SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’età media delle imbarcazioni della marineria marchigiana si avvicina ai 40 anni mentre quella dei suoi uomini, i pescatori, supera i 50. È una flotta “anziana” nei mezzi e nelle risorse umane quella marchigiana. È amara la constatazione di Coldiretti Impresapesca regionale nel commentare i bandi, nell’ambito della Politica Comune della Pesca dell’Unione Europea, pubblicati dalla Regione Marche con contributi del 50 e dell’80% per investimenti sull’ammodernamento delle imbarcazioni. Con una dotazione complessiva di 690mila euro “ma a fronte di una platea di circa 840 imbarcazioni – fa notare Tonino Giardini, responsabile nazionale e Marche di Coldiretti Impresapesca – il che è davvero poca cosa mentre altre regioni, ad esempio l’Abruzzo, hanno aggiunto risorse per incentivare il ricambio generazionale”. Il pericolo è che senza una politica di rilancio e mantenimento, il futuro del settore sia segnato. Proprio in questi giorni di fermo biologico per le imbarcazioni della grande pesca del Nord delle Marche (Pesaro, Ancona e Civitanova mentre Porto San Giorgio e San Benedetto partiranno da Ferragosto), Coldiretti Impresapesca ha rilanciato l’allarme sull’invasione di pescato straniero in Italia con l’import passato in 30 anni dal 27 all’80%. “La pesca – prosegue Giardini – necessita di un intervento forte e strutturale. Il problema non è solo della Regione Marche, manca una strategia nazionale ed europea perché i fondi a disposizione sono ben poca cosa. La pesca deve poter contare su imbarcazioni sicure ed equipaggi giovani, pronti anche a ulteriori investimenti per il futuro, loro e del settore”.