SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito riportiamo una nota della consigliera comunale Rosaria Falco a seguito della conferenza stampa andata in scena ieri al Madonna del Soccorso circa l’Utic e il reparto di Cardiologia (clicca qui).

“Durante la conferenza stampa del 26 agosto indetta dall’AV5 presso il Madonna del Soccorso, è stato affermato che non ci sarebbe stato nei giorni successivi nonostante i lavori previsti nel reparto di Cardiologia/UTIC dell’ospedale, alcun trasferimento ad Ascoli dei pazienti, che sarebbero stati dimessi o riassorbiti dai reparti di Rianimazione e Medicina d’Urgenza. Si sarebbero eventualmente inviati pazienti ad Ascoli solo nei giorni successivi.

Invece abbiamo saputo del trasferimento ad Ascoli di un paziente arrivato al PS nella mattinata del 25 (il giorno precedente la conferenza stampa) in codice giallo: visitato e controllato sino a tarda mattinata, pur considerato “asintomatico”, è stato trasferito nel primo pomeriggio nel reparto di cardiologia di Ascoli, sempre in codice giallo.

È stato anche dichiarato che “la terapia intensiva viene garantita nel reparto di Rianimazione”. Certamente così deve essere, basta non dimenticare che il codice attribuito dal Ministero alla terapia intensiva è 49, mentre quello dell’UTIC è 50.

Il presidente del Comitato dott. Baiocchi ha svolto approfonditi studi sulla materia ed evidenzia che una nota del Ministero della Salute afferma chiaramente che la terapia intensiva “non include i posti letto di unità intensiva cardiologica che sono invece attribuiti alla disciplina “50 – Unità coronarica”. Basterebbe ricordare queste semplici regole per non fare più confusione.

Riteniamo opportuno cercare di capire, una volta per tutte, l’ambigua posizione del reparto misto di Cardiologia Riabilitativa – UTIC. Come sottolineato ancora dal prezioso “consulente” dott. Baiocchi, nella determina 639/2012 dell’ASUR è scritto che nell’ospedale di SBT vi sono la “Cardiologia riabilitativa e il Laboratorio di aritmologia”: questo reparto misto è attualmente situato al terzo piano dell’ospedale, quindi ben lontano dalla Rianimazione che è al piano -2 (5 piani di differenza). Secondo le evidenze degli studi scientifici e quanto riportato nei documenti ministeriali si parla di necessaria “contiguità di Unità di Terapia intensiva con la Rianimazione, contiguità della Cardiologia Riabilitativa con la Riabilitazione generale”. Infatti più di venti anni fa l’UTIC era al piano -1, proprio sopra la Rianimazione.

Pertanto non capiamo in base a quale misterioso criterio scientifico, nel 2016 la Direttrice Capocasa abbia firmato l’accorpamento della Cardiologia Riabilitativa nel Dipartimento Emergenze AV5, così come è a tutt’oggi, né per quale motivo l’UTIC non sia posizionato, insieme al laboratorio di aritmologia, il più vicino possibile alla Rianimazione: infatti la Cardiologia Riabilitativa al terzo piano è molto più contigua alla Fisioterapia al primo piano, che non l’UTIC alla Rianimazione.

Occorre chiarire quindi senza più possibilità di fraintendimenti se i 4 posti letto monitorizzati del terzo piano, mescolati con la Cardiologia riabilitativa, abbiano o meno il codice 50 dell’UTIC, e se quindi le prestazioni effettuate siano legali o illegali, in questo secondo caso con grave rischio per i pazienti. La Direzione sanitari potrebbe forse spiegarci perché le indicazioni del Ministero della Salute, riguardo la contiguità tra UTIC e Rianimazione, non abbiano alcun valore nel Comune e nel territorio serviti dall’ospedale di San Benedetto del Tronto.

La Direzione dell’AV5 ha poi affrontato, per la prima volta, dopo molteplici insistenze da parte del Comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” l’argomento dell’adeguamento sismico. È stato mostrato ai giornalisti un foglio, indicato come Allegato I SCHEDA D, definito come piano triennale delle opere pubbliche, atto programmatorio, non finanziato, dell’ASUR facente parte della Determina ASUR 295/2019.

Cercando però sul sito dell’ASUR, l’Allegato I SCHEDA D della determina 295/2019, pur risultando poco leggibile, ha sicuramente un diverso contenuto. Ci siamo quindi chiesti la reale provenienza dei contenuti divulgati, poiché di sicuro non si tratta della Determina n. 295/2019.

Poi abbiamo reperito il documento contenente la richiesta ufficiale avanzata dall’AV5 all’ASUR addirittura quasi un anno fa, recante i contenuti mostrati ai giornalisti, richiesta totalmente ignorata dalla regione, che ha poi infatti deliberato il programma delle opere pubbliche 2019-2021 senza minimamente occuparsi dell’adeguamento sismico del nostro ospedale. Dunque carta straccia. La cosa appare davvero una gravissima mistificazione, dato il clima attuale, causato non certo dal comitato, che si limita ad evidenziare le reali azioni delle autorità coinvolte nella loro esatta portata, abbattendo il muro di silenzio che permetteva loro di demolire indisturbati i nostri servizi sanitari ed apparecchiare la tavola per succosi affari immobiliari. Questa faccenda è solo l’ennesimo vergognoso bluff mal riuscito, con la inconsapevole complicità della stampa, probabilmente col fine di temporeggiare e preparare la strada alla chiusura o ridimensionamento dell’ospedale di SBT ed all’Affare Pagliare. Va ricordato che hanno accusato il Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso di procurato allarme, di voler chiudere l’ospedale solo perché abbiamo segnalato il pericolo concreto che, in assenza del prescritto adeguamento sismico, la chiusura sarebbe stata inevitabile.

Inoltre i tecnici da noi consultati, tra cui l’architetto Gino Micozzi, hanno detto chiaramente che i lavori necessari sarebbero stati enormemente onerosi, se non impossibili, dopo l’ultimazione del cappotto termico. Se le promesse fatte non fossero solo fumo negli occhi saremmo felicissimi di tenerci il nostro ospedale dove si trova, sicuramente messo a norma, potenziato e razionalizzato nei servizi e nei percorsi sanitari come prescritto dalle evidenze scientifiche sopra indicate.

E naturalmente la Regione dovrebbe provvedere, come previsto in altre Aree Vaste, a rendere più agevole la connessa viabilità, realizzando finalmente la variante – bretella il cui progetto ci risulta pronto da anni. Ma considerato che si prosegue impunemente a proferire circostanze false e manipolate, non nutriamo alcuna fiducia né ottimismo per il futuro, ma continuiamo a vigilare, certi che se risposte ci saranno, potranno solo allargare il buco anziché rattopparlo”.