SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Domenico Pellei, consigliere comunale dell’Udc, commenta la recente iniziativa della Lega di San Benedetto che tramite il suo consigliere comunale Emidio Del Zompo con un’interrogazione vuole indagare sugli affidi familiari, sulla scia del caso Bibbiano. CLICCA QUI. 

Di seguito le sue considerazioni sulla vicenda.

“Pretestuoso, strumentale e vergognoso” inizia la nota stampa di Pellei.

“Pur di cercare visibilità si presentano interrogazioni e si va sui giornali a gettare ombre su un istituto tanto delicato come quello dell’affido familiare invece di salire negli uffici, parlare con il proprio assessore e verificare di persona che il personale è oberato di lavoro per affrontare solo le emergenze, che non c’è pianificazione e programmazione con la parte sanitaria, che non c’è alcun impegno per una benché minima campagna di sensibilizzazione sull’affido familiare (con scuole, parrocchie, associazioni professionali competenti, …); e che il poco che si riesce a costruire viene dallo stimolo, dal sacrificio e dall’abnegazione di associazioni di famiglie affidatarie, gruppi, associazioni, comunità in rete che, nell’edificante esperienza vissuta con questi minori in difficoltà, trovano le motivazioni per un impegno che è sempre più di trincea.

Questa amministrazione deve gettare la maschera; rigettare questa interrogazione di un suo consigliere di maggioranza che getta ombre sull’operato dei servizi comunali oppure dire apertamente che la tutela delle fasce più deboli non rientra in alcun modo nei propri programmi.

Dovevamo immaginare che gli emulatori del capitano volessero farsi riconoscere anche nel nostro territorio; le avvisaglie c’erano state in questi giorni con alcuni post pubblicati su FB da illustri esponenti locali della Lega. Pur di cercare visibilità e di cavalcare l’onda populista non si guarda in faccia a nessuno, neanche ai minori e alle famiglie naturali o affidatarie che siano. E, di fatto, si offende il quotidiano impegno di assistenti sociali che con seria professionalità, dedizione personale e scarsità di risorse cercano di far fronte a quella che è, e rimane purtroppo il vero problema: il fatto che oggi – in mondo dove è sempre più acuita la crisi delle relazioni umane – crescono le situazioni di minori in difficoltà più o meno gravi all’interno dei nuclei familiari di origine; situazioni alle quali, l’affido familiare – su decisione di un magistrato e sotto la supervisione ed il coordinamento dei servizi sociali – può dare risposta concreta consentendo, dopo un periodo limitato utile al superamento delle difficoltà, il ritorno del minore nella famiglia originaria.
La scusa è rappresentata dai tristi eventi di Bibbiano; ma, al netto di accadimenti assolutamente condannabili e giuridicamente perseguibili, il caso è diventato oggetto di una strumentalizzazione politica ai danni dei bambini e dei genitori; il caso Bibbiano si sta tramutando in un grossolano processo all’affido familiare. Si sta gettando ombra e fango da giorni su un mondo, quello dell’affido familiare, che interessa 29.000 minori in Italia (dati del ministero al 2012) di cui 15.000 collocati in comunità e i restanti in famiglie che danno disponibilità ad un’accoglienza. Nel nostro territorio (dati 2017 ambito territoriale) questo servizio riguarda circa 30 minori considerando solo quelli collocati in famiglie. Del Zompo chiede chiarimenti anche sui costi: sono noti da anni anche perché più volte hanno comportato variazioni di bilancio particolarmente dovute ai minori collocati in comunità. Le famiglie affidatarie percepiscono, nel migliore dei casi, un risibile contributo mensile di € 600,00 (coperto per circa il 90% da un fondo regionale) che ovviamente non copre minimamente i costi di mantenimento di un bambino che presenta generalmente problematiche molto complesse; la retta nelle comunità si attesta mediamente intorno ai 90/100 euro al giorno.
I dati sono questi: non occorre l’interrogazione consiliare, occorre solo interesse a conoscere seriamente il problema.

Ho un ultimo sospetto: prima le Ong e il mondo dell’accoglienza ai migranti; adesso le famiglie affidatarie, le comunità e i servizi sociali: non è che siamo di fronte a un’offensiva senza precedenti contro i corpi intermedi che fanno sussidiarietà? Nella furia della solita, infausta delegittimazione politica dell’avversario, non è che si sta demolendo la credibilità di interi pezzi di società? Oggi forse è venuto il momento di difenderli pubblicamente”.