Fatti non parole. Per un eventuale azienda ospedaliera (la cui caratteristica è che deve autofinanziarsi) servono verifiche che può dare soltanto la realizzazione di un nosocomio efficiente di primo livello in una zona mediana e facilmente raggiungibile da tutta la Provincia e dall’Abruzzo.

A tal proposito continuano a susseguirsi conferenze stampa, comunicati stampa e semplici lettere al sottoscritto, da parte di politici e semplici cittadini, sul tanto discusso ospedale unico. Il ‘comitato del no’ si sta sfoltendo? Tra i politici sta nascendo una specie di invidia tra chi vuole fare il primo attore e chi viene relegato a figura di secondo piano? C’è anche questo ma, indipendentemente dalla giustezza della protesta (seppur sbagliatissima per me), era più che naturale che ciò accadesse.

Da Ascoli invece la solita tiritera per allungare i tempi, usando anche mezzucci come quello di accusare il consigliere regionale Urbinati di voler un ospedale unico più vicino del Mazzoni per puro campanilismo, mischiando il ‘sacro’ (la sanità) con il ‘profano’ (il calcio).

Eppure proprio Castelli, a chi gli ha chiesto perché ha assistito imperterrito (non oso dire con piacere) negli anni al graduale declassamento del nosocomio sambenedettese a vantaggio del suo “Mazzoni”, ha candidamente risposto che lui era il sindaco di Ascoli. Giusto ma allora perché adesso fa lo gnorri, ‘condannando’ chi vuol provare a rompere l’egemonia dispotica che ha sempre avuto la sua città su San Benedetto?

Nonostante che oggi per estensione, per vie di comunicazione, per gradimento generale, San Benedetto del Tronto in primis (che Ascoli dovrebbe ringraziare per non avere ancora chiesto la co-provincia) ma anche Grottammare, Cupra Marittima e loro hinterland hanno superato di gran lunga la storica e bellissima Ascoli Piceno.

Il nodo attuale è molto importante perché riguarda la salute di tutti noi. Presuntuosamente mi sento di dire che in pochi, tra i politici nostrani e le varie associazioni, hanno colto il senso di quanto sta accadendo. Contrariamente però al 90% della gente comune che sta dalla parte di chi una nuova ed efficiente struttura ospedaliera la vuole subito. Non importa dove, anche se giustamente, per i residenti della costa, da Monsampolo al mare,  l’ideale sarebbe averla più vicina.

Il problema però è un altro: se non si costruisse in una zona equidistante tra Ascoli e il mare (come nel programma della Regione Marche che lo vorrebbe a Pagliare), la città di Ascoli avrebbe ragione da vendere per dire no: “A Macerata la Regione ne costruisce  un altro a due passi da quello esistente, nella nostra provincia lo fate a circa 30  chilometri dal capoluogo?“. Inaccettabile. Chi non può essere d’accordo?

In effetti le località costiere del maceratese (Civitanova, Potenza Picena ecc.) stanno subendo la costruzione di un OSPEDALE UNICO di primo livello molto lontano e a qualche chilometro da Macerata che ne ha già, tra l’altro, uno più grande ed efficiente dell’ascolano “Mazzoni”.

Alla boutade di Castelli che parla di Azienda ospedaliera, si stanno aggiungendo altre voci (vedi Lettere al direttore di Elio Core e Simone Zappasodi) che evidentemente non ne conoscono bene le problematiche. Un’azienda ospedaliere può ritenersi tale (la parola azienda dovrebbe illuminare) soltanto quando è in grado di autofinanziarsi. Cosa impossibile al momento come l’ex sindaco di Ascoli sa benissimo. Presupposti che magari potrebbero esserci (sempre da dimostrare) dopo che il primo passo di un ospedale nuovo e di primo livello sia stato realizzato.

Calcisticamente, equivarrebbe a pretendere il passaggio  in serie A vincendo il campionato di serie C e non di serie B. Siccome a me piace ascoltare e non tapparmi le orecchie come fanno molti politicanti, posso testimoniare che questo passaggio in un secondo tempo ad Azienda ospedaliera sia stato proposto da Ceriscioli in un incontro a Colli del Tronto. Non vedo il motivo per cui non dovremmo crederci.

La penso così in questo momento ma sarei il primo a ritenere ridicoli l’attuale governatore marchigiano e tutto il Pd se, dalla volontà a parole di voler costruire un nosocomio a metà strada tra Ascoli e la costa picena, non si passasse immediatamente ai fatti.

Sarebbe infatti un inganno grandissimo come ho sempre pensato prima che, a Grottammare, nel settembre scorso, lo stesso presidente regionale lo annunciasse e dato per certo con tanto di intervista sulla nostra web tv.