, I CONSIGLIERI ESPONENTI, CON LA PRESENTE MOZIONE, IMPEGNANO IL SINDACO E LA GIUNTA, con tutta l’urgenza del caso,

a promuovere e sostenere in ogni sede politica, istituzionale e giudiziaria, tutte le iniziative necessarie al celere ripristino dell’UTIC nell’ambito dell’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto e a far recedere l’ASUR Marche dalla scelta che ha portato alla chiusura formale della Cardiologia – UTIC e alla sua trasformazione in degenza riabilitativa, in palese contraddizione rispetto a quelle che sono: la concreta attività della nostra terapia intensiva cardiologica, le indicazioni del Ministero della Sanità, della letteratura scientifica cardiologica, della stessa Regione Marche, dell’ARS regionale in sede di sviluppo delle reti cliniche nella Regione Marche, scelta che mette a serio rischio la vita dei cittadini”.