GROTTAMMARE – Blitz della Polizia nella curva della Juventus: i capi e i principali referenti dei gruppi ultrà bianconeri sono stati arrestati nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura di Torino, che ha portato all’emissione da parte del gip di 12 misure cautelari.

Le accuse nei confronti degli ultras sono, a vario titolo, associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. In corso anche decine di perquisizioni in diverse città italiane. L’indagine, condotta dalla Digos e dal gruppo criminalità organizzata della procura, coinvolge tutti i principali gruppi del tifo organizzato: ‘Drughi’, ‘Tradizione-Antichi valori’, ‘Viking’, ‘Nucleo 1985’ e ‘Quelli… di via Filadelfia’.

Quella dei Drughi era un’organizzazione di tipo militare: le persone, anche più fidate – ha spiegato in conferenza stampa il procuratore aggiunto Patrizia Caputo – venivano allontanate se non rispondevano alle indicazioni del capo indiscusso Dino Mocciola. Queste sono persone che fanno della violenza uno stile di vita. Il tifo è un pretesto. Nemmeno la presenza dei bambini li fermava“.

“Ci sono persone che si sono viste allontanare, anche con violenza, dal posto allo stadio che avevano pagato perché infastidivano il gruppo ultrà. I tifosi vittime hanno reso dichiarazioni e ci hanno permesso di elevare imputazioni. Ci sono poi state estorsioni anche ai danni del gestore del bar dello stadio”, aggiunge il procuratore aggiunto Patrizia Caputo. “Gli arrestati sono finiti in manette per reati commessi all’interno dello stadio, ecco una peculiarità di questa indagine”, osserva ancora il magistrato.

Insomma, bagarinaggio, con ticket ottenuti grazie a otto ricevitorie conniventi sparse per il territorio italiano, tra cui una a Grottammare. Le altre a  a Torino, Alessandria, Milano, Roma, Pescara e a L’Aquila.

Dalla Questura affermano che la Juventus aveva denunciato già il tutto circa un anno fa.